A Yonkers nel piccolo apartheid Usa di Andrea Di Robilant

A Yonkers, nel piccolo apartheid Usa Nella cittadina vicino a New York i consiglieri comunali non vogliono case per i neri nel quartiere bianco A Yonkers, nel piccolo apartheid Usa Il Comune rifiuta di applicare un ordine della Corte federale, il governatore Cuomo vuole cacciare i consiglieri - Su un lato della strada le abitazioni popolari, dall'altro i villini - «Non siamo razzisti, ma la gente di colore è povera e rovinerebbe la zona» DAL NOSTRO INVIATO yonkers — In questa cittadina a mezz'ora da New York, i negri vivono sul lato occidentale della strada, in case popolari costruite sul pendio che scende fino al fiume Hudson. I bianchi vivono dall'altra parte della strada, nell'East Yonkers, in graziosi villini di legno o di mattone, ognuno col suo garage e il suo pezzetto di prato. Pino a poco tempo fa, la popolazione di Yonkers aveva vissuto senza grossi traumi la «segregazione strisciante» che ha lentamente cambiato il carattere della cittadina. I bianchi — in prevalenza italiani, irlandesi e polacchi — si sono concentrati nel quartiere del ceto medio a mano a mano che si facevano una posizione. I negri venivano relegati nei grandi complessi di case popolari finanziati dal governo federale, nel West Yonkers. Ora Yonkers, Est e Ovest, è in subbuglio. Una Corte federale ha deciso che saranno costruite duecento unità di case popolari proprio in mezzo all'oasi dei bianchi. Ma quattro dei sei consiglieri comunali si sono rifiutati di firmare l'ordinanza. La Corte- ha allora deciso di multare il Comune per un milione di dollari al giorno, fino a quando i consiglieri non firmeranno. I quattro rischiano ora di finire in galera lunedì prossimo per mancata ubbidienza alla Corte. Per sbloccare la situazione, il governatore Mario Cuomo ha annunciato ieri una misura che non ha precedenti negli ultimi cinquantanni: vuole rimuovere dal loro incarico i quattro consiglieri, che sono stati eletti alle urne dai cittadini di Yon¬ kers. E i quattro hanno risposto che si dimetteranno, per potersi ripresentare alle elezioni di novembre. n caso di Yonkers attira ormai l'attenzione dei media nazionali perché è emblematico di una segregazione nuova, dove si intrecciano in maniera insidiosa cause economiche e pregiudizi sociali. Ma il risultato pratico è lo stesso di sempre: una separazione netta tra bianchi e negri che a volte ricorda gli Stati del Sud prima delle battaglie per i diritti civili. Il cuore dell'aspetto legale di tutta questa faccenda è il seguente: una parziale segregazione dovuta a fattori economici e demografici era prevedibile; ma il giudice Léonard Sand ha deciso che il Comune di Yonkers ha aggravato 'intenzionalmente» la segregazione, attraverso le politiche della casa e della scuola. La leadership negra non ha mai veramente contrastato la «segregazione strisciante». La questione è venuta a galla solo grazie alla determinazione di Winston Ross, un testardo quanto paziente funzionario negro, impegnato da anni contro la discriminazione nella società. Negli Anni Settanta, Ross e sua moglie cercarono casa nell'East Yonkers, nella zona bianca. Ma l'agente immobiliare li riportava regolarmente a cercare nel West Yonkers, dalla parte dei negri. Ross denunciò la segregazione che prendeva piede a Yonkers alle autorità federali e da allora ha collaborato instancabilmente con i giudici. Dieci anni dopo, la sua iniziativa ha finito per provocare un caso nazionale. Ieri sera è arrivato in Paese anche il reverendo Jesse Jackson per dimostrare la sua solidarietà. Per Ross e per molti altri abitanti di Yonkers, la questione è esclusivamente razziale: i bianchi non vogliono negri nel loro quartiere e faranno di tutto per impedire la costruzione delle case popolari vicino ai loro villini. Dello stesso avviso sono il governatore Mario Cuomo e la stampa liberal, il cui esponente più noto, Tom Wicker, scriveva ieri nel New York Times: 'Yonkers si trova nella stessa situazione in cui si trovavano gli Stati del Sud negli Anni Sessanta. Bla lezione — se il Comune di Yonkers ne vuole tener conto — è che farebbe bene a seguire l'ordine della Corte federale piuttosto che insistere in questa forma antiquata di resistenza». Ma conversando ieri con la popolazione di Yonkers emergeva un quadro più ambiguo. E' fuori dubbio che sentimenti razzisti animano alcuni consiglieri comunali, ma in genere i bianchi di Yonkers non si considerano razzisti. Dice Joe PichiraUo, nato e cresciuto a Yonkers, dove possiede un'impresa di taxi: -Non ci sono ville lussuose nell'East Yonkers. Siamo tutta gente che si è fatta da poco una posizione, lavorando sodo. Io non ho nulla in contrario ad avere un negro come vicino di casa, purché sia una persona onesta e pulita. Le case popolari, invece, attirano gente mal ridotta che in poco tem¬ po rovinerebbe il quartiere. Per non-parlare di quanto calerebbe il valore delle nostre case. La discriminazione a Yonkers ha radici soprattutto economiche e gli italo-americani ne sanno qualcosa per esserne stati vittime in passato». Alcuni pensano che il Comune avrebbe potuto evitare la controversia con una politica più accorta. 'Avrebbe fatto bene a non costruire tutte le case popolari da una parte della strada per evitare che si giungesse a questa situazione», dice Dan Mac Rudden, un irlandese che ha una cartoleria nell'East Yonkers. "Ma ora è troppo tardi per invertire la marcia. Le case popolari porterebbero nel quartiere molta gente povera, che certo non verrebbe a spendere soldi nel mio negozio, n razzismo c'entra poco. Sono cresciuto nel Bronx, le mie fidanzate erano negre e portoricane. Poi sono venuto qui e ho sposato un'italiana». Alla redazione dell'HeraW Statesman, il quotidiano di Yonkers, il clima è febbrile da quando i media nazionali accendono un po' per volta i riflettori su questa cittadina. Ma David Wilson e Terry Hall, i due cronisti che seguono la vicenda, mettono in guardia: 'Yonkers non è l'unica cittadina della contea in cui i negri vivono in zone diverse dai bianchi. Una situazione più o meno segregata esiste in tutte le cittadine della zona. Ora il governo federale si accanisce su Yonkers. Perché non se la prende anche con Mount Vernon, New Rochelle.oWhite Plains?». Andrea di Robilant

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