Senna, un sorpasso per vincere

Senna, un sorpasso per vincere FORMULA 1 ■ In 1500 metri ha bruciato Prost, scattato in testa al via Senna, un sorpasso per vincere Grande còrsa del brasiliano - Il compagno di squadra si arrende: «E' troppo forte» - Due italiani in zona punti: Nannini 4° e Capelli 5° In Belgio le «rosse» si arrendono dal nostro Inviato CRISTIANO CHIAVEGATO SPA — Undici successi consecutivi per la McLaren, vittoria n. 21 di un motore Honda nelle ultime 24 gare, quarta affermazione consecutiva per Ayrton Senna (non succedeva dal 1970, quando la stessa impresa riuscì a Jochen Rindt). Una serie di record per il team inglese che — a quota 147 punti — ha conquistato con largo anticipo il mondiale costruttori. Una superiorità schiacciante, se si considera che tutte le altre scuderie ne hanno complessivamente raggranellati 128. La gara, per colpa di questa incredibile McLaren, è stata noiosa, animata solo nelle retrovie, soprattutto dai piloti italiani. La Ferrari ha fatto solo da comparsa, con Berger subito fuori causa per un problema elettrico e con Alboreto ritirato per il cedimento del motore mentre si trovava saldamente in terza posizione. Così dietro a Senna e Prost si è piazzato Thierry Boutsen con la Benetton, autore di una prova senza sbavature. Al via si era sperato in una battaglia di vertice senza esclusione di colpi. Ma l'illusione è durata pochissimo, una trentina di secondi appena, con l'episodio decisivo dopo circa 1500 metri dei 298 km di corsa. Al semaforo verde Prost è scattato fulmineo approfittando di un'incertezza di Senna. Il francese ha superato per un pelo il brasiliano (anche perché Senna, come si racconta a parte, ha voluto evitare un possibile incidente) e si è lanciato sulla salita del Radillon. Senna, però, non si è certo arreso, ben sapendo di essere il più forte. Ha spinto sull'acceleratore, si è accodato in scia a Prost e alla prima chicane ha superato in bellezza il rivale all'interno, lasciandolo surplace. Berger ha dato l'impressione di poter reggere il ritmo di Prost. Ma l'austriaco, al quarto giro, con il motore che perdeva colpi, ha dovuto rientrare ai box per una lunga sosta, con i meccanici impegnati freneticamente a cercare il guaio. E' ripartito quando la carovana era già transitata tre volte e al 12° passaggio è tornato agli stands per smontare dalla vettura, visibilmente contra¬ riato. Mentre Senna ha continuato a guadagnare decimi e secondi sul compagno di squadra, Alboreto, grintoso come sempre, ha tenuto bene la terza posizione, aiutato da una Ferrari che tutto sommato è apparsa di gran lunga migliore delle altre «non McLaren». Il milanese ha messo una bella distanza fra sé e Boutsen. Anche la corsa dell'italiano, però, non si è conclusa felicemente: al 35° giro, quando il podio ormai sembrava una bella realtà, il motore della «rossa» ha cominciato a fumare vistosamente. Alboreto ha proseguito sino alla rottura finale per poi mettersi a lato. Dalle retrovie sono usciti gli italiani. Nannini e Capelli hanno ingaggiato duelli stupendi, battagliando il primo con Piquet, il secondo con Patrese, dopo che il brasiliano della Lotus aveva faticosamente avuto ragione del compagno di squadra Satoru Nakajima. Nannini aveva avuto delle difficoltà inziali perché la sua Benetton con il «pieno» palesava un forte sottosterzo. Non appena il serbatoio si è progressivamente svuotato, il toscano ha dato un saggio della sua abilità. Al termine di una serie di sorpassi, è arrivato alle spalle di Piquet e dopo una serie di schermaglie lo ha passato. Ancora più spettacolare l'azione di Capelli che è partito da lontano (era 13° al primo giro) operando un numero di sorpassi impressionante. Con Patrese si è addirittura toccato, sempre al tornante. Ma in precedenza aveva già bruciato Brunelle, Gugelmin (il quale però aveva messo fuori uso la frizione al via ed aveva problemi con il cambio, tanto che poi è finito fuori strada rovinando il fondo della sua velocissima March), Warwick e Cheever. Ed anche lui negli ultimi minuti ha fatto secco Piquet. Il francese abdica: «Il campione è lui» DAL NOSTRO INVIATO SPA — n re ha abdicato, il professor Prost è sceso dalla cattedra cedendo la poltrona, o meglio il trono, all'allievo Senna, la