«Non tutti uguali davanti al palloncino»
I veleni verse la Germania sedici miliardi per smaltirli La Karìn B ha lasciato la Spagna e fa rotta verso il Nord Europa I veleni verse la Germania sedici miliardi per smaltirli Una proposta del ministro Lattanzio per creare un impianto di disinquinamento in Italia DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA— Oggi la Karìn B lascia il porto spagnolo dove aveva fatto uno scalo tecnico nei giorni scorsi. A Roma, infatti, sempre nella giornata di oggi dovrebbe essere decisa la meta finale della «nave dei veleni». La motonave farà quasi sicuramente rotta verso il Nord Europa. Il ministero della Protezione Civile, infatti, tra i diversi Paesi disponibili a smaltire il carico di rifiuti industriali ha ristretto la scelta a Francia, Inghilterra e Germania. Per tutta la giornata di ieri sono andate avanti le trattative tra Roma e i Paesi interessati. Non ci dovrebbero essere, comunque, delle difficoltà insormontabili. Si parla con insistenza di un porto tedesco, o in alternativa di un porto militare francese. Ma tutto si deciderà nelle ultime ore. Molto probabilmente, quindi, la «nave dei veleni» non oltrepasserà mai lo stretto di Gibilterra. Al ministero della Protezione Civile si susseguono le riunioni della commissione tecnica che in tutti questi giorni ha seguito da vicino la vicenda. Già nella mattinata di oggi sarà deciso l'attracco definitivo della nave. Per arrivare alla scelta finale i tecnici della Protezione Ci¬ vile, insieme agli esperti della società «Ambiente» del gruppo Eni, debbono valutare le diverse garanzie che sul piano tecnico offrono le diverse soluzioni. In più ci sono da fare delle valutazioni economiche, visto che operazioni di questo tipo prevedono spese non certo trascurabili, Secondo alcune stime il costo dell'operazione non dovrebbe superare i 16 miliardi di lire. Una spesa che sarebbe stata di certo inferiore se il carico di rifiuti fosse stato «pre-trattato» prima di essere spedito in Nigeria. Ma le trattative non riguardano solo la Karìn B. In esse è inserito anche il problema del destino della seconda nave di rifiuti in arri¬ vo dalla Nigeria, che dovrebbe seguire la rotta della «nave dei veleni». Il terzo ed ultimo carico, invece, composto da rifiuti meno tossici, dovrebbe avere una destinazione finale diversa. Intanto continuano le polemiche. Mentre l'associazione dei musulmani italiani (Ami) «esorta i governi africani ad essere più vigili e fermi nel respingere i rifiuti velenosi europei-, i Verdi italiani continuano a non essere soddisfatti per la soluzione che si sta profilando per la «Karìn B». «Scaricando ad altri i propri rifiuti — elice ad esempio Ermete Realacci, presidente della Lega Ambiente — l'Italia non fa né una buona figura, né pone le basi per affrontare con serietà questo anno- so problema». In più Realacci entra nel merito anche della scelta finale: «Quanto sta oculata la gestione dei rifiuti da parte dei Paesi del Nord Europa è dimostrato — ironizza — dalla moria di foche registrata da tempo nelle acque del Mare del Nord causata dall'inquinamento di origine inorganica di quelle acque». Il segretario di democrazia proletaria, Giovanni Russo Spena, pone invece un problema più generale. «Per evitare che la Karin B diventi solo l'avanguardia di una flotta carica di scorie velenose disseminate per il mondo dagli eco-furbi è essemiale creare quella rete di impiantì di smaltimento affidabili e di seri controlli alle aziende indispensabili per affrontare l'emergenza ambiente». Proprio quest'ultimo sarà il problema centrale dei prossimi mesi. Se la vicenda della Karin B si risolverà nelle prossime 36 ore, non c'è chi mancherà di porre subito dopo il problema di dotare u Paese delle strutture necessarie per smaltire i rifiuti industriali. Il ministero della Protezione Civile ha intenzione di presentare una sua proposta in materia agli altri ministeri della Sanità, dell'Ambiente e dell'Industria, e alle Regioni.
Persone citate: Ermete Realacci, Giovanni Russo Spena, Realacci
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