Dal giudice il sindaco di Palermo
Dal giudice il sindaco di Palermo Polemica sulla mafia: «Ho dato tutti i chiarimenti sui politici» Dal giudice il sindaco di Palermo PALERMO — n sindaco Orlando non si è tirato indietro. Ha avuto un incontro, non facile né rilassante, con il sostituto procuratore Giuseppe Pignatone e a lui sembra avere offerto non soltanto una chiave di lettura. Leoluca Orlando ha fatto nomi e cognomi. Alla fine dell'incontro, ieri sera, il sindaco appariva calmo e sereno, anche se l'unica frase che ha concesso ai cronisti è proprio inquietante. 'Ho dato tutti i chiarimenti necessari e anche indicazioni utili perché il procuratore della Repubblica possa sentire altre persone». Politici? gli è stato chiesto. E lui freddo: "Naturalmente'. Si è concluso così, dopo più di due ore, il tanto atteso incontro fra il sindaco e il magistrato incaricato di fare chiarezza su alcune dichiarazioni che Orlando aveva fatto ai giornali. L'argomento di quelle frasi era la mafia, il pericolo chV la «piovra» si stesse per appropriare della politica. -La gente vuol sapere — aveva detto — se nella morte di un boss di borgata o di periferia sono implicati uomini politici. Come posso fare politica se ho il dubbio che il mio interlocutore sia il mandante del delitto? Qui i mafiosi rischiano d'identificarsi con chi sta nelle istituzioni. Hanno il volto di uomini politici, di qualcuno che ci ha preceduto. Noi non possiamo arrestarli, ma metterli in un angolo come abbiamo fatto». La denuncia si concludeva con un appello al presidente della Repubblica perché •rassicurasse il Paese». La sortita di Orlando suscitò un vespaio di polemiche. Lo scontro infuriava nei palazzi del potere, erano i giorni in cui si dilaniavano investigatori, magistrati e politici. Le frasi di Orlando ed anche quelle del vicequestore Francesco Accordino (che denunciava il pericolo di un ritorno alla normalizzazione in questura) divennero la molla che provocò l'intervento della procura della Repub¬ blica. Accordino fu sentito, ma la sua denuncia rimase generica. Ieri è toccato a Leoluca Orlando. Il sindaco è giunto a Palazzo di giustizia poco dopo le 17 in abito grigio. Per tutta la mattinata i cronisti avevano presidiato la stanza del giudice Pignatone, poi la notizia che si sarebbe rivelata depistatrice: "L'interrogatorio slitta di qualche giorno'. Per sottrarre l'avvenimento alla curiosità dei cronisti, si è decìso d'interrogare Orlando di pomeriggio e senza che, alla fine, l'ufficio stampa della procura emettesse alcun comunicato, come inve- ce era accaduto per l'interrogatorio di Accordino. La presenza di Orlando a Palazzo di giustizia però è stata tradita dalle auto della sua scorta. Un fotografo ha visto la blindata e ha capito. Qualche minuto dopo, dietro la porta del giudice Pignatone c'erano i cronisti. L'incontro è finito poco dopo le 19: il magistrato non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Quella del sindaco, invece, ha già scosso gli ambienti della politica palermitana. Evidentemente Orlando non ha inteso fare i nomi di politici collusi, ma ha certamente offerto alla magistratura la possibilità di ascoltare altri testimoni che possono dare un buon contributo alla comprensione delle vicende polìtico-mafiose degli ultimi anni. Si vedrà, adesso, quale atteggiamento prenderà la magistratura: la «patata bollente» è passata di mano e in un momento in cui lo scontro fra i partiti ha raggiunto punte durissime. Ci sarà la «sfilata» dei politici in procura? Orlando, intanto, oggi lascia Palermo e va ad incontrare De Mita a Mantova, dove c'è la Festa dell'amicizia. Mentre sarà in viaggio il coordinamento antimafia e ì movimenti che sostengono il sindaco daranno vita ad una manifestazione di solidarietà, ir. li
Persone citate: Accordino, De Mita, Francesco Accordino, Giuseppe Pignatone, Leoluca Orlando, Pignatone
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