Risolto il delitto della spiaggia di Francesco La Licata

Risolto il delitto della spiaggia Risolto il delitto della spiaggia A Mazara del Vallo svolta nelle indagini per l'uccisione dell'attore Prati e dell'amico Coppola - In cella un mazarese e un tunisino: con altri 4 africani vivevano di rapine MAZARA DEL VALLO — Sabato 13 agosto: nella casba di Mazara del Vallo non si respira. Il caldo arroventa i vicoli e rende insopportabile l'aria nei tuguri abitati da uomini di colore e giovani tossicodipendenti. Una promiscua miscela compressa di violenza, povertà e disconoscimento del valore della vita umana. I carabinieri irrompono al numero 6 di via San Giovanni e abbattono la porta di casa di Zaouali Bannaur, un tunisino disocupato, 24 anni, ormai abituato a vivere di espedienti. Il piccolo «buco» e messo a soqquadro: i cassetti rivoltati, i pochi mobili spostati. Man mano che le ricerche dei carabinieri si fanno più accurate, da quel «pozzo di san Patrizio» vien fuori di tutto: oro, gioielli, persino una scimitarra e tanti soprammobili d'argento. Ma non è questo'che cercano i militari; cercano un riscontro a.un'ipotesi che inseguono da settimane. E forse lo trovano. Nascosta fra tante cianfrusaglie vien fuori una pistola, anzi un revolver, una calibro 38 di fabbricazione cecoslovacca. Potrebbe essere quella la prova che dirada le nebbie di uno dei più inquietanti casi di questi ultimi mesi: l'uccisione del regista e giornalista Luca Coppola e del suo amico, l'attore Giancarlo Prati. Il «giallo» di Capo Feto — così si chiama il luogo dove il 21 luglio furono trovati i cadaveri dei due amici — sembra proprio risolto e non nasconde alcun mistero, alcuna spystory. Non c'è il traffico internazionale di diamanti, nessun avventuroso sbarco di eroina. I carabinieri sono convinti di trovarsi di fronte ad un «normalissimo» duplice omicidio per rapina, anche se nella vicenda fa da sfondo la condizione di gay dei due amici. L'inchiesta è quasi alla conclusione: sino a questo momento sono state arrestate cinque persone, quattro tunisini e un mazarese di 25 anni, Vincenzo Ferrara, anche lui operaio disoccupato. C'è un sesto uomo nella storia ma è riuscito a precedere le mosse dei carabinieri: è fuggito e gli investigatori lo cercano perché -potrebbe chiarire molti aspetti ancora poco decifrabili». Il gruppo è accusato di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine, ma per due di essi, per il mazarese e per Ben Hamouda Abderrazak Borgl, pescatore tunisino meglio a l ì a i o e e o e a o o 5 . e è o e a è r i i, l, o conosciuto col nome di «Filippo», l'ordine di cattura del sostituto procuratore, Stefano Mazzacori, fa riferimento al duplice omicidio. Gli investigatori non dicono molto su questa vicenda, l'impressione è che siano stati messi sulla pista giusta da qualcuno che ha visto, ha capito ed ha voluto «consegnare» gli assassini alla giustizia. La morte di Coppola e di Prati, infatti, sembra essere stata preceduta da una lunga contrattazione fra i due amici ed alcuni frequentatori del «Bar Palermo», un locale sul lungomare di Mazara. I carabinieri hanno interrogato numerosi giovani, alcuni sbandati, altri tossicodipendenti. Qualcuno si sarà lasciato sfuggire l'ammissione che ha portato i militari a sfondare la porta di via San Giovanni. Qualcuno avrà riferito della presenza dei due amici al «Bar Palermo» la sera del delitto, le occhiate ammiccanti con il giovane mazarese e con «Filippo». Poi la telefonata di Prati a Napoli per salutare la sua amica Giovanna Di Bernardo, collaboratrice della Rai Corporation di New York, con la quale aveva trascorso la giornata,precedente. Alla fine, forse, l'appunta¬ mento per un incontro particolare. A Capo Feto, appunto. In una zona «proibita» di Mazara, vicino al mare, al buio. Coppola e Prati vanno via con la loro auto, una Panda. Arrivano a Capo Feto con un po' d'anticipo: il regista reclina il sedile sul quale è seduto per stare più comodo. Forse Capo Feto è solo la prima tappa di quella che, nelle intenzioni dei due amici, doveva essere una serata da concludersi a casa. L'incontro però finisce tragicamente: prima una lotta corpo a corpo, poi i colpi di revolver che uccidono Luca Coppola e Giancarlo Prati. Sulle dune di Capo Feto i segni dell'esplosione di violenza: i corpi martoriati, un documento strappato. Cosa può essere accaduto. Secondo i carabinieri, Ferrara e «Filippo» avevano già premeditato la rapina. Avevano fatto credere di essere interessati a un incontro a pagamento, ma solo per spingere Coppola e Prati ad andare in quel luogo appartato. Una trappola. Quando hanno capito di essere stati giocati, i due amici si sono difesi come hanno potuto. Ma cosa potevano opporre a una pistola calibro 38? Francesco La Licata

Luoghi citati: Bar Palermo, Ferrara, Mazara Del Vallo, Napoli, New York