Etiopia un piano con tante insidie
Etiopia, un piano con tante insidie Da bonificare 250 mila ettari Etiopia, un piano con tante insidie I guerriglieri accusano l'Italia di favorire le «deportazioni di Menghistu» nel Tana Beles - Cinque sequestri in due anni ROMA — L'avventura italiana nel Tana Beles — un territorio grande quanto la provincia di Ancona (250 mila ettari), nel cuore dell'Etiopia, da trasformare in una immensa azienda agricola — è incominciata il 17 gennaio 1986. In quella data il Fai, il Fondo aiuti italiani diretto allora da Francesco Forte, stanziò ì 270 miliardi necessari a bonificare i territori intorno al nume Beles, utilizzando le acque del Lago Tana. L'intesa tra il governo italiano e quello etiopico, rappresentato dal ministro dei Lavori pubblici Kebre, prevede un progetto—che qualcuno ha definito «faraonico» — in due tempi: prima la bonifica della zona per consentire il trasferimento delle popolazioni colpite dalla carestia, e quindi la. costruzione di dighe e centrali. I lavori nel cantiere intorno al campo base di Almu Town sono poi incominciati nel marzo dell'86, quando già il governo del colonnello Menghistu aveva trasferito nella zona circa 80 mila persone, per quella politica di resettlement, traducibile all'incirca come «viliaggizzazione», che i guerriglieri dell'Eprp hanno sempre osteggiato, in quanto sradica i movimenti di opposizione. E grazie agli immensi bulldozer, ai camion, alle benne e alle jeep italiane, le condizioni della gente portata nella valle sono un po' migliorate. L'impresa alla quale sono stati affidati i lavori, la Salini Costruttori Spa di Roma, è un'azienda con grande esperienza in Africa. II primo anno di attività fu totalmente tranquillo, come ha ripetuto più volte il direttore del cantiere, l'ingegner Della Marca. Ma poi vennero i guai, insieme alle accuse dei guerriglieri nei confronti degli aiuti italiani. Il primo assalto fu il 27 dicembre 1986, con la cattura dei tecnici Dino Marteddu e Giorgio Marchiò: furono poi liberati nel febbraio '87. Quindi, il 16 novembre '87, il secondo rapimento, e la lunga prigionia di Salvatore Barone e Paolo Bellini, tornati venerdì in Italia. Infine il quinto rapito, Giuseppe Micelli, prelevato in uno scontro a fuoco il 27 giugno scorso: è ancora nelle mani dei guerriglieri. Dopo la drammatica escalatioyi di attentati al campo e ai nostri tecnici, anche in Italia sono aumentate le polemiche contro il progetto di Tana Beles, tanto che la commissione Esteri della Camera, il 21 luglio, ha bloccato la seconda fase dell'operazione. r. i. Tunnel (da costruire) per portare acqua dal lago alla valle del Beles Fiume BELES Qui sono stati rapiti il 27-12-86 i due tecnici italiani PROGETTO TANA BELES
Persone citate: Dino Marteddu, Francesco Forte, Giorgio Marchiò, Giuseppe Micelli, Paolo Bellini, Progetto Tana, Salvatore Barone
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