Grazie, nonno di Eugenio Ferraris

Grazie, nonno Canneto premia gli anziani Grazie, nonno Un diploma ai 47 ultra-ottantatreenni, molti lavorano ancora nelle vigne DAL NOSTRO INVIATO CANNETO PAVESE (Pavia) — Il cartello giallo accoglie il visitatore alle prime case del paese: «Benvenuti nella città internazionale della vite e del vino». Ma forse è superfluo: la strada che da Broni sale a Canneto Pavese corre tra due file di vigne, aggrappate alle colline aspre dell'Oltrepò pavese. Un paesaggio che si ritrova in certe pagine di Pavese: là si descriveva la Langa, dove nascono Baroli e Dolcetti; qui si attraversa una terra difficile nella quale si producono «netteri Doc» come Buttafuoco, Rosso Oltrepò, Sangue di Giuda. Canneto Pavese è un comune dì 600 ettari, 500 dei quali sono coltivati a vite. Vanta un primato, se non due. n primo è che il rapporto tra il numero degli abitanti (1450) e la superficie destinata alla coltivazione della vite è il più alto d'Italia. L'altro record — comunque da verificare — è costituito dal numero di anziani che lo abitano: gli elettori sono 1210 (su 1450 anime significa che i meno di 18 anni sono appena il 16 per cento), tra i 660 nuclei familiari censiti a Canneto, in almeno 290 vivono uno o più ultrasettantenni, mentre gli ultra 83 anni sono ben 47, circa il 3,5%. •Ma — dice il sindaco Riccardo Flamberti — noti bene, non si tratta nella maggioranza dei casi di cosidetti parassiti della società. Molti anzi, decisamente i più, lavorano ancora. E se proprio la stanchezza degli anni impedisce loro di inerpicarsi sulle colline a coltivare vigne, mettono a disposizione dei più giovani la loro innegabile esperienza». E così, sindaco in testa, l'amministrazione comunale di Canneto ha pensato bene di consegnare ai 47 nati tra il 1895 ed U 1905 un simbolico riconoscimento, un «grazie» da parte di tutti per quanto hanno fatto e continuano a fare per l'economia del paese. •Feste del vino — spiega il sindaco—sene fanno ormai in tulle le zone di produzione. Noi abbiamo voluto aggiungere qualcosa, abbiamo voluto coinvolgere tutte quelle persone che hanno portato avanti, spesso tra mille difficoltà e comunque a fronte di fatiche personali incredibili, il discorso-vino.. Ecco il perché della festa e di un diploma che non ripagano nemmeno in millesima parte quanto questi anziani hanno fatto in passato». Che il vino rappresenti la voce più consistente dell'economia di Canneto Pavese è fuor di dubbio. L'anno scorso sui 500 ettari di vigne sono stati prodotti 31.500 ettolitri di vino, destinati soprattutto al vicino (60 chilometri) mercato milanese, con una distribuzione ancora porta a porta, con bottiglioni e damigiane. Un conto preciso non è facile, ma il valore del vino anti-distribuzione può stimarsi intorno ai 4,55 miliardi. Un paese di anziani. E i giovani? •Nell'immediato dopo guerra, a Canneto come in tanti altri comuni del Pavese, s'è assistito all'esodo massiccio verso Milano. Operai, diplomati, qualche laureato. La sorpresa, a differenza di quanto avviene altrove, è che tutta questa gente, a carriera conclusa, toma in paese, dove nel frattempo ha fatto ristrutturare la casa e rimodernare la vigna. E, ormai in pensione, riprende la vita dell'agricoltore, lasciando ai giovani il "gusto" di tentare l'avventura nella grande città. Torneranno anche loro, a continuare i lavori sulle colline che nel frattempo svolgono i loro genitori». Eugenio Ferraris

Persone citate: Baroli, Buttafuoco, Canneto, Dolcetti, Pavese, Riccardo Flamberti

Luoghi citati: Broni, Canneto Pavese, Italia, Milano, Pavia