E l'Italia s'arrangia
E l'Italia s'arrangia E l'Italia s'arrangia MASSIMO I- SALVADOR! Non è facile per noi venire a capo delle contraddizioni e dei misteri della realtà italiana. Immaginarsi quanto lo sia per gli stranieri! I quali pure, in questo periodo, dedicano molta attenzione nel cercare di capire quel che siamo, perché e come. L'interrogativo fondamentale che di solito viene posto è in qual modo l'Italia riesca, nonostante tutti i suoi notori difetti, a progredire in modo rapido e intenso anche se disordinato. E per venire a capo del mistero, si è soliti concludere che gli italiani posseggono l'arte unica di «arrangiarsi», come dire, appunto, di cavarsela navigando in un mare di guai. Il riconoscimento di questa qualità è peto in genere molto ambiguo e intriso di un'ammirazione sprezzante, in quanto chi ammira gli italiani maneggioni non vorrebbe assolutamente trovarsi nei loro panni, salvo che nei mesi di vacanza (e non sempre i neppure allora). L'interrogativo di cui parlavo lo ha formulato a modo suo, or non è molto, Mitterrand nel vertice franco-italiano a Napoli, chiedendo: -Allora. l'Italia va bene o non va bene?». Ed è proprio partendo da queste parole del Presidente francese che Le Monde ha svolto un'inchiesta sull'Italia d'oggi a cura di Jean-Pierre Clerc: un esempio di buon giornalismo. Anzitutto merita di essere citata la definizione che Clerc dà deW'-arte di arrangiarsi». Essa -non è senza dubbio altro che l'applicazione alla società industriale delle virtù molto antiche di una società fondamentalmente contadina, unite a un talento innato per favorire il movimento degli affari». Insomma, è l'arte di destreggiarsi in acque difficili. Le acque difficili in cui l'italiano si trova a navigare, Le Monde le identifica con precisione e efficacia: un sistema politico cronicamente incapace di decidere è retto da coalizioni ambigue, servizi pubblici a un livello penoso, un debito pubblico pauroso al servizio di un sistema clientelare e frutto dell'inefficienza dello Stato e della sua amministrazione. Il fondamento poco sano del benessere italiano è sottolineato senza veli dicendo che gli italiani hanno già consumato un anno di produzione senza in realtà produrlo. E' in questo quadro che il cittadino cerca come può di passare nei meandri dello Stato malfunzionante; che gli imprenditori agiscono senza avete alle spalle il sostegno di una macchina pubblica moderna; che tutti imparano a «arrangiarsi». Una virtù ambigua, questa dell'«arrangiarsi», poiché è lo specchio di virtù che basta rovesciare come un guanto per scoprire che si tramutano tanto facilmente in vizi. Vi è da chiedersi se un simile punto di vista non sia troppo severo. Credo proprio di no. Basta superare le frontiere, andare nell'Europa avanzata, e vedere anche solo alla superficie quale profonda differenza ci deriva da essa. E ben ci si accorge di dove stia la nostra radicale inferiorità: nel non riuscire ancora a tradurre adeguatamente una imponente produzione di risorse in un adeguato tessuto civile.
Persone citate: Clerc, Mitterrand, Pierre Clerc
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