«Ho visto la mia pattuglia cadere» di Gianni Bisio

«Ho visto la mia pattuglia cadere» Il comandante delle Frecce ricostruisce le fasi della tragedia di Ramstein ! «Ho visto la mia pattuglia cadere» «Il solista era al posto sbagliato nel momento sbagliato» • «Via radio non ho avuto segnali di un malore» - Oggi i funerali a Udine ; « Ma vogliamo decollare ancora» DAL NOSTRO INVIATO UDINE — -Guardavo il volo. Senza alcun preavviso, una manovra che stava riuscendo perfettamente è diventata un'apocalisse-. E perché è accaduto? "Perché il solista s'è trovato nel momento sbagliato nel punto sbagliato". Il ten. col. Diego Raineri, comandante la pattuglia acrobatica italiana, che dirige da terra le esibizioni delle «Frecce tricolori», racconta con un groppo in gola la tragedia di Ramstein. I piloti superstiti sono arrivati nel primo pomeriggio di ieri dalla Germania. Alle 13,20 si sono posati sulla pista della base di Rivolto i primi quattro aerei, poco più di mezz'ora dopo hanno toccato terra gli altri due: quel che rimane delle «Frecce tricolori». Il fotografo della pattuglia, Andrea Della Rossa, rimasto ferito mentre era intento al suo lavoro a terra, è stato trasportato direttamente nel Texas, dove sarà sottoposto ad un intervento chirurgico. Alla base di Rivolto, l'incontro dei piloti superstiti con i famigliari, gli abbracci e le lacrime. Poi, un colloquio con il gen. Giovanni Savorelli. comandante la prima regione aerea. Poco più tardi, i nove uomini della pattuglia acrobatica si presentano ai giornalisti. Parla per tutti il ten. col. Raineri, 39 anni, di Novara, che domenica scorsa dirigeva da terra le acrobazie delle ■ Frecce tricolori». Raineri, che ha alle spalle un'esperienza di 3250 ore di volo, dice che il racconto di quel che è avvenuto a Ramstein è -semplice-. Semplice e agghiacciante. -Il solista, da una direzione di novanta gradi di differenza di Iraiettoria, è entrato nella prima sezione portando via due velivoli. 1 componenti la prima formazione sono riusciti a restare insieme: era una cosa difficile, anche perché volavano molli frammenti. Quelli del secondo gruppo non si sono accorti di quel che era successo fino al momento in cui hanno completato la manovra. A quel punto, gli aerei della seconda sezione si sono diretti verso quelli della prima, e sono atterrati in un aeroporto distante una ventina di chilometri, dove c'è una pista agibile". Due velivoli, il n. 3 e il 5, erano finiti nel raggio delle schegge ed avevano riportato danni, ma 1 piloti sono riusciti a portarli a terra. Diego Raineri torna al momento dell'impatto tremendo sopra le teste degli spettatori. "Adesso ci sono tre commissioni d'inchiesta, che spero possano spiegare anche a noi perché quell'aereo s'è trovato là in quell'istante». Il comandante delit «Frecce» era in contatto radio con i piloti. Che cosa si son detti? •Dall'esplosione in poi, a loro non ho detto nulla, per non aggiungere altre forti emozioni al sospetto che i ragazzi potevano avere vedendo il fumo nero a terra-. Il ten. col. Raineri ha fissa davanti a sé l'immagine del tragico groviglio. E ripete: "Il dato di fatto è certo. Ma va spiegato il perché. Il solista era in anticipo su tutto il resto della formazione: il tempo e la posizione erano sbagliati-. Può essersi trattato di un malore? «Io non ho avuto sentore, di un malore. Però, questa vale come ogni altra ipotesi che si può fare. Comunque, via radio non ho ricevuto alcun avvertimento». S'è fatto qualche tentativo di evitare il disastro? "Non ho potuto capire cosa stesse accadendo, in quegli istanti. Bisognerebbe vedere i filmati che sono stati girati, da varie angolazioni, anche da operatori privati"- Qualcuno non scarta nemmeno l'ipotesi di un sabotaggio. "Ma io — dice Raineri — penso che non sia da prendere in considerazione-. Ora si parla di nuovo di quella figura acrobatica, denominata «cardioide», che la pattuglia stava eseguendo sopra la pista di Ramstein. Quale percentuale di pericolo comporta? -La possibilità di collisione dell'aereo del solista con la formazione, in questa figura — risponde il comandante — è praticamente uguale a zero, anche sulla carta-. E adesso, si domanda a Raineri, che cosa faranno le «Frecce tricolori»? Lui risponde: "Saremmo dei pezzi di legno se non ci sentissimo colpiti. Queste sono cose che uno si porta dentro campasse cent'anni'. Perché, allora, continuare a dedicarsi a queste acrobazie nel cielo? •Facendo un grande sforzo, possiamo dire che la motivazione c'è ancora. Però, quello che è successo a Ramstein è una delle cose che non si possono certo dimenticare- . Le «Frecce tricolori» ancora in volo? Questi piloti usciti da una tragedia di queste proporzioni andranno ad «esibirsi» a fine settimana