Walesa approva la linea dura

Walesa approva la linea dura Cinque miniere ferme, Stettino bloccata: la protesta si estende Walesa approva la linea dura VARSAVIA — La protesta operaia in Polonia, che ha ieri ottenuto il pieno appoggio di Lech Walesa e di Solidarnosc, continua ad estendersi e sono ormai oltre diecimila i lavoratori in sciopero in tutto il Paese. In Slesia sono in sciopero quattro miniere (Morcinek, Manifesto di luglio, Andalusia, Moszczenica e Jastrzebie). A Stettino si astengono ormai dal lavoro tremila portuali, oltre mille autotrasportatori urbani ed un numero imprecisato di lavoratori del cantiere di riparazioni navali Gryfia mentre la polizia ha impedito un «raduno di soli¬ darietà» ai cantieri navali Warski fermando due militanti di Solìdarnosc. Walesa ha dichiarato che ancora una volta la Polonia si trova di fronte «ad un conflitto profondo» mentre «lo stato dell'economia è catastrofico' non a causa degli scioperi ma per «la perdita di sette anni preziosi' dovuta alla «cecità ed egoismo dei governanti». Walesa ha sottolineato che la protesta operaia è l'unico mezzo per -portare la Polonia sulla strada delle riforme'. L'ufficio politico del partito, in un documento, ha definito intanto gli scioperi un «ricatto» per tentare di riportare il Paese verso l'anarchia e riattivare un sindacato, Solìdarnosc, che ha già provocato gravi danni al Paese. Un'altra fermata dal lavoro sarebbe cominciata fra i portuali del porto baltico di Swinoujscie, a nord di Stettino. In quest'ultima città autotrasportatori e portuali hanno costituito un comitato interaziendale di sciopero. Per oggi a Danzica è previsto un «raduno di solidarietà». La protesta, che per numero di aziende coinvolte ha ormai superato quella di maggio che vide lo sciopero di alcune acciaierìe e dei cantieri navali di Danzica, provocando un intervento della polizia a Cracovia, ha visto le autorità far uso di una certa prudenza sia verbale sia di sostanza mentre i mass media informano con regolarità, anche se non sempre tempestivamente, sulla situazione del fronte degli scioperi. In un documento pubblicato ieri, l'ufficic politico del partito ha tuttavia definito gli scioperi «un ricatto» per riportare il Paese verso «l'anarchia» e consentire la legalizzazione di quelle «strutture del passato», cioè Solìdarnosc, che tanto male avrebbero fatto al Paese.

Persone citate: Lech Walesa, Walesa