Conti in tasca all'Anonima
Conti in tasca all'Anonima Le misure decise dal vertice di Cagliari per l'emergenza sequestri Conti in tasca all'Anonima H ministro Gava: «Anche in Sardegna si indagherà sulle ricchezze facili, ma qui la mafia non c'è» - In arrivo altri 600 agenti di polizia e 30 specialisti anti-rapimento - Il riserbo di Sica DAL NOSTRO INVIATO CAGLIARI — Tre ore e mezzo di discussioni per decidere che la Sardegna non è terra di manosi. Questo è quanto è stato accertato ieri, tra le 11 e le 14,30, nella sala dei ricevimenti a «Palazzo Viceregio», in un vertice presieduto dal ministro dell'Interno Oava. C'erano il capo della polizia Parisi, l'alto commissario antimafia Sica, il comandante generale dei carabinieri lucci e della Guardia di finanza Pellegrino, il presidente della Regione Melis, il procuratore generale della Repubblica Viarengo e il sindaco di Cagliari De Magistris, che occupavano il tavolo centrale. Ai loro lati i prefetti, sindaci e questori delle altre tre province, Sassari, Nuoro, Oristano. Una sessantina di persone in tutto. Hanno discusso sui brutali episodi di criminalità cominciato il 12 giugno scorso con il sequestro dell'imprenditore Giulio De Angelis, l'atroce messaggio che i banditi hanno mandato alla famiglia qualche giorno fa d'orecchio mozzato con la richiesta di 4 miliardi), il fallito rapimento di Marta Marzotto del 6 agosto, e due giorni dopo il misterioso assalto alla villa dell'ambasciatore libanese Johnny Abdau in vacanza a Porto Cervo. Infine l'ultimo rapimento, il figlio del farmacista di Dorgali, Michelangelo Mundula avvenuto la vigilia di Ferragosto. Eppure, nonostante questi episodi che si sono succeduti quasi a raffica in poco più di due mesi, «non bisogna criminalizzare l'isola. Da gennaio a oggi l'attività delinquenziale è al suo minimo storico». Lo ha detto il presidente della Regione Mario Melis che ha suggerito di offrire un compenso, sotto forma di 'risarcimento danni», a chi collabora con la giustizia. Per «risarcimento danni» intende aiutare quelle persone che dopo la «soffiata» sono costrette ad andarsene dal paese per non subire vendette, offrendo loro una nuova residenza e sistemazione. Anche il ministro Gava è convinto che in Sardegna non esiste il fenomeno della mafia, della camorra o della n'ndrangheta, ma esiste una tradizione del sequestro che poi è stata esportata in continente, 'anche se in queste ore il primato non spetterebbe neanche alla Sardegna». Quali decisioni sono state prese per fronteggiare il fenomeno? La domanda arriva a bruciapelo e il ministro ha un attimo di stizza. 'Abbiamo convenuto di assumere alcune, immediate iniziative di carattere operativo che riguardano ima presenza di maggiore qualità di forze di polizia in genere per combattere il fenomeno (arriveranno altri 600 agenti e 30 specialisti anti-sequestri). Poi abbiamo deciso tutti quanti sulla opportunità di estendere in Sardegna una norma, gli articoli 2 bis e 2 ter della legge antimafia Rognoni-La Torre relativi alla possibilità di accertare, sequestrare e confiscare i beni che possano provenire da illeciti guadagni derivati da sequestri o da droga. Ma non tutta la legge, perché in Sardegna la mafia è un fenomeno che non c'è». Anche in Sardegna, arriverà l'esercito come sull'Aspromonte? 'Dire che arriverà l'esercito è usare un'espressione impropria — ribatte il ministro —. Credo di avere spiegato che l'Aspromonte lo abbiamo voluto rendere un po'più vivo. La Calabria è la regione con minori strutturemilitari. Bene, ci saranno esercitazioni ordinarie, i soldati non svolgeranno certo compiti di polizia. Abbiamo solo voluto vivacizzare quelle zone». L'alto commissario antimafia Sica.non ha aperto bocca con i giornalisti. E dicono non.l'abbia neppure aperta durante il summit. Era presente solo per saperne di più sul fenomeno delinquenziale in Sardegna, scoprire magari qualche possibile aggancio tra mafia e anonima calabrese. A questo importante vertice è stato escluso il dottor Luigi Lombardini, responsabile dell'ufficio istruzione del tribunale di Cagliari. E' il magistrato che ha tra le mani il fascicolo sul sequestro De Angelis e del fallito sequestro Marzotto. Ma si dice che non sia stato Invitato perché non è procuratore della Repubblica. Come non è stata invitatala «Commissione speciale di indagine per le zone interne», un gruppo che studia i problemi deùe aree colpite da particolari fenomeni di criminalità, appositamente istituito dall'assemblea legislativa della Sardegna. In Sardegna non esiste la mafia e tutti sono contenti. Più di tutto Mario Melis che aveva salutato Sica con queste parole: «JVon la vedo molto volentieri in questa occasione». La schiettezza non gli fa difetto. E adesso tutti s'aspettano i latti, dopo le promesse di annientare l'industria dei rapimenti. Un'industria che si trascina dietro un agghiacciante curriculum: dal 1975 al 1987 ha sequestrato 76 persone e 15 di queste non hanno più fatto ritomo. AldoPopaiz
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