Bomba in Alto Adige con frana e allagamenti di Giancarlo Ansaloni

Bomba in Alto Adige con frana e allagamenti Terroristi contro una centrale Enel di Lana mentre si celebrano i funerali di un capo degli Schùtzen Bomba in Alto Adige con frana e allagamenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BOLZANO — Hanno alzato il tiro, incuranti della paurosa sciagura che avrebbero potuto provocare, i terroristi pantirolesi, che da anni ormai imperversano impuniti in Alto Adige, seminando dinamite e terrore soprattutto tra la popolazione di lingua italiana. I terroristi, che rivendicano l'annessione dell'Alto Adige all'Austria, o in subordine l'autodecisione, hanno collocato un potente ordigno contro il tubo di una condotta forzata della centrale Enel di Foiano nei pressi di Lana, poco a Sud di Merano, provocando un grosso squarcio dal quale sono fuorusciti migliaia di metri cubi d'acqua che hanno causato una frana, allagato ettari di campagna, una strada e ferito una donna. I danni materiali, per la sola centrale, sono valutati a un miliardo di lire. Erano le 15,45 quando la violenta detonazione ha fatto tremare la zona di Lana, un vivace centro economico e culturale, dove, però si sono sempre annidate le teste più calde dell'irredentismo pantirolese, e che annovera fra i propri cittadini numerosi personaggi condannati per gli attentati dinamitardi degli Anni 60. Proprio a Lana, un'ora più tardi sarebbe cominciata la cerimonia funebre per la sepoltura di George Pircher, vicecomandante degli Schùtzen del circondario di Lana, morto per tumore a Innsbruck. Pircher era stato condannato nel grande processo di Milano, alla fine degli Anni 60, a sette anni di carcere per una delle tante bombe collocate sotto i tralicci, nella cosiddetta «notte dei fuochi» del 12 giugno 1961. Risultò che il Pircher aveva coUocato un ordigno proprio contro la centrale prèsa di mira ieri. L'uomo non aveva mai rinnegato il proprio passato, ed era sempre stato in prima fila anche in anni recenti, nella battaglia politica per l'auto¬ decisione, e fu anzi uno degli artefici della corona di spine portata in corteo durante le celebrazioni pantirolesi a Innsbruck, nel 1984, come simbolo della pretesa oppressione del Sud Tirolo da parte dell'Italia. H collegamento fra la cerimonia funebre e l'attentato di ieri quindi è inevitabile. L'ordigno collocato contro la condotta che scende dai 1256 metri del lago Arbarella agli 800 metri dell'abitato di Foiana sarebbe del tipo a carica cava, confezionato da specialisti. Ha prodotto uno squarcio lungo circa una ventina di metri nel gigantesco tubo che corre per alcuni tratti allo scoperto attraversando i prati. L'esplosione è avvenuta in località Foiana, un paio di chilometri a monte di Lana, lungo la strada che porta al Passo delle Parate. La condotta convoglia, parte in roccia parte in tubi, l'acqua del bacino alla centrale dell'Enel, non lontano da Lana. L'invaso, al momen¬ to dell'esplosione, era di 900 mila metri cubi che premevano con tutta la loro pressione sulle pareti dei tubi del diametro di 2,60 metri. Dallo squarcio è uscito un getto che ha riversato a valle circa 6000 metri cubi prima che il sistema di sicurezza scattasse. L'improvviso calo di pressione ha infatti messo in azione le valvole a farfalla che hanno bloccato il deflusso; se il sistema non avesse funzionato Lana sarebbe rimasta travolta dall'imponente massa d'acqua, nonostante che l'invaso del bacino fosse in questo periodo ridotto; la sua capacità infatti è di oltre due milioni di metri cubi. Ma anche i «pochi» 6000 metri cubi fuorusciti hanno causato un mezzo disastro. Si è formata una grossa frana che ha investito dapprima la centrale elettrica riempiendola di fango e mettendola fuori servizio. L'acqua ha poi minato le fondamenta di due abitazioni e invaso la strada statale delle Palami inter¬ rompendola e si è riversala infine nelle campagne allagandone diversi ettari. Una donna. Ida Campestrini, di 40 anni, è stata sbattuta violentemente contro la porta di un garage dalla massa d'acqua ed è rimasta ferita a un braccio L'hanno scampata per miracolo anche gli 11 operai della centrale, che sono stati costretti a una fuga precipitosa, cercando riparo nella palazzina, mentre detriti e acqua mettevano fuori uso tutti i trasformatori. Il ritardo con cui è scattato l'allarme per individuare il punto dove è avvenuta l'esplosione, e la lontananza del cimitero dal centro abitato non hanno turbato né ritardato la cerimonia funebre per Pircher, alla quale hanno partecipato centinaia di «tiratori», provenienti anche dal Tirolo e dal Trentino. Con l'esplosione evidentemente i terroristi hanno voluto onorare, a modo loro, la memoria del defunto. Giancarlo Ansaloni

Persone citate: George Pircher, Ida Campestrini