Cattivi Pensieri

L'Inps aggiorna i suoi dati Bilancio positivo dell'«operazione Eco» sui contributi '73-77 L'Inps aggiorna i suoi dati Spediti 22 milioni di moduli - Controlli incrociati sulla situazione contributiva nel periodo successivo all'abolizione delle «marche» - Irreperibili tre milioni di iscritti: «Si presentino agli uffici» In agosto, quando in Italia quasi tutto si ferma, l'Inps approfitta della minore affluenza degli utenti per tirare le somme di un'operazione che è partita qualche tempo fa all'insegna della trasparenza. Lo scopo che l'ente s'era prefisso era tanto semplice quanto rivoluzionario: aprire ai lavoratori il santuario del proprio archivio dei contributi per un reciproco, triangolare (ente-azienda-lavoratore) scambio di informazioni sul passato lavorativo degli iscritti. L'Inps gestisce oltre tredici milioni di posizioni assicurative e dispone quindi di una massa enorme di dati, di informazioni, di situazioni lavorative che riguardano la quasi totalità delle forze di lavoro esistenti in Italia. Ma «come» e soprattutto «perché» realizzare questo massiccio e generale scambio di note? Vediamo «come». Denominata «Operazione Eco», l'iniziativa aveva il duplice scopo di segnalare con un modulo ad ogni lavoratore quel che l'Inps sapeva di lui in tema di contributi (numero, periodo, datori di lavoro). Il tutto collocato a cavallo del periodo che va dal 1973 (anno che segna il passaggio dal sistema di versamento dei contributi con le famose «marche» a quello di accredito diretto) al 1977. Ed ora passiamo al «perché». Tenuto conto che l'Inps, pur messo di fronte alla prova evidente di un'evasione contributiva, non può operare oltre un certo periodo di tempo (dieci anni) per effetto dell'istituto della prescrizione, appare evidente quanto importante sia l'operazione Eco. Per bloccare innanzi tutto lo spettro della prescrizione, l'ente ha ottenuto dal Parlamento, con un'apposita leggina, di «allungare» i tempi della prescrizione. Poi è partito alla caccia dei lavoratori, iniziando, come prima battuta, a controllare le risultanze dei propri archivi con quelle in possesso delle aziende. Tradotto in termici numerici, l'istituto ha spedito in tutta Italia 22 milioni di modelli Eco, sollevando all'inizio qualche diffidenza, subito superata dalla fattiva collaborazione delle aziende. L'operazione Eco è giunta ora alle battute finali: l'unica «spina nel fianco» è rappresentata da quasi tre milioni di moduli tornati al mittente per irreperibilità. L'ente rivolge quindi un appello a quei lavoratori che ancora non hanno ricevuto lo stampato: affrettatevi a prender contatti con la se più vicina per chiarire le ragioni del disguido. Stesso discorso per chi ha ricevuto il modulo ma l'ha distrattamente messo da parte. E' opportuno controllarlo ed in caso di discordanze (periodi di lavoro mancanti, retribuzioni inferiori a quelle percepite, ecc.) segnalarle tempestivamente all'Inps. Se poi sull'Eco si scoprono vuoti di contributi, il discorso diventa più delicato: in questo caso è indispensabile dimostrare all'Inps di aver lavorato (e di aver quindi diritto ai contributi relativi) in quel determinato periodo con ogni possibile prova: buste paga, libretti di lavoro, lettere di assunzioni, estratti di libripaga, eccetera. Il tutto per evitare amare sorprese al momento di andare in pensione. Mario Stratta

Persone citate: Eco, Mario Stratta

Luoghi citati: Italia