Le proposte dei ricercatori americani per contrastare l'«effetto-serra» di Piero Bianucci

Idee folli in aiuto dell'ozono Le proposte dei ricercatori americani per contrastare r«effetto-serra» Idee folli in aiuto dell'ozono Dal gigantesco satellite-ombrellone che tiene fresca la Terra alla schiera di laser per demolire le molecole degli spray - Le altre soluzioni: ricoprire di schiuma bianca gli oceani, mandare in orbita una mongolfiera-laboratorio per ricreare il gas in stratosfera - E perché non trasferirci su Venere? ROMA — Un gigantesco satellite-ombrellone per tenere fresca la Terra. Oceani coperti di candida schiuma e tetti dipinti di bianco per riflettere nello spazio il calore solare in eccesso. Una batteria di laser per rendere inoffensivi i gas che distruggono l'ozono nella stratosfera, esponendoci ai cancerogeni raggi ultravioletti. Fabbriche di ozono in funzione su palloni stratosferici. Sono idee avanzate o sono idee folli? A volte il confine è sottile. Certo sono idee che vengono da prestigiose università americane dove da dieci anni si studia come modificare il clima globale della Terra allo scopo di evitare i danni che i vari tipi di inquinamento atmosferico vanno producendo. La Terra intercetta solo mezzo miliardesimo dell'energia che il Sole irradia. Ma è ugualmente una quantità enorme. Il bilàncio tra energia ricevuta ed energia riflessa o utilizzata, a differenza di quello del nostro apparato statale, deve essere in perfetto pareggio: non c'è emissione di Bot che possa salvare il clima. Dei 173 mila terawatt di energia che il Sole ci invia (un terawatt=mille miliar¬ di di watt) il 30 per cento viene subito riflesso nello spazio, il 47 per cento si degrada in calore, il 23 per cento alimenta il ciclo dell'acqua (evaporazione, pioggia, neve e cosi via). Appena un quattromillesimo dell'energia solare ricevuta alimenta tutte le forme viventi del pianeta in quanto sostiene la fotosintesi delle piante. E' un bilancio piuttosto critico. Piccole variazioni nella quantità e nella qualità della radiazione in arrivo sulla superficie terrestre possono produrre il deserto, un'era glaciale o una insopportabile sauna planetaria. Ebbene, l'anidride carbonica che l'uomo produce bruciando carbone e petrolio sta già modificando il bilancio energetico della Terra: questo gas, infatti, lascia passare la luce ma intrappola la radiazione termica innescando l'-effetto serra». Inoltre i gas degli spray e degli impianti dì refrigerazione stanno logorando l'esile coperta di ozono (tre millimetri di spessore se riportata alla pressione a livello del mare). Che fare? Gli scienziati americani sono divisi. I più prudenti sostengono che prevenire 1 mutamenti del clima è meglio che curarli. Quindi consigliano di ridurre i consumi di combustibili fossili e di energia in generale, sviluppando contemporaneamente fonti rinnovabili e non inquinanti. Ricercatori più aggressivi immaginano invece antidoti tecnologici estremamente audaci per fronteggiare sia l'effetto serra sia lo strappo nell'ozono. Incominciamo da quest'ultimo. Thomas H. Stix, fisico dell'Università di Princeton, propone di disporre intorno al mondo una schiera di laser infrarossi che sciabolando la loro luce nell'atmosfera demoliscano le molecole del cloro-fluoro-carburi. cioè del gas spray e refrigeranti accusati di distrugegre l'ozono. Si tratterebbe di abbattere, prima che salgano nella stratosfera, un milione di tonnellate di gas nocivi all'anno. L'obiettivo è alla portata dell'attuale tecnologia. Ma Stix ammette che non sappiamo quali effetti i laser potrebbero avere su componenti atmosferici come il vapore acqueo e l'anidride carbonica. Altri ritengono che sia più semplice rimpiazzare l'ozono distrutto. E' la convinzione di Leon Y. Sadler, Università dell'Alabama. Si potrebbe portare ozono nell'atmosfera con una flotta di aerei-cargo, con razzi o con palloni stratosferici. L'ozono potrebbe essere liquefatto o addirittura solidificato per ridurne l'ingombro. Oppure potrebbe essere prodotto direttamente nella stratosfera con apparecchi a energia solare posti su mongolfiere. Quanto alle soluzioni contro l'effetto serra, la fantasia scientifica è ancora più sbrigliata. Wallace S. Broecker (Columbia University) pensa di aumentare la percentuale di radiazione riflessa dalla Terra pompando nell'aria 35 milioni di tonnellate di biossido di zolfo. Oppure si potrebbero dipingere di bianco tutte le case e le superfici esposte al sole delle metropoli. O coprire di schiume gli oceani (ma ciò produrrebbe gravissimi danni al plancton, primo ed essenziale anello della biologia marina). Addirittura c'è chi progetta enormi satelliti-vela fatti di sottilissima e leggerissima pellicola: con una superficie pari al due per cento di quella terrestre potrebbero schermarci parzialmente dal Sole, come ombrelloni spaziali. Ma l'idea più ardita è ancora un'altra: poiché la Terra si riscalda, potremmo rendere più fresco il pianeta Venere e andare ad abitarci. Una soluzione — ci sembra — più complicata del problema da risolvere. E in ogni caso chi l'ha proposta dovrebbe per primo dare il buon esempio. Piero Bianucci

Persone citate: La Terra, Sadler, Thomas H. Stix, Wallace S. Broecker

Luoghi citati: Alabama, Roma