Le tenerezze di un «duro»

Le tenerezze di un «duro» Le tenerezze di un «duro» Il padre di Enzo Ferrari gli aveva tolto due giorni di vita anagrafica, denunciando la sua nascita al municipio di Modena in ritardo, per via della neve che bloccava le strade. Il figlio, su espressa richiesta del padre, gli ha restituito un giorno, annunciando la sua morte a funerali avvenuti, un giorno di ritardo sullo stop effettivo della lunga corsa del Grande Vecchio. Ma stavolta ha deciso tutto lui, il Drake (da sir Francis Drake, corsaro della corona inglese: «Mi piace l'accostamento, navigo e combatto — diceva lui —: peccato che la gente dica Drake e pensi a un drago»). Come sempre e più di sempre. La sua vita è stata un rosario di decisioni, di sentenze, da lui enunciate quasi sempre pacatamente, in litania come preghiere, ogni tanto eruttate con violenza. E' stato giusto e feroce, onesto e crudele, cinico e morbido: è stato Ferrari, l'italiano più conosciuto del mondo, ascoltatissimo anche se ha sempre parlato poco. Capito dai piccoli, patito dai grandi, riverito dai grossi, che hanno comprato una Ferrari magari soltanto per andarci a letto, e farsi seppel¬ lire con essa, anzi con lei, persona e non cosa. Grandi e grandiosi silenzi corruschi, frasi secche come sentenze di un giudice inglese (oh la sua tristezza, quasi la sua rabbia di non conoscere questa lingua, di non poter aggredire direttamente tanto mondo con essa), memoriacce elefantiache, callosità di giudizio inamovibili, vendette consumate fredde o riscaldate. Però sempre da grand'uomo, del quale era lecito sospettare, pensare, credere nobiltà d'animo vaste e intense ancorché non «facili» e non ufficializzate: quelle che lo hanno portato a fare molto per i distrofici, tutti figli di suo figlio Dino, morto nel 1956, poco più che ragazzo, del male terribile, e a lungo in pole-position sentimentale, se si accetta l'esemplificazione, su Piero, l'altro figlio, avuto da una donna che non era la moglie di Enzo, la madre di Dino. E la gente comune, d'Italia e del mondo, che lo ha amato profondamente, visceralmente, dicendosi sempre e comunque debitrice a lui di avventure, di successi, di nobiltà di lotta, ha capito il personaggio al di là di ogni rappresentazione, al di là della sua stessa schiva volontà, del suo cinismo sovente inevitabile, per lavoro, di mestiere. Enzo Ferrari ufficialmente ha fatto moltissimo per non essere vistosamente amato. Si è mostrato poco in giro, forse soltanto Emilio Salgari, degli italiani che hanno fatto stra-sognare la nostra gente, ha viaggiato «in proporzione» meno di lui: Verona-Torino una volta contro ModenaGian Paolo Ormezzano (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Emilio Salgari, Enzo Ferrari, Francis Drake, Paolo Ormezzano

Luoghi citati: Italia, Modena, Torino, Verona