«In aeroporto come prigionieri»

«Con il super-laser delle guerre stellari passo avanti verso la fusione nucleare» L'annuncio dato dagli scienziati Usa al seminario di Enee «Con il super-laser delle guerre stellari passo avanti verso la fusione nucleare» «Forse intorno al 2020 arriveremo anche allo sfruttamento commerciale di questa energia» ERI CE — n seminario annuale del Centro Majorana dedicato alla riduzione degli armamenti è ormai esautorato dalle trattative dirette Reagan-Gorbaciov, ma anche questa volta c'è una notizia di richiamo: negli Stati Uniti con un potente raggio laser sarebbe stata ottenuta per la prima volta la «fusione nucleare controllata». Si sarebbe cioè riprodotto in modo pacifico, in laboratorio, il processo fisico che fa esplodere la bomba H e che fa irradiare energia alle stelle. L'annuncio è venuto da Eric Storm, un giovane fisico del Livermore Laboratori, in California. H laser utilizzato è il più potente mai costruito. Nel suo raggio di luce, per un miliardesimo di secondo, concentra centomila miliardi di watt: la potenza elettrica che viene prodotta negli interi Stati Uniti Con essa innesca una reazione di fusione tra due isotopi dell'idrogeno, 11 trizio e il deuterio. Dalla reazione esce dell'elio, un elemento più pesante, nel cui nucleo confluiscono, fondendosi, i nuclei di idrogeno. E con l'elio viene fuori anche un potente fiotto di energia. E' appunto cosi che si spera di poter risolvere in modo pulito e definitivo il problema energetico. Quando? 'Finora tutto è stato tenuto segreto — dice Eric Storm—perché il laser utilizzato, chiamato Nova, rientra nel programma delle guerre stellari. Ma adesso sono in grado di rivelare che più volte siamo riluciti a innescare la reazione. Forse intorno al 2020 arriveremo anche allo sfruttamento commerciale dell'energia da fusione». Due sono le strade esplorate negli ultimi quindici anni per realizzare la fusione nucleare controllata. La prima è quella del «confinamento magnetico» per mezzo dei «Tokamak», macchine a forma di ciambella, con un raggio di alcuni metri, nelle quali con potenti campi magnetici si tiene sospeso nel vuoto un plasma di isotopi di idrogeno e lo si riscalda fino a temperature di alcune decine di milioni di gradi. La seconda strada è quella del «confinamento inerziale», che consiste appunto nel riscaldare il miscuglio di idrogeno con un raggio laser (oppure, come propone Carlo Riabbia, con un bombardamento di nuclei atomici pesanti sparati da un acceleratore di particelle). La tecnica del «Tokamak», nonostante gli enormi investimenti, non è ancora mai arrivata ad accendere il plasma e ad avviare la fusione dell'idrogeno In elio, n confinamento inerziale con la tecnica proposta da Rubbià e da altri è ancora quasi soltanto sulla carta, n sistema dei laser, invece, progredisce, ma in buona parte è coperto dal segreto militare. Sarà interessante, dopo l'annuncio di Enee, conoscere meglio i risultati ottenuti nei laboratori di Livermore. Intanto, fusione nucleare a parte, a Erice si discute su come utilizzare le testate atomiche e i missili aboliti dagli accordi Usa-Urss. Ma si parla anche, sempre sotto la regia di Antonino Zichichi, del problema dell'ozono e dell'effetto serra. Insomma, lo spettro della guerra atomica si è un poco allontanato, ma nuovi spettri sono già all'orizzzonte e per affrontarli scienziati americani e sovietici cercano una strategia comune. p.b.

Persone citate: Antonino Zichichi, Carlo Riabbia, Eric Storm, Gorbaciov, Livermore, Majorana, Reagan

Luoghi citati: California, Erice, Stati Uniti, Usa