Ecco tutti i Gesù secondo il cinema

Ecco tutti i Gesù secondo il cinema Dal «Ben Hur» muto del '26 al rivoluzionario «Vangelo» di Pasolini Ecco tutti i Gesù secondo il cinema HOLLYWOOD — Una cosa mostra chiaramente «L'ultima tentazione di Cristo" di Martin Scorsese, ed è come e quanto sia cambiato l'atteggiamento del cinema americano dal primo film nel quale appariva Cristo, U «Ben Hur» muto del 1926, fino alle controversie dei nostri giorni per quest'ultimo caso cinematografico. Fu proprio il produttore Abraham Erlanger, partner del celebre Ziegfeld nella Classic Cinematograph Corp., una delle prime case di produzione di Hollywood, a stabilire per il «Ben Hur» del 1926 la regola che avrebbe dovuto essere seguita per circa quarant'anni: la figura di Gesù doveva essere molto sfumatale se possibile non apparire affatto direttamente sullo schermo. I grandi film epici che seguirono applicarono la norma alla lettera: da "Gli ultimi giorni di Pompei» del 1935 al «Quo vadis?» del 1951, «La tunica» nel 1953, «Ben Hur» nel 1959, Cristo continuò a ricevere lo stesso tipo di trattamento cinematografico, molto sfumato: come nel «Ben. Hur in cui lo si intravede da lontano ritratto di spalle durante il Sermone della Montagna o con le sole mani inquadrate quando offre dell'acqua a Charlton Heston. Musiche e cori angelici ne accom¬ pagnavano spesso l'ombra, a suggerire la presenza divina. E sempre il miracoloso e il divino costituivano il motivo della presenza, mai l'umanità di Cristo uomo». La svolta decisiva venne nel 1961, con «Il re dei re» di.Cecil De Mille, la prima storia tutta dedicata alla vita di Gesù e fece scalpore, soprattutto con la scelta per 11 ruolo di Cristo del bellissimo Jeffrey Hunter, fino ad allora noto per l'interpretazione di Jesse il bandito. Nel 1965 il Cristo di Max von Sydow ne «La più grande storia mai raccontata» lo dipinse per la prima volta per il pubblico americano con toni veramente umani, soprattutto nella scena della cacciata dei mercanti dal tempio. Ma il vero drastico cambiamento nei ritratti cinematografici di Cristo va considerato quello introdotto da Pier Paolo Pasolini con il suo «Il Vangelo secondo Matteo» nel 1964, nel quale sparirono di colpo tutte le componenti, musica celestiale e così via, con le quali i registi e i tecnici americani avevano sempre circondato la presenza divina. Ma anche il Cristo di Pasolini, pur tentato dal demonio, era sicuro della propria missione, non tormentato, incredulo e incerto come quello di Scorsese nella parte iniziale del film. Willem Dafoe, l'ultimo Gesù cinematografico

Luoghi citati: Hollywood, Pompei