Tanzi non scopre le carte

Tanzi non scopre le carte Il presidente della Parmalat smentisce la vendita alla Kraft Tanzi non scopre le carte Un messaggio ai collaboratori: tenetevi pronti per il 20 agosto ■ In vista nuovi partner ■ Favorita la Federconsorzi MILANO—Calisto Tanzi è in vacanza in barca. Dove? I suoi più stretti collaboratori non lo vogliono dire. «Sa com'è, con tutti questi sequestri...». Il presidente della Parmalat non si fa trovare, né tanto meno vuole spiegare che farà del suo gruppo. Prima di prendersi qualche giorno di ferie ha avvertito il suo staff di Collecchio: «Tenetevi pronti, dopo il 20 agosto faremo un annuncio». Solo domenica si è fatto vivo. Dopo aver letto i giornali, alcuni dei quali ipotizzavano la cessione della Parmalat alla statunitense Kraft, ha preso il telefono e dettato una secca smentita all'Ansa. Tanzi non vende: «...smentiamo ancora una volta la fondatezza di una simile eventualità. Dette notizie danneggiano l'immagine dell'azienda», n commendator Calisto non ha aggiunto altro, non ha precisato perché sono state convocate le assemblee della Parmalat spa e di alcune controllate all'inizio di settembre. Se non vende allora che fa? Un polo alimentare con un altro, o altri, partner? Oppure le assemblee servono solo per ridisegnare le partecipazioni del gruppo? Bisogna aspettare ancora qualche giorno per saperne di più. E così Tanzi diventa sempre più misterioso, enigmatico. Comunque la partita Parmalat sta arrivando a una svolta e sembra sempre più legata al generale riassetto dell'industria alimentare, pubblica e privata, italiana. Il settore ha bisogno di maggiori concentrazioni, di avere aziende con dimensioni più ampie e strutture industriali e commerciali più solide. Non basta più la bella fabbrica frutto del geniale imprenditore di provincia per reggere la concorrenza èstera e conquistare nuove quote di mercato, n settore alimentare è in fase di espansione, ma i suoi prodotti hanno un bas-, so valore aggiunto. Quindi si ', possono realizzare buoni profitti solo avendo grandi dimensioni. L'esempio di Carlo De Benedetti è illuminante: ha preso la Buitoni, ha cercato di acquistare la Sme, e poi, fallito questo disegno, è uscito dall'alimentare vendendo tutto alla Nestlè. Settembre potrebbe essere un mese decisivo per le sorti dell'industria agroalimentare, n ministro delle Partecipazioni statali deve far sapere se la Sme resterà pubblica o passerà ai privati, mentre potrebbero esserci novità anche per la Oalbani, un altro gioiello su cui si sono concentrate le attenzioni di multinazionali straniere. Visto che la Parmalat, come ribadisce Tanzi, non è in vendita, ma ha comunque grossi problemi finanziari che rischiano di pregiudicarne lo sviluppo, si fa strada l'ipotesi che il re del latte a lunga conservazione abbia trovato alleati. Forse la Federconsorzi, con la quale c'è affinità politica e imprenditoriale. Un'eventuale intesa riuscirebbe a coniugare esigenze non solo industriali e commerciali, ma anche politiche Tutto è rinviato alle assemblee del 3 settembre. L'ordine del giorno fornisce qualche traccia, ma non è illuminante. «Conferimento dell'azienda o di parte della stessa in società di capitali. Conferimento di poteri. Varie ed eventuali». Oltre a quella della capogruppo Parmalat, sono indette le assemblee delle controllate Parmalat Paestum, della Max Baker e della Tettamanti, aziende che producono biscotti e prodotti da forno. Forse Tanzi vuole scorporare queste attività creando una nuova holding? Tutto è possibile. L'appuntamento è in via Grassi 26, a Collecchio, nella sede del gruppo, dove Calisto è nato e suo padre Melchiorre stagionava i prosciutti e faceva le conserve di pomodoro. Rinaldo Gianola 7.700 2.350 Il "made In Italy" a tavola (I dieci maggiori gruppi italiani, fatturato '86) 1.830 In miliardi di lire s § controllate da capital stranieri 1450 E tn 1400 1.290 : C" Jj CO <5 1.265 980 o <o e © 930 Sito 760

Luoghi citati: Collecchio, Milano