«Bravo sindaco l'hai fermata» di Pierangelo Sapegno

«Bravo sindaco, l'hai fermata» A Ravenna è compatto il fronte del «no» all'arrivo della nave dei veleni «Bravo sindaco, l'hai fermata» Riuscito Io sciopero generale, tutti i negozi chiusi per due ore - Poi le prove in mare: «Se si avvicina siamo pronti ad occupare il porto con gommoni e pedalò» - Intanto la Karin B sta rallentando: arriverà solo il 20 agosto DAL NOSTRO INVIATO RAVENNA — La «Karin B.», carica di rifiuti, avanza lentamente: domani passa Gibilterra. Dalla Nigeria hanno spedito un telegramma: "E'partita da Poti Koko il 30 luglio con 167 container pieni di sostarne tossiche». Forse sta cambiando rotta. "L'hai fermata, sindaco», dice Widmer Mercatali, capogruppo pei a Ravenna. La sala del Consiglio è piena, la piazza anche. Tutti i negozi sono chiusi, la città s'è fermata: due ore di sciopero generale, raccolta di firme da spedire a De Mita e cortei sotto il municipio. Alle sei di sera, altra manifestazione, al porto di Marina, organizzata dalla Fgci: cartelli, slogan, un centinaio di giovani sulla banchina e, in mare, pedalò e gommoni in doppia fila per bloccare l'ingresso al molo. Una sorta di prova generale per la «fase due», come l'hanno già chiamata, quella della ribellione aperta. «Se arriva, noi siamo pronti», dice Mauro Dragoni, il sindaco. C'è la sua ordinanza che vieta alla «Karin B.», la motonave tedesca che porta in Italia i rifiuti rimandati indietro dalla Nigeria, di avvicinarsi a Ravenna. C'è la città in piazza per protestare, anche alla vigilia di Ferragosto. C'è chi organizza lo sbarramento, anche se da Roma comincia¬ no ad arrivare segnali rassicuranti. "Nessuna defezione, è un fronte compatto. Non vogliamo diventare il centro di stoccaggio e incenerimento dei rifiuti tossici», aggiunge Dragoni. Gianni Bavaglia, pri, sottosegretario all'Industria, allarga le braccia: «71 problema è stato gestito in maniera irrazionale dal governo» . E alla sera la protesta non è ancora finita: su tutta la costa si spengono le luci, due minuti di buio, da Rimini fino su a Comacchio. E sul molo di Marina, fiaccolata, canti e balli. •Non potrà entrare, non la lasceremo entrare», minacciano nella sala del Consiglio. Alla «fase due», assicurano, ci sarà anche il sostegno di tutti i pescherecci Sotto, raccolgono firme: tremila in due ore. Le parole di Gianantonio Min gozzi, presidente della Provincia, vengono diffuse dagli altoparlanti: «Noi speriamo di non dover mai attuare la fase due con la nave in vista del porto. Troppi problemi di ordine pubblico, troppi rischi...». Nell'attesa, ogni giorno c'è una protesta. Oggi a Cesenatico i Verdi hanno organizzato cortei contro la «Karin» e l'inquinamento dell'Adriatico. Domani tocca al Wwf, il Fondo mondiale per la natu- ra: marcia in mare, annuncia il programma. E via cosi, fino a quando arriva, se arriva, la nave dei veleni. "Doveva essere qui a Ferragosto — dice Dragoni — ma adesso quel programma è saltato. Giungerà solo intorno al venti». Ha rallentato la navigazione, aspettando un'altra decisione, o un'altra conferma. Questo è stato certamente il suo viaggio più travagliato. La «Karin B.», la nave che non vuole nessuno, è stata costruita nell'87, in un cantiere di Kiel, sul Baltico, Germania federale. E' lunga 99 metri e 42 centimetri, larga 14,06; la sua stazza lorda è di 3236 tonnellate, e può portarne 4250. La società armatrice, Emeths, ha sede a Emden. Questo lungo viaggio di ritorno è stato commissionato dal nostro ministero degli Esteri. Il suo carico è quasi misterioso. All'Eni rispondono che neanche loro sanno bene cosa stia trasportando. Secondo Giovanni Pozzi, sindacato chimici, segreteria nazionale della Cisl, i 167 containers dovrebbero tenere "composti da scarti di vernici, residui di lavorazioni alimentari, rottami di trasformatori, quelli del Pcb, un olio velenoso usato come fluido idraulico per il raffreddamento dei trasformatori elettrici e che in caso di scoppio sprigiona diossina. Poi, fanghi di depuratori e forse pesticidi non più in uso in Italia». Questo carico velenoso doveva arrivare a Ravenna, perché qui c'è un inceneritore dell'Eni. Ricorda Dragoni: "E' un porto sicuro, mi aveva detto a ministro della Protezione civile. Ma Lattanzio s'era dimenticato che quest'area era stata definita a rischio? Che ci sono cinque aziende classificate di rischio A, e addirittura settanta di rischio B?Epoi il porto è un canale, lungo, stretto, che entra dentro il centro abitato. E allora come si fa a portare proprio qui la nave dei veleni?». Alla sera, la tensione non è ancora calata. C'è chi raccoglie firme sulle cartoline con «Tanti rifiuti da Ravenna» da spedire al ministro Lattanzio. Sul mare, la prova generale con i pedalò e i gommoni è rovinata dalla fioritura delle alghe: l'acqua ha un colore marroncino, l'odore è cattivo e forte. Un'altra emergenza si avvicina. Su un lungo striscione bianco è scritto: "Dopo l'inquinamento, lo smaltimento». Il sindaco ripete: "Per noi quella nave è come una discarica abusiva». Pierangelo Sapegno Ravenna. Migliaia di persone alla manifestazione di protesta contro la nave carica di rifiuti (Ansa)

Persone citate: De Mita, Dragoni, Gianantonio Min, Giovanni Pozzi, Mauro Dragoni, Poti Koko, Widmer Mercatali