La strage-show indigna Bonn di Alfredo Venturi
La strage-show indigna Bonn Banditi intervistati, polizia latitante, un dramma finale evitabile accendono le polemiche La strage-show indigna Bonn Invece delle teste di cuoio, le autorità locali hanno impiegato i loro uomini, mostratisi impreparati - La ressa dei reporter intorno a sequestratori e ostaggi ha ostacolato gli agenti - Chiesto un dibattito al Bundestag DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Era come se girassero un film, anzi uno di quegli episodi dei serial polizieschi che approdano con cadenza settimanale sugli schermi televisivi. Ma non si vedeva, stavolta, la faccia rassicurante dell'ispettore Derrick. S'Immagini 11 centro pedonale di Colonia, proprio sotto le guglie altissime del duomo. E* giovedì, attorno all'una. A turno, due uomini armati scendono da un'auto e, vanno a prendere un caffè. Birra e caffè per la precisione. Intorno un nugolo di giornalisti e fotografi, le telecamere, le lampade. E ancora una folla eccitata come capita, appunto, quando si trova coinvolta nella finzione scenica. Ma questa non è affatto finzione. Da clnquantatré ore quei due uomini tengono in scacco le polizie di tre Laender tedeschi senza contare quella d'Olanda.' Nella macchina c'è una donna ferita, la loro complice, e ci sono due terrorizzate ragazze di diciotto anni: è dalla sera precedente che sono in loro potere, dalla tremenda serata di Brema, da quel maledetto autobus 53. Hans-Juergen Roesner si vede porgere i microfoni, con quella faccia stravolta dalla stanchezza sembra un ciclista all'arrivo di una tappa di montagna. Lo intervistano, infatti, come l'asso di uno sport nuovo e terribile. Lui agita la pistola, impreca e minaccia. Si pensi a quel che è accaduto appena mezz'ora dopo quella scena. L'agguato in autostrada, l'attacco delle forze speciali, la cattura dei due criminali pagata a un prezzo esorbitante: la morte a diciott'anhi- di Silke Bischof. E le due vittime del giorno prima: Emanuele De Giorgi ammazzato a colpi di pistola, il poliziotto Ingo Hagen schiantato nell'auto lanciata all'inseguimento dei fuggiaschi. Quando si parla d'azione drammatica, riferendosi a fatti di cronaca, s'intende di solito sottolinearne quegli aspetti che particolarmente colpiscono l'immaginazione: l'incertezza, la paura, il sangue, la morte. In questo caso, invece, l'espressione dev'essere intesa nel suo significato letterale. Quest'avventura itinerante sulle strade del Nord è stata un dramma pro¬ prio nel senso di azione teatrale. E' stata una recita, una rappresentazione. Ha avuto un pubblico immenso e partecipe: milioni di radioascoltatori, milioni di telespettatori. Indice di gradimento? Non so, ma credo che l'ispettore Derrick sia stato lasciato alle spalle. Anche per questo, per il fatto criminale esibito come grande spettacolo di massa, una furibonda polemica è in corso in Germania. Al centro delle critiche un rapporto bizzarramente ribaltato o, se si preferisce restare nella metafora teatrale, due parti scambiate. Doveva essere la polizia a serrare da presso 1 fuggiaschi: è stata la stampa. A Roesner e Degowski, i due banditeli! di provincia finalmente approdati alla grande cronaca, è stata offerta l'inebriante sensazione di essere al.vertice dell'interesse pubblico, in questa Germania di mezza estate. Dovrà occuparsene il Bundestag, tuonano molti politici. Occuparsi di che? Del comportamento dei due grandi imputati di questi giorni: la stampa e la polizia. Per la stampa, qualcuno arriva a Ipotizzare estremi di reato sui quali la magistratura è sollecitata a indagare: l'orda dei giornalisti, come la chiama lo psicologo criminale Georg Sieber, non avrà per caso ostacolato l'azione della polizia? Quanto all'azione della polizia, sono diverse le sfumature polemiche, ma i commentatori tedeschi sono concordi sul fondo: la vicenda è stata risolta troppo tardi e con troppo sangue. Qualcuno arriva a parlare di dilettantismo, accusa particolarmente grave in una società che ammira e onora le capacità professionali. H dibattito investe la stessa struttura federale dello Stato. Ogni competenza in materia, ripetono i portavoce governativi, risale ai Laen- der. Si vengono a sapere particolari che lasciano sconcertati Per esempio, due squadre di Gsg 9, le addestratissime teste di cuoio della guardia di frontiera, erano pronte a scattare. Perché non sono scattate? Perché le autorità del Nord Reno-Westfalia hanno preferito impiegare i reparti speciali, ma non troppo, della loro polizia regionale. Conta fino a un certo punto che la povera Silke sia stata uccisa, come è emerso ieri, dal bandito che le sedeva accanto. Resta il dubbio, politicamente insostenibile per i responsabili di Dusseldorf, che l'impiego degli specialisti federali poteva impedire, come è accaduto altre volte in circostanze simili, ogni possibilità di reazione. Altri penosi interrogativi attorno alla morte di Emanuele. Perché i poliziotti di Brema s'impadronirono, in quella stazione di servizio, della complice dei banditi? Avevano dimenticato quei venticinque bersagli umani in cima alle canne delle pistole? Non c'è dubbio: questo dramma è stato recitato molto male. Alfredo Venturi
Persone citate: Brema, Emanuele De Giorgi, Georg Sieber, Ingo Hagen
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