Per Belcastro sfida al buio

Per Belcastro sfida al buio BOXE Stasera in Sicilia tenta il Mondiale contro il misterioso Sanabria Per Belcastro sfida al buio In palio il titolo Ibf dei supergallo che appartiene al «guardia destra» venezuelano, balzato alla ribalta solo pochi mesi fa - Il fattore sorpresa può valere per entrambi i contendenti Una sfida al buio stasera a Capo d'Orlando, un ring siciliano che, per la verità, non ha mai portato troppa fortuna ai pugili italiani. Qui, ad esempio, La Rocca fallì quattro anni fa una favorevole occasione per conquistare il titolo europeo dei welters contro il francese Elbilia, mentre nel dicembre dell'anno scorso il pugliese Curcettì fu duramente fermato dal sudafricano Mitchell nel tentativo di conquistare il titolo mondiale Wba dei superpiuma. A sfidare la cabala è Vincenzo Belcastro, l'umile calabrese di Fuscaldo che, senza far troppo clamore, nel giro di pochi mesi è balzato dalla polvere all'altare come un Napoleone qualsiasi. Sei mesi fa Belcastro, un ex muratore meridionale da anni ormai trapiantato a Pavia, era un pugile deluso, quasi sulla soglia della rinuncia, a nemmeno 27 anni: aveva appena perso il titolo italiano dei pesi gallo contro Picardi, l'orizzonte non sembrava offrirgli niente di buono. Dal cappello del suo manager Rocco Agostino è saltato fuori il coniglio a sorpresa di una chance europea, approfittando della sicumera del campione in carica, il francese Fabrice Bénichou. Invece il 14 aprile, sul ring ligure di Busalla, Vincenzo Belcastro, che in carriera aveva battuto prima del limite soltanto un «materasso» algerino, indovinò un gran destro d'incontro, conquistando per ko il trofeo continentale. E' un anno fortunato insomma questo per Belcastro e ciò aiuta a considerare con minor pessimismo di quanto sarebbe logico la nuova occa- sionlssima che il destino ha offerto al calabrese. José Sanabria, venticinquenne campione del mondo dei supergallo versione Ibf, è balzato alla ribalta pochi mesi fa, conquistando la corona mondiale lasciata vacante dal sudcoreano Seung Hoon Lee, con una clamorosa vittoria per kot alla 6* ripresa a casa del colombiano Moises Fuentes. L'offerta di 85 mila dolla¬ ri giuntagli dall'Italia — una borsa allettante, per pugili delle piccole categorie — lo ha convinto ad accettare il viaggio in Sicilia, un'incognita per lui come per Belcastro. Di questo sudamericano residente a New York non si sa molto, se non che è cresciuto pugilisticamente nella palestra di Chino Govin, manager di grandi campioni del passato tra cui Rodrigo Valdes, che ha una statura insolita per un pugile di 55 chili, 177 centimetri, roba da peso medio, che è mancino e, stando alle cifre del suo record, è un temibile picchiatore. n fattore sorpresa comunque è reversibile. Nemmeno Sanabria ed il suo «clan» sanno molto delle caratteristiche di Belcastro, pugile mobilissimo, dotato dì grande scelta di tempo, assai abile nella boxe di rimessa. Il primo impatto con una boxe diversa, più ragionata e meno «caliente» di quella americana, potrebbe creare problemi imprevisti al venezuelano. Il recente passato, guardando le imprese di Rosi e di Kalambay, dice che i pugili americani sono vulnerabili se costretti sul ring ad usare più il cervello che il randello. Non è una convinzione questa, ma più che altro una speranza. Gianni Pigliata

Luoghi citati: Belcastro, Busalla, Fuscaldo, Italia, New York, Pavia, Sicilia