in Svizzera? «Se il capo di Stato Maggiore ci chiederà di farlo — risponde il comandante — noi lo faremo sicuramente, e anche volentieri. Ci sentia¬ mo di andare. Però, il peso dell'incidente è enorme. E poi, ci vorranno mesi, anni, per riformare un team come quello che stava volando a Ramstein: quello era il migliore del mondo». Resta, sulle pattuglie acrobatiche, un carico di polemiche. C'è chi si domanda se le esibizioni delle «Frecce» non siano fuori del tempo. Raineri dice che non lo sono. «Allora, lo sarebbe anche una corsa automobilistica di Formula 1». Nel tardo pomeriggio, l'arrivo delle salme del tre piloti: Mario Naldini, capoformazione, Giorgio Alessio, gregario di sinistra, Ivo Nutarelli, il «solista». La camera ardente è allestita nel tempio ossario di Udine, dove stamane si svolgeranno i funerali. Giuliano Marchesini « Utili esercizi, non acrobazie» Circo volante? Artisti in uniforme per anacronistiche quanto pericolose parate? Gli interrogativi scaturiti dalla tragedia di Ramstein, oltre a mettere in dubbio la liceità di coinvolgere il pubblico nel rischi del volo acrobatico, per il quale gli standard di sicurezza nelle manifestazioni vanno rivisti, toccano ormai la stessa sopravvivenza delle Frecce tricolori. Vari gruppi politici, Verdi in testa, hanno chiesto infatti lo scioglimento della Pattuglia acrobatica nazionale. Ma l'addestramento all'acrobazia, o più propriamente al "volo di precisione-, per di più eseguito «in coro-, cioè con un coordinamento esasperato, non è solo spettacolo, è alla base della preparazione per un buon pilota da combattimento. "Non per nulla fino al I960 ciascuno stormo caccia aveva la sua pattuglia acrobatica, formata dagli elementi migliori-, dice il comandante Angelo Boscolo, per otto anni, fino al] '80, alla Pan e oggi pilota di DC9 Alitalia. C'erano i •Cavallini rampanti» della 4a Aerobrigata, i 'Getti tonanti» della 5a, le -Tigri bianchedella 51», i "Diavoli rossi» della 6a ed i "Lancieri neri» della 2». Erano i gruppi dei migliori, che costituivano esempio e stimolo. Ma ogni movimento di quelli eseguiti nelle 16 figure dei 22 minuti di esibizione delle Frecce tricolori ha un suo preciso risvolto operativo nel rapporto uomo-macchina del pilota da caccia: l'attitudine a muoversi nelle quattro direzioni nella maniera meno prevedibile (quello che fa «spettacolo» o è "elemento di stupore» per il profano che va alla manifestazione aerea) significa «sopravvivibilità» in combattimento, possibilità di sfuggire all'avversario o di attaccare un obiettivo in modo imprevedibile. La guerra aerea, anche oggi, non è solo fatta di automatismi elettronici, ma anche di confidenza uomomacchina. Ed è su queste premesse che il padre del volo acrobatico italiano, il colonnello Rino Corso Fougier, subito dopo la prima Gutrra mondiale, convinse lo State maggiore della necessità d! addestrare in questo modo i piloti. E' trascorso più di mezzo secolo, ma anche nella moderna tecnologia bellica il volo acrobatico ha un suo motivo di essere: non a caso le Frec- ce tricolori fanno parte del 313° Gruppo, i cui compiiti operativi sono proprio quelli del supporto aereo, della ricognizione tattica e della caccia, a bassa quota, ai carri armati e agli elicotteri. •E'gente in grado difareko slalom tra gli alberi e di girare intorno a un pagliaio sfiorando it terreno», dice Andrea Nativi, esperto aeronautico della Rivista italiana di difesa. La caccia agli elicotteri presuppone una manovrabilità eccezionale, ; Aggiunge Andrea Artohi, del periodico specializzato Volare: "Il 313° gruppo di Rivolto è la massima espressione del volo militare. E' lì che si studiano le tattiche di attacco al suolo, che si fanno le sperimentazioni operative. Non per nulla sarà il primo reparto ad avere il nuopo caccia Amx. E chi va alla Pan non è una "prima donna" o un "artista", come è stato detto da qualcuno, ma è più degli altri un docile e preciso esecutore di un disegno complesso studiato nei minimi particolari». E' indicativo che dalle Frecce tricolori siano usciti piloti che poi sono finiti ai comandi dei velivoli Executive dei personaggi più noti dell'aristocrazia industriale italiana. La loro esperienza di volo è una garanzia di sicurezza proprio perché non si tratta, come sostengono alcuni, di «pazzi volanti-, ma di professionisti estremamente seri e preparati, ben consapevoli dei limiti del mezzo. Discendenti sì di quella -Squadriglia folle- del 1° stormo caccia, costituitosi nel '30 a Campoformido. a pochi passi dall'attuale baso della Pan, a Rivolto,, ma figli di quell'era tecnolQgjcfl»m$ccanica ed elettronica, che ha generato i loro aeréf^.Yw t Gianni Bisio

Luoghi citati: Campoformido, Germania, Novara, Svizzera, Texas, Udine