E per il film «blasfemo» l'America s'infiamma

E per il film «blasfemo» l'America s'infiamma E per il film «blasfemo» l'America s'infiamma HOLLYWOOD — Proteste in tutti gli Stati Uniti per l'inizio delle proiezioni del film di Scorsese (destinato probabilmente a vertiginosi incassi) che ieri ha debuttato nelle sale di sette città: Washington, New York, Chicago, Los Angeles, San Francisco, Seattle e Minneapolis e a Toronto, in Canada. Migliaia di persone sono sfilate l'altro ieri per le strade di Hollywood con cartelli di denuncia e grandi croci. La folla si è assiepata a lungo intorno agli studi della Universa! Pictures, la società distributrice, gridando slogan («Cristo è morto per i nostri peccati non per l'Oscar»), cantando inni religiosi, invitando la gente a boicottare il film. La General Cinema Theaters, la quarta maggiore rete di cinematografi degli Usa, con 1338 sale in 318 città, subissata da migliaia di lettere di protesta contro il film, ha deciso che non proietterà L'ultima tentazione di Cristo. Nell'Oregon anche i proprietari di due grosse catene di sale cinematografiche hanno deciso di rifiutare il film. A Pines Bluff, Arkansas, il giornale locale e il proprietario dell'unica sala cinematografica hanno ricevuto una lettera che rivendica l'incendio della sala il primo agosto, dicendo che si tratta di un ammonimento per impedire che vi fosse proiettato il lavoro di Scorsese. Le due lettere sono firmate a stampatello: «n servo del Signore». A Montreal in Canada, una trentina di persone hanno presidiato la sala dove era stata organizzata un'anteprima a inviti. In diversi Stati, in particolare nel Maryland e nel Delaware, nelle chiese vengono distribuiti inviti perché la popolazione si mobiliti contro la pellicola di Scorsese. Sempre ieri il New York Times ha pubblicato un'inserzione a pagamento a tutta pagina con una lettera aperta indirizzata all'Universal con il titolo: «Al limite della bestemmia»: l'inserzione è pagata e firmata dalla «Società americana per la difesa della tradizione, della famiglia e della proprietà». La chiesa cattolica americana, che ha giudicato l'opera «moralmente offensiva» per cui sconsigliabile, ha evitato, tuttavia di sollevare molto clamore e non si ha notizia di dimostrazioni di protesta organizzate da cattolici. «Non c'è dubbio che è un film negativo», dichiara mons. William Reinecke, cancelliere della diocesi di Ariington, «ma non abbiamo nessuna intenzione di far scendere le truppe in strada per marciare contro i cinematografi. Non vogliamo fare pubblicità al film». Anche in Inghilterra i vescovi cattolici invitano i fedeli a non andare a vedere L'ultima tentazione di Cristo: «Mi sembra che sia anche questione di buon gusto e non è il caso di lasciarsi prendere da curiosità morbosa», afferma Nicholas Coote, vice segretario generale della Conferenza episcopale d'Inghilterra. Ieri è intervenuto anche il cardinale Bernard Law, arcivescovo di Boston, che ha invitato i cattolici a boicottare il film perché «ripugnante per la fede cristiana». Unica voce discordante tra gli uomini di chiesa, quella di Beth Cox, ministro della Chiesa Unitaria a Fairfax in Virginia, ha osservato che secondo il Vangelo di Luca, Cristo ha provato «tutti» i tipi di tentazioni, per cui non si può escludere anche quella dei sensi. r.s.

Persone citate: Bernard Law, Fairfax, Nicholas Coote, Pines, Scorsese, William Reinecke