«All'Asinara i privilegiali fanno il bagno» di Franco Lucentini

Se Dracula corteggia la Juve Lo spot pubblicitario sulle virtù della «vecchia signora» Se Dracula corteggia la Juve «No, ma non è possibile, non esiste, qui siamo arrivati a Labiche; ma che dico, alle comiche di Ridolini, mancano solo le barbe finte e le torte in faccia, non ne azzeccano più una che è una, va bene sbagliare, cadere, va bene anche la sfortuna, il destino, magari perfino il calcioscommesse, la retrocessione in B, qualsiasi cosa piuttosto che il ridicolo, per una squadra 'come la Juventus!». Il nostro amico tifoso è partito a testa bassa dal fondocampo e corre senza che nessuno riesca a fermarlo. «La famosa classe, il leggendario stile! La classe è ormai diventata chiaramente una prima elementare differenziata. E dello stile, meglio non parlarne. L'avete visto lo spot pubblicitario per attirare gli abbonati. No? Beh, c'è questo attempato e acciaccato magazziniere che viene fuori da una penombra ca¬ vernosa e comincia a raccontarci come eravamo, le vecchie glorie, i defunti campioni, i trapassati trionfi, i sepolti allori. Un filmettino tipo Dracula, di quelli che piacciono a voi. La notte dei morti viventi, né più né meno. Già che c'erano, invece di prendere per la parte un attore inglese qualunque, potevano ingaggiare Christopher Lee, Vincent Price. E quando poi si arriva all'oggi, chi ci fanno vedere? Cabrini, che è una riserva. Altobelli, che il meglio di sé l'ha già dato all'Inter. E Rush, che è appena ripartito per il castello gallese dove gli ridaranno il suo lenzuolo, le sue catene e il suo posto di fantasma nel sotterraneo. Mi spiegate perché mai io dovrei abbonarmi alle partite di una squadra simile?». Tentiamo di bloccare il focoso attaccante. Forse l'idea dello spot era di toccare corde affettuose, nostalgi¬ che', mirava soprattutto al cuore dei tifosi... Ma siamo subito dribblati. «Sì, certo, come no! De Amicis! La maledizione del Cuore! La visita di Enrico al vecchio maestro. Quanti dolci ricordi e quante furtive lacrime. Ma vi pare il caso, con una squadra che da due anni perde tutto quello che c'è da perdere? Sono cose ovvie, andiamo! Non lo sanno in piazza Crimea che non c'è maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria? Era da Dante, che dovevano partire, non da De Amicis». Cerchiamo di sgambettarlo con Zavarov, di fargli ammettere che quello è stato davvero un colpo sensazionale, che il russo è davvero un fuoriclasse, a quanto sembra. Ma l'amico ci salta, ci lascia Il come due statue. «Di questi fuoriclasse del¬ la Juventus io non mi fido più, poi va a finire che anche lui non si trova con la lingua, che a Torino non è felice, che gli manca la zuppa di cavoli acidi, la balalaika, e quando per consolarlo lo portano a passeggio a Lombardore lui dice no, non ci siamo, Lombardore non è la mia cara Steppa». E qui viene la botta micidiale, l'imparabile gol. «Del resto, chi mi dice che sia veramente Zavarov? La Juventus è diventata la squadra dei colpi di scena, dei doppi salti mortali, dei conigli che saltano fuori dal cilindro. Ormai possiamo aspettarci di tutto in un varietà del genere. Anche di svegliarci un bel mattino per sentirci annunciare che Zavarov è in realtà Duhcek, Schimbemi o, che ne so, Moana Pozzi travestita da centrocampista». Carlo Frutterò Franco Lucentini

Luoghi citati: Labiche, Lombardore, Torino