I vascelli fantasma tornano a solcare il mare

I vascelli fantasma tornano a solcare il mare La mania di restaurare le vecchie barche in legno prende piede in Italia e i torinesi Quaranta raccontano I vascelli fantasma tornano a solcare il mare Al Na'ir IV, 11 metri, III classe I.O.R, si dondola pigramente nel porto di Villefranche all'ombra dell'antico forte del Vauban. Gli ottoni in coperta sono lucidi. Vele, drizze e scotte sono pronte per le regate d'epoca di settembre. Con altre veterane regaterà da Marsiglia sino a Porto Maurizio. Ha circa vent'anni, ma non li dimostra. E' il fiore all'occhiello di Ernesto Quaranta, presidente della lega navale torinese. La caccia alla barca d'autore ha preso piede anche in Italia. La malattia arriva dagli Usa. Ma anche francesi ed inglesi da tempo hanno la febbre. E' ora la volta degli italiani che hanno preso alla lettera la battuta di un vecchio maestro d'ascia di Lavagna, il cavalier Topazio: «I proprietari di una barca in vetroresina sono come i signori del pane secco». Così senza andare con la mente a barche di sogno come il cutter Astra, un J class di 35 metri, costruito nel 1928 e restaurato in modo perfet¬ to dall'industriale torinese Gian Carlo Bussei e riportato in competizione a suon di miliardi, sentiamo cosa dicono due esperti come appunto Ernesto Quaranta, 54 anni ed il figlio Mario, di 26, costruttori con un piccolo cantiere navale a Carignano, broker da 15 anni il primo e appassionato ricercatore di barche d'epoca con il figlio, già ottimo skipper. «Sono pezzi unici, oggi costruire certe barche costerebbe un.patrimonio. Ma senza pensare a certi mostri come Astra, accontentiamoci di salvare anche piccole imbarcazioni alla portata di tutti e dai prezzi contenuti. Quando ci si imbatte in certi scafi abbandonati in vn angolo di un vecchio porto, mi vengono le lacrime agli occhi. Sono opere d'arte degne di un museo navale». Ernesto Quaranta è a bordo di ÀI Na'ir IV, uno sloop di Sparckman e Stephens. Costruito nel '67 nei cantieri Carlini di Rimini, divenne subito famoso alla sua prima regata,' la On Ton Cup, per un'infrazione commessa. A causa della forte corrente Al Na'ir toccò la boa di partenza. Venne squalificato, ma parti egualmente e corse la regata fuori gara, tagliando la linea d'arrivo venti minuti davanti al 1°.classificato! Un caso commentato e discusso su tutte le riviste specializzate. Dopo anni di successi fu abbandonato ed insabbiato nei pressi di Bocca di Magra, dove nel 1981 lo trovarono i Quaranta. Ricorda il giovane Mario: «C'erano foglie e sabbia sul ponte. Il boma era scomparso, invece della barra c'era la ruota». E il padre aggiunge: «Amici ci hanno segnalato che il boma era sotto un cespuglio. Stephens da me incontrato al salone di Genova mi disse dove rivolgermi per rimettere la barra». Accanto ad Al Na'ir IV è ormeggiata la Croix des Guardes, l'ultima scoperta dei Quaranta. E' una barca di 15,35 fuori tutto per 3,60 di larghezza. Costruita nel '47 ad Arcacon, in Francia, nei cantieri Baudin, su progetto di Dervin, è nata per le crociere. A poppa la cabina per l'armatore-proprietario, al centro la lussuosa dinette e a prua la spaziosa cucina con le cuccette per i marinai. Abbandonata tre anni fa dall'ultima proprietaria rimasta vedova, la Croix des Guardes tornerà, dopo un anno di lavori, a solcare il mare completamente rimessa a nuovo. «L'amore di far tornare bello com'era uno splendido oggetto — dicono i Quaranta — ci spinge a cercare in ogni angolo d'Europa. La Croix des Guardes era abbandonata a Saint Jean di Cap Ferrai, ma Kerkira IV, un altro 12 metri di Stephens che nel 1971 aveva partecipato alla On Ton Cup in Nuova Zelanda con al timone il mitico Straulino, l'abbiamo trovato mal ridotto a Punta Ala. E prima ancora Meloria, costruita da Camper e Nicìiolson per l'ammiraglio Pera, l'abbiamo scovato a Livorno e non era certo tenuta da amatore». Ora Meloria, di proprietà di un industriale torinese, è ormeggiata a Garavan (Mentone) poco distante da Jadi, un'altra imbarcazione di Stephens, sorella gemella di Al Na'ir. Ma i costi di manutenzione .per queste vecchie signore del mare? Ernesto Quaranta ha la battuta pronta: «Non sono eccessivi. Certo tante cosette a bordo bisogna imparare a farsele. I francesi ci insegnano. Ci sono deputati e industriali che si pitturano la barca. Anche questo impegno può essere piacevole». e. ni. Ernesta Quaranta con il figlio Mario a bordo di Al Na'ir IV