A Messa i leaders del pc ungherese

A Messa i leaders del pc ungherese S. Stefano ha unito Stato e Chiesa A Messa i leaders del pc ungherese BUDAPEST — Le celebrazioni in occasione del novecentocinquantesimo anniversario della morte di Santo Stefano, il primo re d'Ungheria, sono culminate ieri sera con una Messa celebrata nella basìlica del patrono, cui hanno preso parte i maggiori esponenti del partito comunista ungherese, insieme con alti prelati cattolici tra cui il primate di Polonia, Josef Glemp. Viene così sancito da parte del governo di Budapest il riconoscimento dei ruolo chiave che il santo ebbe nella storia ungherese, reggendo il Paese dal 1001 al 1038. 'Si sono accorti che l'identità nazionale ha bisogno di un legame continuo con il nostro passato — ha dichiarato padre Lazslo Lukacs, direttore del quotidiano Vigilia —: c'è stata una sorta di riscoperta della nostra storia nazionale, in cui la Chiesa e Santo Stefano ricoprono un ruolo molto importante». Nel corso della celebrazione, il primate d'Ungheria, cardinale Lazio Paskai, ha invitato il Pontefice a visitare il Paese. Si tratterebbe del secondo Stato Est-europeo, dopo la Polonia, a ricevere Giovanni Paolo II. La Chiesa cattolica e l'Accademia delle Scienze si sono ritrovate, insieme, nel Comitato commemorativo di Santo Stefano. La Banca centrale, poi, Via addirittura messo a disposizione i suoi furgoni speciali per trasportare le reliquie del Santo-Re nelle varie diocesi, e le Poste si sono impegnate a emettere francobolli speciali. Malgrado in Ungheria il cattolicesimo non abbia un'influenza pari a quella della Polonia — esiste una consistente minoranza luterana —i rapporti Stato-Chiesa sono assai più distesi che nelle vicine Cecoslovacchia e Romania. (Ansa-Reuter-Afp)

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Josef Glemp, Lukacs, Paskai

Luoghi citati: Budapest, Cecoslovacchia, Lazio, Polonia, Romania, Ungheria