Il paese più ricco d'Europa affoga nei debiti
Il paese più ricco d'Europa affoga nei debiti Il paese più ricco d'Europa affoga nei debiti A Positano turismo e moda rendono 130 miliardi l'anno, ma il Comune non riesce neppure a pagare i sacchetti dell'immondizia - Un creditore ha tenuto in «ostaggio» un camion dell'amministrazione NAPOLI — I creditori bussano alla porta, ma nelle casse del Comune sono rimasti pochi spiccioli. Positano, mèta privilegiata di vacanze dorate, tappa obbligata per il turista che s'incammina lungo la costiera Amalfitana, è ricca oggi soltanto della sua fama. Reclamano pagamenti i fornitori dei sacchetti della nettezza urbana, le officine che hanno riparato i mezzi comunali, le ditte che hanno eseguito lavori stradali, i professionisti che ricoprono incarichi di consulenza e finanche l'Enel che due giorni fa ha inviato in Municipio un'ingiunzione per un debito di 100 milioni, n «buco» arriva forse ai 3 miliardi, una bella cifra per un paese che conta poco più di 3500 abitanti. Si avvicina la bancarotta? Positano «chiude» per debiti? «Sì, è vero, siamo nei guai. Uno, due, tre miliardi: a quanto ammonti precisamente il passivo non lo sappiamo ancora, ma la situazione è critica, inutile nasconderlo»: Enzo Milano, 40 anni, di professione consulente fiscale, occupa da due settimane la poltrona di sin¬ daco. Eletto nella lista civica «Il campanile» che dopo due anni e mezzo ha soffiato U primato a «Rinnovamento di Positano» conquistando 16 dei 20 seggi in palio, si ritrova sulle spalle una pesante eredità. Mentre alberghi, pensioni e affittacamere registrano il tradizionale «tutto esaurito» con 4000 presenze nell'intera stagione estiva; mentre il viavai incessante nel vicoli imbiancati assicura all'industria del turismo guadagni nell'ordine dei 30 miliardi annui; mentre la moda «made in Positano» fattura ogni anno ben 100 miliardi, il Comune non ha i soldi per pagare neppure i sacchetti della N.U., un «debituccio» di 32 milioni che si trascina dall'87. Di chi la colpa? Il neo sindaco parla diplomaticamente di 'scarsa oculatezza», di interventi si urgenti, ma fatti 'senza lanecessaria copertura finanziaria», lasciando intendere che quelle voci in rosso in un bilancio di circa 5 miliardi, sono frutto di una gestione 'allegra» andata avanti per anni e che adesso sarà difficile risanare. «Certo, fa impressione che il comune a più alto reddito prò capite d'Europa sia sommerso dai debiti, ma questa è la conseguenza di una situazione che io stesso ho ereditato e alla quale ho cercato di porre rimedio»: Paolo Sersale, l'ex sindaco leader di «Rinnovamento di Positano» difende fermo la sua airiministrazione. Di sicuro c'è che qualcuno ha già deciso di trascinare in tribunale il Comune che negli ultimi mesi ha collezionato cinque procedimenti intentati da altrettanti creditori. E che il titolare di un'officina ha trattenuto «in ostaggio» un camion della nettezza urbana per ottenere il pagamento di 14 milioni, fino a quando non è stato versato un congruo anticipo, banconota su banconota. Ma non basta. Si sentono in pericolo anche i 56 dipendenti comunali cui stipendi e tredicesime dovuti in dicembre sono stati versati soltanto a febbraio. Che fare per salvare dal fallimento il rifugio dei vip che sbarcano qui da mezzo mondo? «Per ora non possiamo che intervenire sulle entrate — spiega il sindaco Milano — abbiamo già in programma di ritoccare le tasse della N.U., aggiornare i canoni per le concessioni dei suoli pubblici e l'intero sistema di tariffe». Come dire: dovranno essere i positanesi a colmare il «buco». «Afa — aggiunge subito il primo cittadino — il problema dei debiti pregressi dei comuni riguarda tutto il Paese e chiama in causa interventi politici e legislativi». Eppure qualcuno ricorda adesso gli sprechi, le spese «poco oculate» che hanno contribuito al disastro. -Che bisogno c'era — si sfoga Luca Vespoli, direttore dell'azienda di Turismo — di investire lo scorso anno 311 milioni per manifestazioni estive con le quali non è stato certo risanato il bilancio?». Sulla spiaggia di Positano, in compenso, i bagnanti potranno aspettare l'ombra di 18 palme fatte piantare — con sistema di irrigazione automatico — dal commissario prefettizio che ha governato il Comune fino all'arrivo della nuova amministrazione: uno «sfizio» esotico che ha ovviamente un costo, 60 milioni. m. cir.
Persone citate: Enzo Milano, Luca Vespoli, Paolo Sersale
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