Donat-Cattin ma certi tagli sono solo una presa in giro di Eugenio Palmieri

Donat-Cattin: ma certi tagli sono solo una presa in giro «Senza riforma, impossibile ridurre il bilancio di 6 mila miliardi» Donat-Cattin: ma certi tagli sono solo una presa in giro «Inutile illudersi, al consuntivo non si sfugge» • «Penso di ridurre i ticket sulle analisi» ROMA — «I tagli alla spesa? Diciamo la verità: senza strumenti sono soltanto una presa in giro. E questa sarà la posizione che porterò venerdì a Palazzo Chigi. Vogliono che al bilancio della Sanità per 1 '89 si metta la cifra di 52 mila miliardi invece di 58 mila? Padroni di farlo ma poi qualcuno dovrà onorare U conto finale». Donat-Cattin sa di essere seduto sulla Santa Barbara della spesa sanitaria, una delle uscite più consistenti per il sostentamento del Welfare State all'italiana e al Consiglio dei ministri del 26 agosto ribadirà una posizione destinata a rinfocolare le polemiche tra gli ideologi del tagli e i sostenitori della leva fiscale. Solo dalla sanità, infatti, dovrebbero saltare fuori, secondo 1 calcoli dei tecnici, almeno 6000 miliardi nell'89. Un intervento di scure più che di bisturi. «Innanzitutto c'è da fare una distinzione. Il mio ministero gestisce direttamente circa 900 miliardi che sono in pratica tutti utilizzati anche attraverso partite di giro: 175 miliardi per gli asili nido, 135 per la Croce Rossa, 170 per l'assistenza degli italiani all'estero, 100 miliardi per l'Aids ecc. A meno che non vogliano cancellare i 28 milioni che il bilancio mette a disposizione del ministero per studiare il legame tra salute e fenomeno dell'eutrofizzazione! n grosso della spesa, i famosi 50. 000 miliardi, passano attra- verso le Regioni e le Usi: il ministero non ha neppure il potere ispettivo». Insomma lei sta dicendo che il ministero non può far nulla... «Almeno fino a quando non sarà approvata dal Parlamento la cosiddetta riforma della riforma sanitaria. La mia legge, ad esempio, si ripromette di trasformare le Usi in aziende, di farle gestire da amministratori competenti. Ma hanno impiegato quattro mesi per stamparla e la commissione della Camera ha iniziato ad esaminarla lo scorso luglio pur avendola il sottoscritto presentata molto tempo fa. Senza questo strumento il ministro è disarmato: venerdì lo dirò chiaro e tondo». Entro quanto tempo il Parlamento dovrebbe approvare il provvedimento per renderlo efficace? «Al massimo entro quattro mesi. Solo in questo modo la spesa sanitaria potrebbe essere razionalizzata a partire dall'89 con risparmi che nel giro di quattro anni potrebbero arrivare a 10.000 miliardi. Nessuno può pensare ad una riduzione delle prestazioni». Altrimenti? «Altrimenti cambierebbe ben poco perché molte spese sono incomprimibili. Sotto il bilancio si possono scrivere, le cifre più diverse ma alla fine dell'anno arriva il consuntivo al quale non si può sfuggire. La lotta va fatta agli sprechi e ha ragione il ministro del Tesoro Amato che bisogna anche puntare all'incremento delle entrate perché molte voci sono rigide a meno che non si voglia smantellare lo Stato sociale». Contro gli sprechi. Verso quale direzione? «Penso da tempo ad un ripristino del ticket sulle analisi. Non è pensabile che la spesa possa continuare ai ritmi attuali: nel giro di due anni si è passati da 1600 a 3600 miliardi. Valanghe di analisi soprattutto al Sud per "favorire" gli affari della miriade di laboratori gestiti da una sola persona. Quando l'ho proposto mi è stato risposto, dopo una riunione dei sindacati a Palazzo Chigi, che Cgil, Clsl e Uil erano contrarie. E non se n*è fatto nulla». C'è chi parla di distribuire gratuitamente i farmaci solo per le malattie più importanti o di dare un buono, ad esempio 200.000 lire l'anno, ad ogni cittadino. «Mi sembrano entrambe da bocciare. Non ci possono essere divisioni tra ricchi e poveri di fronte alla malattia né è pensabile che le esigenze di un giovane siano le stesse di un anziano. Per razionalizzare il consumo dei farmaci abbiamo in funzione alcune misure che stanno dando frutti consistenti e presto ne adotteremo altre. Nessuno ha la bacchetta magica». Che cosa accadrà venerdì al Consiglio dei ministri? «Credo che ì ministri della spesa confronteranno le loro velleità di spendere di più». Ma il ministro della Sanità, assicura Donat-Cattin, non entrerà nel gruppo. Eugenio Palmieri II ministro della Sanità, Carlo Donat-Cattin

Persone citate: Carlo Donat-cattin, Donat-cattin, Tesoro Amato

Luoghi citati: Roma