Ha vinto la criminalità spettacolo

Ha vinto la criminalità spettacolo I sequestratori assassini tedeschi hanno monopolizzato i programmi televisivi: in Germania è polemica Ha vinto la criminalità spettacolo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — E' stato il trionfo della criminalità spettacolo. La pubblica apparizione di Hans-Juergen Roesner e Dieter Degowski sugli schermi del secondo canale televisivo, durante le fasi calde della loro sanguinosa avventura, ha provocato non poche polemiche in Germania. Si moltiplicano gli appelli alla responsabilità della stampa, all'opportunità che a gente visibilmente malata di protagonismo e di volontà provocatoria, com'è il caso dei due banditi di Gladbeck, venga almeno negata quella specie di consacrazione sociale che è la facoltà di parlare a milioni di telespettatori, di offrire in pasto al pubblico la propria proterva disperazione. C'è chi parla di scandalo, come il portavoce per la politica intema del gruppo parlamentare cristiano-democratico, Johannes Gerster; e c'è chi esprime indignazione, come l'autorevole esponente liberale Burkhard Hirsch. Contro gli esagerati appetiti professionali dell'orda dei giornalisti, come la definisce con poca tenerezza, si scaglia anche uno psicologo, Georg Sie- ber, specialista di problemi connessi con la criminalità. Sieber, che è stato a lungo consulente psicologico della polizia bavarese, sostiene, che le attenzioni della stampa hanno finito con il legittimare, agli occhi dei due, la loro azione. Insomma il giornalismo accusato per una specie di supporto, di fiancheggiamento: per avere dato voce al crimine e per avere ingigantito quella voce. Alla levata di scudi contro la stampa hanno partecipato alla loro maniera gli stessi Roesner e Degowski, che pure secondo le accuse dei molti critici sono stati i beneficiari di questo attivismo. Contro il taxi che trasportava un corrispondente della Dpa, sull'autostrada fra Brema e Amburgo, dall'autobus dirottato sono stati sparati alcuni colpi di pistola. Illeso l'autista, il giornalista leggermente ferito dai frantumi del parabrezza. Sta di fatto che nelle 54 ore della loro pazzesca avventura, i due banditi hanno avuto un contatto quasi costante con la stampa. Della stampa si sono serviti per dettare le loro condizioni, per lanciare le loro minacce. Probabilmente per vincere le loro paure, certo per sen¬ tirsi qualcuno. Anche il comportamento della polizia in questa vicenda ha suscitato polemiche. Anzi delle polizie, poiché la vicenda si è sviluppata in tre differenti Laender tedeschi (Nordreno-Westfalia, Bassa Sassonia, Brema) e oltre confine, in Olanda. L'ordinamento federale di questo Paese prevede, fra le gelose autonomie dei Laender, anche l'organizzazione e la gestione della polizia. L'assalto finale delle squadre speciali del Nordreno-Westfalia è stato sferrato prima che l'auto dei fuggiaschi superasse il confine della Renania-Palatinato, dove la competenza sarebbe passata alla polizia locale. Nuove squadre erano infatti pronte all'azione, al di là del confine regionale. Evidentemente questa articolazione di competenze si traduce in un handicap, in termini di coordinamento delle azioni. Soltanto per i casi che riguardano la sicurezza dello Stato, quindi per la lotta contro il terrorismo, esiste un efficace coordinamento federale. Negli altri casi, come quello che si è concluso ieri, il coordinamento lascia spesso a desiderare. Un'altra caratteristica della polizia tedesca, delle polizie federali, è l'estrema avarizia nelle informazioni ogni volta che un'azione è in corso. E' certo anche per questo che la stampa, lasciata a digiuno di notizie, finisce con l'organizzare essa stessa i suoi inseguimenti: puntando sulla sete di pubblicità che è caratteristica di criminali come Roesner e Degowski. Se la polizia non parla, i reporter.tendono a abbeverarsi alla fonte diretta delle informazioni. Naturalmente molte perplessità suscita l'operato di chi ha gestito in prima persona l'operazione dei giorni scorsi, cioè le autorità del Nordreno-Westfalia. Nel pomeriggio di ieri, dopo la cruenta conclusione della vicenda, il ministro dell'Interno regionale, che è il socialdemocratico Herbert Schnoor, ha ringraziato la polizia tedesca e quella olandese per il loro impegno in questa emergenza. Alludendo alle critiche affioranti, le ha definite mostruose: non si attacca la polizia mentre è in corso un'azione, dice il ministro di Dusseldorf. Resta il fatto che c'è una certa contraddizione fra il comportamento della polizia nelle fasi iniziali del dramma e nella fase conclusiva. All'inizio, durante la prima presa d'ostaggi nella banca dì Gladbeck, è prevalsala linea morbida. Il rischio di compromettere l'incolumità dei due ostaggi ha Indotto a non ricorrere all'impiego delle squadre speciali, che pure erano pronte a entrare in azione. Queste squadre, chiamate Sek (Sondereinsatzkommandos, commandos per operazioni speciali), vengono addestrate sul modello dei celebri Gsg 9, le teste di cuoio delle guardie di frontiera, in tutte le polizie regionali. Sono considerate particolarmente efficienti quelle del Baden-Wurttemberg, che recentemente sono riuscite a risolvere in modo incruento un difficile caso di ammutinamento in un carcere, con presa di ostaggi. A Gladbeck, dunque, per tutta la giornata di martedì fu valutata l'eventualità di impiegare i Sek. Ma si preferì lasciare andare banditi e ostaggi nella speranza, che allora sembrava così logica, di un rapido rilascio. Ma qualcosa è andato storto: perché i banditi liberassero i loro ostaggi era necessario che si sentissero al sicuro dalle attenzioni poliziesche. E così non è stato, a quanto pare, anche se la polizia a un certo punto nella giornata di mercoledì ha fatto ufficialmente sapere di avere perduto ogni traccia dei fuggiaschi E anche questo è un punto che lascia perplessi, così come le pericolose incertezze nel momento della liberazione di Marion, che ha preceduto l'uccisione di Emanuele. La contraddizione più clamorosa, comunque, sta fra il prudente atteggiamento iniziale e la decisione di chiudere la vicenda lanciando i Sek all'assalto della macchina in fuga. Naturalmente anche qui c'è una spiegazione tecnica: le probabilità di sopraffare due uomini esausti, in azione e in fuga da più di due giornate, sono evidentemente superiori a quelle di averne ragione quando affrontano, freschi e determinati, le prime fasi della loro impresa. Purtroppo l'assalto finale è stato ben diverso dalle chirurgiche operazioni dei Sek del Baden-Wurttemberg: e le due ragazze di Brema ne hanno fatto le spese. a. v.

Persone citate: Brema, Burkhard Hirsch, Dieter Degowski, Georg Sie, Hans-juergen Roesner, Herbert Schnoor, Johannes Gerster, Sieber

Luoghi citati: Amburgo, Baden-wurttemberg, Bassa Sassonia, Bonn, Germania, Gladbeck, Olanda, Renania