La nuova legge obbliga il giudice a scarcerare due fratelli inquisiti per la sparatoria al pub di corso Umbria

Delitto con 3 morti: a casa gli indiziati La nuova legge obbliga il giudice a scarcerare due fratelli inquisiti per la sparatoria al pub di corso Umbria Delitto con 3 morti: a casa gli indiziati Salvatore e Calogero Spena, incensurati, erano in prigione da 75 giorni - Gli indizi a loro carico e che avevano reso obbligatorio l'arresto sono solo «sufficienti» e non «gravi» come pretende la nuova normativa entrata in vigore il 25 agosto scorso Su di loro pesa il sospetto di essere coinvolti in un triplice omicidio: gli indizi a loro carico sono rimasti immutati, ma da venerdì sono liberi. I fratelli Salvatore e Calogero Spena, 30 e 35 anni, sono i primi imputati ad aver beneficiato della nuova legge che dal 25 agosto ha tolto al pubblico ministero il potere d'arresto riducendo drasticamente anche i casi nei quali un imputato può essere imprigionato. E' quanto accaduto ai due fratelli dal 12 giugno scorso in carcere. L'ordine di cattura li accusava dì concorso nell'omicidio di due pregiudicati, Roberto e Maurizio Caserta, e di una loro amica, Michela Ansaldi Paolino, di soli 16 anni. I tre erano stati massacrati con 13 colpi di pistola, la notte fra l'I 1 e il 12 giugno, davanti alla birreria Danton di corso Umbria 42 di proprietà di Salvatore Spena (era rimasta ferita anche Angela Migliore, 15 anni). Secondo gli elementi rac¬ colti dalla polizia, i Caserta, poco prima di finire assassinati, avevano ferocemente litigato con Salvatore e Calogero Spena all'interno della birreria. Interrogati, gli imputati, secondo l'accusa, fornirono «affermazioni inverosimili» su quanto accaduto fra loro e le vittime tanto da «ritenere — scrisse il magistrato — un coinvolgimento, quantomeno a titolo di concorso con terzi ancora da identificare, nei gravissimi fatti loro ascritti». L'esistenza di un «plausibile movente (il litigio nella birreria, ndrj» e l'atteggiamento «sospetto» dei fratelli Spena erano, e rimangono, «sufficienti indizi di colpevolezza» e come tali rendevano, prima della nuova legge, obbligatorio il loro arresto. Una decisione peraltro confermata anche dal Tribunale della libertà al quale si erano rivolti gli avvocati dei 2 fratelli, Verazzo, Lo Greco e Banda. Con la nuova legge, invece, l'arresto di un imputato può avvenire unicamente in presenza di «gravi» indizi di colpevolezza e non solo -sufficienti». «Le indagini eseguite fino ad oggi — riconosce infatti il giudice istruttore Lanza nell'ordinanza dì scarcera¬ zione — non hanno portato all'acquisizione di altri elementi utili ad integrare quanto già accertato e gli indizi esistenti a carico dei due imputati non possono essere qualificati "gravi"». Obbligato, quindi, il rilascio dei fratelli contro i quali, sempre la nuova legge, preclude anche la possibilità di imporre qualsiasi obbligo (ad esempio, presentarsi in determinati giorni al commissariato) 0 misura cautelare (arresti domiciliari). Ancora frastornati da quanto accaduto, Calogero e Salvatore Spena, entrambi incensurati, e padri, rispettivamente, di 3 e un figlio ancora piccoli, da venerdì scorso si trovano nell'alloggio della madre in corso Molise 47: «Siaino qui perchè vogliamo stare insieme e vicino a tutti 1 nostri cari». Di quanto accaduto quella notte davanti alla birreria (quella «disgrazia» la chiamano) non vogliono assolutamente parlare. Di leggi non sanno molto («Siamo arrivati a Torino a metà degli Anni '60 da Caltanissetta e abbiamo solo e sempre lavorato») e quando venerdì hanno detto loro che erano liberi non volevano crederci. «Gli avvocati — spiegano — ci avevano detto che, molto probabilmente, solo a settembre, superate le ferie, avremmo potuto, forse, riottenere la libertà». «Non abbiamo mai avuto a che fare con la legge — dice Salvatore — e questa storia ci ha sconvolti». «Non è vero che anch'io sono titolare della birreria — spiega Calogero Spena — durante la settimana lavoro trasportando lavatrici, solo il sabato sera dò una mano a Salvatore. In carcere sono diminuito di 13 chili». Adesso ride, Calogero, finalmente rilassato. Le lacrime arrivano solo quando parla del figlio undicenne che ha voluto incontrare in carcere per essere lui a spiegargli perchè si trovava dietro le sbarre. Beppe Minello Salvatore Spena, 30 anni

Luoghi citati: Caltanissetta, Caserta, Torino