Tampone ecologico

Tampone ecologico Il decreto Ruffolo è un buon inizio Tampone ecologico (Nonostante il ritardo può essere efficace, con qualche correzione) Va accolto con compiacimento, ma senza cadere in ottimismi imprudenti, il decreto che rende obbligatoria la valutazione di impatto ambientale per determinate categorie di grandi opere, dalle autostrade alle centrali elettriche, dai depositi di rifiuti radioattivi alle raffinerie e agli stabilimenti chimici. L'opinione pubblica, sempre più informata e allarmata, si domanda se il decreto riuscirà veramente a impedire che in futuro si sventrino montagne senza preoccuparsi delle frane o si costruiscano nuove Farmoplant a ridosso dei centri abitati. Le risposte devono tener conto di due fatti determinanti: il decreto ha carattere transitorio, la valutazione di impatto ambientale sarà attendibile soltanto se affidata a esperti e studiosi indipendenti. Il Consiglio dei ministri ha semplicemente tamponato (dopo vivaci scontri al suo interno) le conseguenze di un grave ritardo. La legge istitutiva del ministero dell'Ambiente, in data 15 luglio 1986, prevedeva entro sei mesi un'apposita legge per la valutazione di impatto ambientale nel rispetto della direttiva Ccc del 27 giugno 1985. Sono passati due anni, non sei mesi, e siamo arrivati soltanto a un decreto provvisorio, restando in attesa della legge definitiva, senza colmare il ritardo accumulato nei confronti della Comunità europea (in cui siamo considerati ormai abituali inadempienti). E' perciò aperta, non conclusa, la battaglia per ottenere una legge di valutazione dell'impatto ambientale che garantisca l'efficace difesa da opere spesso ingegneristicamente ed economicamente corrette ma dannose per i loro effetti sul suolo, l'aria, l'acqua, la salute della gente. Un viadotto che passa sui tetti di centinaia di case può rappresentare un prodigio dal punto di vista tecnico, ma è una minaccia intollerabile per migliaia di abitanti. Si corre il rischio di ripetere in futuro simili aberrazioni se non verranno meglio definite le categorie di opere da sottoporre ad analisi preventiva. Ad esempio il decreto parla di dighe di altezza superiore ai dieci metri o con capacità superiore ai 100 mila metri cubi: anche una diga di dimensioni inferiori può essere insidiosa se costruita su terreno instabile a monte di un abitato. Infine il ministero del¬ l'Ambiente deve essere dotato subito, per dare concretezza al decreto provvisorio, di una struttura stabile, oggi inesistente, capace di fronteggiare col contributo di consulenti esterni, liberi da ogni condizionamento, le analisi fatte dalle parti in causa. Secondo la Montedison la Farmoplant era del tutto innocua. Tutti sanno quali contrasti di opinioni esistano in merito all'Acna di Cengio. In passato le valutazioni di impatto ambientale nel caso delle centrali elettriche erano fatte dall'Enel stesso; nel caso di autostrade, porti, aeroporti, i grandi gruppi interessati incaricavano società affiliate. Se il governo e il Parlamento decidessero di affidare la valutazione di impatto ambientale a società miste, molto specializzate ma ovviamente di parte, si rischierebbe ancora una volta la burla. Il ministro Ruffolo appare da qualche tempo più deciso e pugnace. Ma non dipende da lui solo la trasformazione del suo dicastero, troppe volte sopportato nel governo come vetrina di un'ecologia verbale, in un potente strumento di scria difesa, nell'interesse dell'intera popolazione. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Ruffolo

Luoghi citati: Cengio