nuova star della Formula 1. Settima vittoria ieri nel Gran Premio del Belgio per il fuoriclasse brasiliano, per Prost un, si fa per dire, umiliante secondo posto. Ma non è stato tanto il risultato a consegnare in pratica il titolo mondiale 1988 a super Senna quanto le dichiarazioni del francese nel dopo corsa. Ha detto Prost: «Senna è il nuovo campione del mondo. E' il più forte ed è stato il migliore con vetture eguali. Ho sempre trovato difficile batterlo. Questa era l'ultima chance che avevo, è impensabile che io possa vincere quattro delle cinque corse che restano da disputare. Sono contento per lui, merita il titolo, la logica è stata rispettata. L'anno prossimo vedrete due campioni del mondo sulle McLaren'. Dopo il ritiro sotto la pioggia a Silverstone è questa la seconda volta che Prost delude. Sembrava un pilota temprato, un uomo capace di reagire' alle difficoltà, invece all'improvviso ha mostrato un volto nuovo. Ha alzato bandiera bianca di fronte al talento emergente, alla forza del brasiliano. Se non fosse uomo molto sensibile al denaro (ma chi può biasimarlo di fronte a guadagni vicini ai dieci miliardi per stagione?), farebbe meglio a ritirarsi. . Una crisi di coscienza la sua, forse anche un atto di coraggio nell'ammettere la superiorità dell'avversario. Ma nello stesso tempo un pilota non può correre se intimamente è convinto di essere inferiore. Se viene a mancare quel minimo di presunzione, è finita. Ma Prost evidentemente non è di questo avviso. Il francese ha continuato: "Ora la pressione cui sono stato sottoposto finalmente diminuirà. Sono pronto per cominciare un nuovo campionato, una nuova sfida con vetture diverse con il motore aspirato. Per questa stagione cercherò di aiutare Senna a vincere altre gare e la McLaren a battere tutti ì record-. Contento lui. Certo ci si aspettava una difesa più accanita, almeno a parole. Forse Prost è stato incantato da Senna, dalla stima che i due corridori provano uno per l'altro. E Senna ha ricambiato il favore con parole di speranza, dicendo che il titolo non è ancora suo: -Non mi considero ancora campione, mi manca la conferma matematica ed in Formula 1 non si sa mai'. Ma sul podio era talmente felice che ha persino rimediato un rimbrotto da Balestre, presidente del- la Fia, che lo ha riportato all'ordine mentre scherzava e rideva senza preoccuparsi della cerimonia di premiazione. Ma cosa è successo in gara? Perché Prost, partito benissimo in testa, si è lasciato superare dopo una trentina di secondi senza tentare la minima resistenza? -Avevo scelto una soluzione aerodinamica diversa per ridurre i consumi di carburante — ha spiegato Alain — e la mia vettura era meno stabile e meno veloce nella parte lenta del circuito. Pensavo di attaccarlo nel finale, ma dal 25° giro ho dovuto lasciarlo andare anche perché le gomme si erano un po' deteriorate'. Una confessione questa che aumenta i meriti del brasiliano, bravissimo nella messa a punto della vettura. Lo ha dimostrato anche ieri. Nel giro di ricognizione prima della partenza Senna si è accorto che la famigerata valvola pop-off, quella che delimita la pressione del turbo a 2,5 bar, non funzionava alla perfezione. Allora ha avvertito via radio i box e i meccanici, insieme al tecnico della Fisa, l'hanno sostituita sullo schieramento, a pochi minuti dal via. Un episodio significativo. Ha detto Senna: 'Non ho fatto una bella partenza, facendo pattinare le ruote. Non mi era mai successo in maniera cosi evidente. Alla staccata delle prima curva avrei potuto allargarmi per non fare passare Prost, ma sarebbe stato troppo rischioso per entrambi. Quindi ho preferito lasciarlo passare. Ma mi sono messo subito in scia e alla pri?na chicane l'ho superato senza problemi. Una volta in testa, ho pensato a risparmiare benzina, gomme e motore. La gara era troppo importante per fare degli errori». Tutto facile per il sudamericano. Ora quel titolo mondiale che sogna sin da bambino, quel ruolo di erede di Emerson Fittipaldi e di Nelson Piquet che insegue da quando è entrato in Formula 1, è proprio a portata di mano. L'apoteosi, la conferma ufficiale potrebbe arrivare fra due settimane a Monza nel Gran Premio d'Italia, c. eh.

Luoghi citati: Belgio, Italia, Monza, Silverstone