Pianosa, nell'oasi naturale dominano i bracconieri

Pianosa, nell'oasi naturale dominano i bracconieri L'associazione «Vieste Viva» denuncia l'inerzia dei pubblici poteri e con un blitz installa i cartelli dei divieti Pianosa, nell'oasi naturale dominano i bracconieri PIANOSA — Vista da lontano l'isola sembra quasi uno scherzo della natura con il suo faro aguzzo come la punta di un fiammifero. Fuori dagli itinerari dei vacanzieri estivi e dalle rotte commerciali, è riuscita nel corso dei secoli a mantenere intatto il proprio habitat anche grazie alle ridottissime dimensioni che l'hanno resa inabitabile. A 23 miglia da Vieste, lunga nel punto massimo 500 metri e con una superficie di neanche due chilometri, è un rifugio naturalistico a metà strada tra la costa italiana e quella jugoslava; che resta completamente deserto se si eccettuano i conigli selvatici che la abitano tutto l'anno. Assieme all'arcipèlago delle Tremiti l'isola di Pianosa è stata dichiarata oasi di pro¬ tezione con divieto di caccia dalla Regione Puglia in vista della prossima costituzione di un parco marino. Finora gli impegni dei politici sono rimasti sulla carta: a distanza di venti mesi dall'istituzione dell'oasi, la provincia di Foggia non ha sistemato nessun cartello né effettuato controlli per evitare il bracconaggio. A rompere gli indugi ci hanno pensato gli animatori della fondazione «Vieste Viva» che assieme a quattro amici hanno provveduto a sistemare i cartelli necessari e a pulire l'isola da una piccola parte delle immondizie accumulate dagli ospiti di passaggio. Tra i membri della spedizione l'architetto Nicola CiHllo, il biologo Aristide Frascolla (die ha effettuato i prelievi delle acque del¬ l'isola) e l'assessore alla Cultura di Vieste Paolo Soldano, un politico con l'hobby della natura, e Vincenzo Ruggeri, già responsabile del WWF di Vieste. «Pianosa — spiega Ruggeri — rappresenta per tutto il Gargano un punto di riferimento naturalistico. Assieme alle Tremiti è la testimonianza di ciò che resta di una catena montuosa che milioni di anni fa collegava il Gargano alla costa dalmata. Con l'innalzamento dei mari sono rimaste solo le sommità di queste montagne che oggi sono isole e che nella flora e nella fauna mantengono tratti comuni tra le due sponde dell'Adriatico». Il guaio è che Pianosa viene dimenticata da tutti tranne che dai bracconieri e da chi viene da queste parti a pescare con le bombe; gli stessi pescatori lamentano il continuo impoverimento dei fondali, ogni anno sempre più avari di pesce. «L'utilità della spedizione — dicono ancora a "Vieste Viva" — sta nella raccolta di dati che saranno messi a disposizione delle autorità per i provvedimenti necessari». Gli ambientalisti però non si fanno eccessive illusioni Anche se la spedizione ricorda le azioni dirette di Greenpeace, le possibilità che anche quest'anno non si ripetano li stragi di beccacce, tordi e altri migratori sono ridotte al minimo per l'inesistenza di controlli. Anche peri conigli selvatici i bracconieri, che a ondate successive vengono qui in barca per cacciare, sparano a tutto quello che si muove. Spesso, come giu¬ rano gli uomini dei pescherecci che si fermano qui in zona, non raccolgono in acqua neppure i gabbiani abbattuti. Anche per i conigli selvatici, portati qui secoli fa dai benedettini che scelsero le Tremiti come luogo di eremitaggio, la sorte sembra segnata. Chi li viene a cacciare spesso non fa neanche la fatica di sparare. Disabituati alla presenza dell'uomo, di sera si avvicinano senza timore alla luce della lampadina tascabile e vengono finiti a bastonate. Un destino simile a quello dei cuccioli di foca al Polo Nord, ma qui non c'è neanche l'alibi della pelliccia. E ora dei conigli selvatici sono rimaste solo poche còppie e le tane vuote degli esemplari abbattuti. Saverio Cioce

Persone citate: Aristide Frascolla, Gargano, Paolo Soldano, Ruggeri, Saverio Cioce, Vincenzo Ruggeri

Luoghi citati: Foggia, Puglia, Vieste