«Polonia pronta a fermarsi»

Polonia pronta a fermarsi» Scioperi dalle miniere della Slesia al porto di Stettino Polonia pronta a fermarsi» Esponenti di Solidarnosc sorpresi dall'ondata di proteste: «Ora può succedere di tutto» -1 lavoratori chiedono aumenti dei 50%, la riassunzione dei licenziati e il riconoscimento del sindacato libero VARSAVIA — Una nuoya, per il momento ancora limitata, ondata di scioperi si sta abbattendo sulla Polònia dove si registrano astensioni dal lavoro in due miniere slesiane ed al porto di Stettino sul Baltico: Alla miniera di carbone Mdnifest Lipcowy a Jastrzebie,.' dovè nel 1980 furono firmati gli accordi sociali, quattromila lavoratori sono fermi dà lunedì sera ed occupano i terreni della miniera per chiedere aumenti salariali del 50 per cento, la legalizzazione di Solidarnosc nell'azienda e la riassunzione di tutti i lavoratori licenziati per attività sindacale. Ieri mattina si è astenuto dal lavoro per solidarietà il primo turno nella miniera Morcinek nella vicina Cieszyn, mentre a Stettino, dalle 8,30 ieri, i lavoratori portuali del reparto più grande, circa mille persone, hanno incrociato le braccia avanzando le stesse richieste dei minatori. La* direzione regionale di Solidarnosc per la regione di Stettino ha lanciato un appello a tutti i lavoratori della regione perchè; inizino scioperi di solidarietà con gli scaricatori. Lo ha annunciato in serata Marian Jurczyk, membro della direzione regionale del sindacato disciolto, citando una dichiarazione in cui si denuncia la polìtica del potere come causa delle proteste dei lavoratori e si chiede — oltre alle rivendicazioni presentate dai portuali — il pluralismo politico. I sindacati ufficiali da parte loro hanno rivolto un appello alla ragióne ai-minatori sottolineando che gli scioperi avvengono mentre si stanno negoziando con le autorità le principali richieste della categoria éd accordi normativi e salariali generali sì attèndono per i prossimi mesi E', questa, la prima importante ondata di scioperi dopo quella dell'aprile scorso che aveva coinvolto alcune delle principali acciaierie polacche ed i cantieri navali di Danzica'. Oli scioperi sono stati definiti .illegali» dalle procure regionali mentre a Jastrzebie sono in corso colloqui per cercare di risolvere la vertenza ma senza finora alcun risultato. Oltre alle due miniere di carbone in sciopero esistono — nel bacino minerario slesìano—altri focolai di tensione che potrebbero sfociare in proteste aperte. In particolare nella miniera di rame Aurina dove, di fronte alla insoddisfazione operaia, i sindacati ufficiali sono stati costretti ad aprire una vertenza per miglioramenti salariali. H leader di Solidarnosc Lech Walesa ha definito queste proteste la conseguenza della "pessima situazione economica» caratterizzata da una parte dalla -mancanza di vere riforme» e dall'altra da una forte tendenza inflazionistica che riduce drasticamente il livello di vita dei lavoratori. Nei primi sei mesi del 1988 l'inflazione ha superato il 50 per cento ma secondo stime non ufficiali potrebbe raggiungere il cento per cento alla fine dell'anno. Nei giorni scorsi altri settori economici hanno ottenuto aumenti salariali consistenti, in particolare gli i-isegnanti ed i lavoratori del trasporto del latte. Questi ultimi hanno ottenuto soddisfazione in seguito ad una vertenza che ha creato gravi problemi di rifornimento del mercato alimentare già caratterizzato da una situazione giudicata seria anche dalle autorità. Di nuovo, come già in aprile, gli scioperi sembrano aver sorpreso sia autorità che opposizione. Nei giorni scorsi, uno dei principali dirigenti di Solidarnosc, Zbigniew Bujak, aveva indicato che nuove proteste potevano aspettarsi per l'autunno. Il principale consigliere di Lech Walesa, il professor Bronislaw Geremek, ha sottolineato ieri che •l'inizio di questi scioperi è forse più precoce del previsto ma la situazione è talmente tesa che può accadere di tutto». Secondo Geremek, il quale precisa che la stessa valutazione sembra condivisa in cert? ambienti ufficiali, la situazione nel Paese rimane «esplosiva» e basta un niente per accendere la miccia. -All'inizio — ha detto il professore — pensavo che le proteste si sarebbero esaurite presto, ma certo se continuano ancora per qualche giorno la situazione diventerà davvero grave». Le autorità per il momento, oltre a dichiarare «illegali» gli scioperi, si sono limitate sul piano pratico a tagliare le comunicazioni telefoniche con Jastrzebie, circondata dalla polizia, ed a staccare il telefono a Jacek Kuron e Zbigniew Romaszewski, due esponenti dell'opposizione, per impedire loro di dare e ricevere notizie. (Ansai

Persone citate: Bronislaw Geremek, Geremek, Jacek Kuron, Lech Walesa, Marian Jurczyk, Zbigniew Bujak, Zbigniew Romaszewski

Luoghi citati: Slesia, Stettino, Stettino Polonia, Varsavia