Esplode l'aereo di Zig ul-Haq di Mario Deaglio

Verdi in montagna Che cosa c'è dietro la provocazione di Messner Verdi in montagna La provocatoria azione di Messner contro la funivia del Monte Bianco e le polemiche che l'hanno accompagnata sottolineano i dilemmi che ci stanno di fronte, in questo scorcio del ventesimo secolo, per quanto riguarda la conservazione delle bellezze naturali. Tali dilemmi, che sono la base dai quali deriva l'azione dei «verdi», si possono riassumere in una domanda: l'uomo e l'ambiente devono essere considerati sullo stesso piano oppure l'ambiente deve essere subordinato alle esigenze dell'uomo? Nel primo caso, e questa pare essere la posizione di Messner e di alcuni gruppi tedeschi, una posizione ehc può essere definita «forte» all'interno del movimento verde, bisogna a tutti i costi preservare la «Wildcrness», uno stato selvaggio e primordiale della natura che sta diventando sempre più raro e di cui il massiccio del Monte Bianco offre un esempio co¬ spicuo. Per mantenere incontaminato l'ambiente occorre, secondo questa ricetta, escludere o limitare fortemente la presenza umana, se necessario abbattendo le funivie. Nel secondo caso — e questa può essere definita come posizione «debole» all'interno del movimento verde — la presenza umana c comunque legittima, in modi e forme variabili nel tempo, purché non snaturi, ossia non modifichi in maniera irreversibile i caratteri dell'ambiente. La difficoltà della posizione «forte» consiste nel carattere arbitrario, potenzialmente autoritario, con cui necessariamente vengono fissate le regole. Messner vorrebbe di fatto chiudere la zona del Monte Bianco a chi non è bravo alpinista. Ma perché lasciare la montagna aperta agli alpinisti e negarla, ai pittori, ai poeti, agli amanti della natura che alpinisti non sono c si possono, inve¬ ce, avvalere della funivia? E l'alpinista, quando pianta il chiodo nella roccia, non fa forse anch'egli violenza all'ambiente? Anche la versione «debole» ha difficoltà a stabilire dei criteri, ma questi ostacoli appaiono più facilmente superabili. Un principio generale potrebbe essere che solo chi è conscio del carattere unico delle bellezze naturali caratteristiche, ed è disposto a rispettare questa unicità, deve essere ammesso a goderne. Chi confonde la splendida traversata in sci della Mer de Giace con una qualsiasi pista di discesa non ha ragione di andare sul Bianco, gli basta una qualunque stazione invernale; chi vuol giocare a pallone sulle spiagge può farlo a Rimini, non gli deve essere permesso là dove le tartarughe marine vanno a Mario Deaglio (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Messner, Messner Verdi

Luoghi citati: Rimini