Stangata di fine agosto

Stangata di fine agosto Per alcuni prodotti alimentari sono previsti forti rialzi Stangata di fine agosto Unione consumatori e Confesercenti hanno lanciato l'allarme - Scettica la Confagrìcoltura: «I soldi dei rincari non andranno comunque nelle tasche dei coltivatori» - Un'indagine della Sigma ROMA — Stando alle previsioni questo fine estate dovrebbe essere caratterizzato da una «stangata» per quanto riguarda i prezzi del settore agricolo. L'Unione consumatori avverte che, a causa della siccità e del caldo, molti prodotti ortofrutticoli hanno toccato, o stanno per raggiungere, quotazioni astronomiche, n record dei rincari, sempre secondo i dati dell'Unione consumatori, spetta ai limoni, che potrebbero totalizzare aumenti fino al 125% rispetto al listino di inizio luglio. Anche per le pesche, susine e uva nera i rincari stanno toccando quota 35%, mentre per uva bianca mele e pere la disponibilità sui mercati si annuncia inferiore allo scorso anno. La lista delle impennate continua parlando di aumenti del 50% sui meloni e di insalate, cetrioli, pomodori da tavola, sedani e biete, che stanno scontando una riduzione del volume di offerta con rialzi dei prezzi variabili dal 15 al 30%. 'Calcolato sulla borsa della famiglia — commenta l'Unione consumatori — questo movimento dei prezzi incide approssimativamente per 20 mila lire in più il mese, anche se la situazione potrebbe normalizzarsi in settembre con i nuovi raccolti'. Anche per un'altra associazione, la Confesercenti, gli ortofrutticoli costituiranno un'eccezione nel panorama, generalmente calmo, dei prezzi di settembre. Secondo le proiezioni della Confeser¬ centi 'l'incremento dei prezzi per i prodotti di stagione ortofrutticoli si aggirerà attorno al 4-5% rispetto a luglio-. Tutte queste apprensioni non sono però condivise appieno dai tecnici della Confagrìcoltura: •/ danni per la siccità sono incontestabili ed è più che probabile che ci sia una rarefazione dell'offerta — dice Franco Guarneri, direttore del servizio economico — ma è difficile verificare su quali basi si parli di aumenti, molte colture sono tuttora in corso. Considerando le deviazioni, legate alle ferie, di una parte dei canali di distribuzione, un leggero movimento di prezzi ci può essere; io però sono più che altro convinto che siano proprio questi allarmismi a far lievitare i listini e dar spazio alla speculazione. Una cosa è comunque certa: a guadagnarci non sono i coltivatori'. A fornire altri dati per risolvere il problema è la -Sigma» di Bologna, società leader delle Confcooperative nel settore della distribuzione (3000 punti vendita associati e un volume di affari superiore ai 1400 miliardi). •/( rientro degli italiani dalle ferie — sottolinea Aldo Puccini, direttore marketing — non dovrebbe essere traumatico, anche se in alcuni comparti si registrano particolari tensioni. La nostra indagine si riferisce a 300 prodotti». Vediamo dunque in dettaglio che cosa succederà nelle prossime settimane secondo le «coop bianche» della distribuzione. LATTE E BURRO — Per il latte a lunga conservazione sono previsti rincari nell'ordine del 5-5,5% (l'aumento è legato in gran parte alle importazioni, che rappresentano il 40% del fabbisogno nazionale) ed è giustificato dalla carenza di prodotto, primo risultato della dura azione della Cee per contenere le ec¬ cedenze del settore. Analoga situazione dovrebbe registrarsi, da settembre, per il burro; l'introduzione delle quote comunitarie dovrebbe avere come conseguenza un incremento dei prezzi del 6-7%. CARNI SUINE E INSACCATI — La carne suina non dovrebbe registrare aumenti sino al termine dell'anno, mentre incrementi del 5% si prevedono già da settembre per insaccati e prodotti preconfezionati a più lunga lavorazione, a seguito dell'aumento del costo del lavoro determinato dal rinnovo contrattuale per i dipendenti del settore. DERIVATI DEL POMODORO — Mercato in tensione a causa dello scarso raccolto e della bassa resa industriale del prodotto. Sono previsti aumenti dell'8-9%. SOTTACETI E SOTTOLI — Prezzi stabili per quasi tutti i prodotti. Unica eccezione i cetrioli, i cui prezzi sono triplicati per la scarsa disponibilità di materia prima. OLIO DI OLIVA — Situazione ancora incerta in vista del nuovo raccolto. La prevista diminuzione del contributo Cee dovrebbe però causare aumenti del 7-8%. VINO — Prezzi tendenzialmente stabili, con riduzioni per il prodotto sfuso. CARNI BOVINE — Secondo l'indagine della Confcooperative emiliano-romagnola i prezzi dovrebbero mantenersi stabili ancora per qualche settimana. La tendenza è comunque verso sensibili aumenti. Dopo anni di pesanti eccedenze la Cee si avvia infatti a una produzione che non raggiunge l'autosufficienza (nel 1989 dovrebbe coprire il 98,5% del consumo intemo), a seguito dei forti abbattimenti di vacche da latte i quasi cinque milioni di capi in cinque anni) e alla conseguente riduzione delle nascite di vitelli da ingrasso. Vanni Cornerò LA MAPPA DEGLI AUMENTI LATTE (lunga conservazione) BURRO INSACCATI = + 5% = + 6-7% = + 5% DERIVATI POMODORO = +8-9% OLIO D'OLIVA Fonte Sigma = +7-8%

Persone citate: Aldo Puccini, Franco Guarneri, Oliva Fonte, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bologna, Roma