L'odio per mamma Klein

L'odio per mamma Klein Ué pioniera della psicoanalisi in scena con successo a Londra L'odio per mamma Klein Il testo di Nicholas Wright prende in giro le teorie sull'aggressività infantile verso la madre - Lo spettacolo è rappresentato al National Theatre con tre bravissime attrici LONDRA — Sale la musica di Haydn da un grammofono Art Décp misto ai tanti libri. Dall'altra parte di Londra, dove ha appena ascoltato musica di Schubert, la figlia Melitta si sta affrettando verso casa, vuole, Impedire che la madre, Melanie Klein, riesca a leggère la lettera che lei stessa le ha mandato. Nella lettera Melitta (la splendida attrice Francesca Annis) le dice che suo fratello Hans non è morto ih un incidente alpinistico come annunciato, bensì suicida. Mentre si prepara ad andare a Budapest per il funerale, Melanie (anche lei splendidamente interpretata da Gillian Barge) mantiene un rigido, stoico comportamento concedendosi appena qualche singhiozzo mentre istruisce Paula (la terza attrice sulla scena, Zoe Wanamaker) sui dettagli di come organizzare la casa fino al suo ritor- Anche Paula è un'analista èsule da Berlino dove ha lasciato madre e figlia. Melanie l'ha invitata a Londra dove deve leggere le bozze del suo libro, tefièrsi lontana dal whisky che ha chiuso in un mobiletto (non abbastanza bene, Paula scova una via allo sportello dei drink) e, si capisce, a diventare una sua adepta. Tutte e tre le donne sono analiste, tutte e tre sono ebree e tutte e tre sono esuli. Mrs. Klein-, la nuova commedia (si, proprio commedia perqhé il commediografo giustamente gioca'con la satira) di Nicholas. .Vright, in scena al Cottesloe (il xerzo auditorio del National Theatre) per la ottima regia di Peter Gill, è stata salutata da ottime critiche. In effetti il testo è spiritoso, intelligente e, pur se informativo sulla vita e sui metodi della Klein, non ha quei momenti imbarazzantemente forzati dei testi che devono spiegare... , ,, fioriva -jài^qqdca, nel 1960 Melanie Klein, la terza colonna della psicanalisi. Il dottor Freud che era arrivato a Londra nel 1938, esule da Vienna come la Klein, e soprattutto sua figlia Anna Freud, negavano I dogmi kleiniani. Secondo Melanie Klein, che era t.ata nel 1882, fin dalla più tenera infanzia il bambino sviluppa aggressività, risentimento, addirittura odio nei confronti della madre che gli dà ma che anche gli nega il seno materno. Freud invece negava che il complesso di Edipo e l'emergenza del super ego potessero manifestarsi ad una così tenera età. Ma la scuola kleiniana andava sviluppandosi, ed alcuni suoi metodi (specie sulla depressione e nella schizofrenia), sono universalmente apprezzati. Il tempio della scuola kleiniana è comunque Londra dove non pochi seguaci si sentiranno offesi, se non addirittura feriti, da questo irrispettoso testo teatrale. Difatti l'odio di Melitta nei confronti della madre si manifesta subito suggerendole, per l'appunto,, che il figlio ventisettenne si è suicidato per colpa sua. L'egoismo della protagonista è tale però che, quando il dubbio si innesta sul fatto che forse Hans, dopotutto, non si è ammazzato, che forse lei, Melanie, non è la causa della morte del figlio, le dispiace; come ad un'attrice egocentrica. La descrizione di come la cinquantaduenne analista e madre usa i dettagli della morte del figlio per sviluppare le proprie morbose teorie, ha un suono realista ed allo stesso tempo rasenta il comico. Ma il comico perché Nicholas Wright ha scritto questo suo testo con piena conoscenza degli eventi e dei metodi kleiniani. Il dialogo è originale, preciso, scintillante e scolpisce le tre personalità, diverse tra loro, In modo esemplare. Ottime le tre attrici che ben servono tanto il testo che la regìa. Gaia Servadio

Luoghi citati: Berlino, Budapest, Londra, Vienna