Anche l'Ecolinea dice no ai bidoni della Zanoobia di Giuliano Dolfini

Anche l'Ecolinea dice no ai bidoni della Zanoobia L'azienda di Leinì rompe il contratto per le operazioni di bonifica Anche l'Ecolinea dice no ai bidoni della Zanoobia La fabbrica è presidiata da cinque giorni: «In queste condizioni non possiamo lavorare» TORINO — Colpo di scena nella vicenda dei fusti della Zanoobia, la nave dei veleni ancorata al porto di Genova. La Ecolinea di Leinì, l'azienda ecologica incaricata di trattare i fanghi di lavanderia e le resine sintetiche provenienti dalla nave «maledetta», ha sospeso unilateralmente il contratto con la Castana, la società che gestisce la bonifica della nave. Questo dopo le prese di posizione di Comune, Regione, ambientalisti e popolazione, che da 5 giorni bloccano i cancelli. L'azienda ha dichiarato di essere «impossibilitata a svolgere i propri compiti». Cosi il primo tentativo di trattare ecologicamente i rifiuti (che hanno già fatto mezzo giro del mondo), è miseramente fallito. Ma nel frattempo si è appreso che nell'azienda di Leinì doveva; no arrivare 1440 fusti dalla Zanoobia e non 80 come inizialmente era stato comunicato. Ecco cos'ha detto l'Ecolinea, azienda della Lega delle Cooperative, scelta per le sue capacità tecniche: «A causa delle agitazioni della popolazione — dice il direttore ing. Manlio Pacitti —, e perché le autorità possano fornire le garanzie necessarie ai cittadini, sospendiamo la nostra attività. Questo anche per evitare azioni di forza verso coloro che bloccano i cancelli. Avevamo sollecitalo dalle autorità eventuali decisioni in merito al problema. Ma finora non abbiamo ottenuto risposte'. Aggiunge: «Se non ci saranno condizioni che modificheranno la situazione attuale, sospendiamo già da adesso l'esecutività del contratto per il trattamento dei fusti della Zanoobia'. Infatti, ieri, i picchetti davanti ai cancelli si sono intensificati quando i manifestanti hanno saputo che i fusti che dovevano giungere erano 1440 e non 80. Un totale di 360 tonnellate, delle quali 300 di resine sintetiche e 60 di fanghi di lavanderia (inquinati con percloroetilene). Così neppure altri prodotti già trattati sono potuti uscire dai cancelli di via Torino. Neppure dopo due ore di trattative con i dimostranti, l'azienda è riuscita a convincere. Quindi in serata ha comunicato la sua decisione di sospendere le lavorazioni dei fusti della nave.'Però i dimostranti sono rimasti. «Da troppo tempo sopportiamo puzze diverse — dice Guerrino Babbini; del Comitato —; tutti d'accordo sulla necessità di trattare i rifiuti della Zanoobia. Ma lo facciano aziende che hanno impianti lontano dalle case». Fin dal mattino la giornata di ieri è stata caratterizzata da una serie di consultazioni e decisioni, culminate in serata con il comunicato della Ecolinea Che ha tagliato la testa al toro e spiazzato tutti. Inizialmente si pensava che sarebbe toccato al sindaco di Leinì Giuseppe Cozza gestire l'arrivo (se mai ci fosse stato) e il trattamento dei bidoni della Zanoobia. «Una cosa è certa — ha precisato il sindaco —; andremo a Genova assieme ai tecnici di Provincia, Usi e Regione per controllare tutto con accuratezza. Comunque, se questi rifiuti devono essere trattati, ciò non deve avvenire nel centro abitato. Queste aziende vanno dislocate altrove». Dato che l'Ecolìnea è in mezzo alle case significava quindi che i bidoni della Zanoobia avevano scarsissime possibilità di arrivare a Leinì. Contemporaneamente U contrammiraglio Giuseppe Francese aveva illustrato al presidente della Regione Beltrami (che aveva respinto il carico) e al prefetto Luigi Sparano le metodologie usate per la bonifica della nave (costo 7 miliardi, dei quali 3 e mezzo per analisi e controlli), e che cosa si sarebbe portato alla Ecolinea. In sostanza si tratta di separare il perclo¬ roetilene (è la trielina), che viene riciclata, mentre il terriccio va in discarica. Poi triturare resine sintetiche, destinate a un inceneritore di Marsiglia: Lavori, insomma," che l'azienda esegue da anni. "All'azienda di Leinì dovrebbe pervenire il 20 per cento delle sostanze scaricate—ha precisato il contrammiraglio Francese —, il resto va a società di Lombardia ed Emilia Romagna. Poi molti di questi prodotti finiranno bruciati in inceneritori stranieri. Anche perché noi questi impianti non li abbiamo». E porge ai giornalisti le schede dei piani di intervento, valutazioni di rischio ed analisi. La competenza sullo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi e relativi controlli è della Provincia. «Siamo disponibi¬ li a fornire la collaborazione necessaria perle procedure e le verifiche — precisa l'assessore delegato Egidio Francisco —; prepariamo l'intervento nel porto di Genova per accertare cosa sono Questi rifiuti. Proprio come ha richiesto l'ammiraglio Francese». Per il caso Zanoobia-Ecolinea a Leinì il clima politico è rovente. Il sindaco, de, ha già detto che non vuole i bidoni tossici, n psi neanche, ed ha telegrafato a Craxi; il pri parla di «demagogia emotiva». Democrazia proletaria ha scritto al ministro Ruffolo; il pei vuole chiarezza dall'assessore provinciale all'Ecologia, che però è in ferie. Intanto oggi, alle 18, Consiglio comunale aperto. Giuliano Dolfini

Persone citate: Beltrami, Craxi, Egidio Francisco, Francese, Giuseppe Cozza, Giuseppe Francese, Guerrino Babbini, Luigi Sparano, Manlio Pacitti, Ruffolo

Luoghi citati: Emilia Romagna, Genova, Leinì, Lombardia, Marsiglia, Torino