«Quayle, un imboscato del Vietnam» di Ennio Caretto
«Quayle, un imboscato del Vietnam» Uno scandalo per il numero due di Bush: grazie a raccomandazioni evitò l'arruolamento «Quayle, un imboscato del Vietnam» DAL NOSTRO INVIATO NEW ORLEANS — «Imboscato!»: questa accusa contro Dan Quayle, il giovane candidato alla vicepresidenza, risuona da ieri alla Convention repubblicana. Il senatore dell'Indiana, definito da Bush il simbolo della nuova generazione di leader americani, è accusato di essersi «imboscato» nella Guardia nazionale dal '69 al '75 per sfuggire alla guerra del 'Vietnam. Studente universitario, Dan Quayle era di leva nel periodo più sanguinoso del,conflitto, e appoggiava l'intervento Usa in Indocina. Ma riuscì a fare soltanto il servizio militare interno: sei mesi di addestramento, cinque anni a disposizione del comando. I giornali affermano che fu aiutato indebitamente dalla sua potentissima famiglia; un generale ha confermato di avere Intercesso a suo favore. Lo scandalo è grave: secondo il New York Times, ricorda quello del candidato democratico alla vicepresidenza del '72 Thomas Eagleton. Quando si scoprì che era stato per anni in cura psichiatrica, e si era sottoposto a elettrochoc, Eagleton dovette dimettersi. A New Orleans, molti repubblicani sono rimasti traumatizzati: in quegli anni la Guardia nazionale era II rifugio dei figli di papà, Dan Quayle si è trovato «sotto processo» fin dal momento in cui Bush, l'altro ieri, lo ha presentato ai giornali e alle tv. A una prima domanda sul suo servizio militare «part-time» ha risposto con impeto: «Non sono un vile né un obiettore di coscienza: volevo entrare nella Guardia nazionale per un senso di civismo, e al Congresso mi sono sempre battuto per i redu¬ ci del Vietnam». Più tardi, in un'intervista televisiva, ha smentito senza essere convincente di aver ricevuto aiuti: «Certo, ho manifestato i miei desideri — ha detto — e qualcuno ha fatto delle telefonate. Non ricordo bene come andò, ma fu del tutto normale». Trascinato nelle polemiche, Bush ha difeso il compagno di corsa con abilità, cercando di minimizzare l'incidente, e rispondendo con un sorriso ai giornalisti: «Sono cose che sapevamo. Dan non ha fatto nulla di illecito. Lasciamolo tranquillo: sta apportando gli ultimi tocchi al suo discorso di accettazione della candidatura alla vicepresidenza». Anche il direttore della campagna elettorale repubblicana, l'ex ministro de.l Tesoro Baker, è sceso in campo. «Presumo che gli dette una mano la fami¬ glia — ha dichiarato —. E' comprensibile, Dan stava per terminare gli studi». Bush rischia tuttavia di pagare caro lo scandalo, che è destinato a ingigantirsi. I repubblicani sono il partito del patriottismo, Reagan ha riabilitato la guerra del Vietnam, e tende a presentare.i democratici come obiettori di coscienza, pacifisti pronti al compromesso. In visita nel Minnesota, DukaMs ha messo subito a confronto Quayle con il proprio numero due, il senatore Bentsen, 67 anni, eroe della Seconda euerra mondiale: «Nessuno — ha detto Dukakis maliziosamente — pone in dubbio che Bentsen abbia le doti giuste per governare il Paese». Se non riuscirà a sciogliere tutti i dubbi, il giovane leone dei neo-conservatori verrà perseguitato dal suo presunto passato di ignavia. L'unica via d'uscita sarebbe un intervento personale di Reagan, che è capace, con la sua incrollabile popolarità, di capovolgere le situazioni più difficili. Sebbene Bush e Baker abbiano ostentato una grande serenità, il vertice repubblicano è stato costretto a tenere una riunione di emergenza nel cuore della notte, dopo l'infelice apparizione di Quayle alla tv. Nel corso di un'animata discussione, Baker ha proposto di tentare di ridimensionare l'episodio, riportandolo al clima di quegli anni. L'ex ministro del Tesoro ha rilevato che ritirare la candidatura alla vicepresidenza, o non difenderla risolutamente, significherebbe esporsi a una reazione negativa non solo da parte delia destra, ma anche dell'opinione pubblica in generale: Ennio Caretto
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