Bani Sadr «E solo una pace capestro»

Bami Sadr: «E' solo una pace capestro» Bami Sadr: «E' solo una pace capestro» PARIGI—L'ex presidente iraniano Bani Sadr, in esilio in Francia dal 1981, prevede la possibilità di un'-apertura politica» in senso democratico in Iran, ed esprime preoccupazioni per l'esito del negoziato di pace tra Iran e Iraq che sì asprirà il 25 agosto a Ginevra, In un'intervista rilasciata all'agenzia Franco Presse. L'«apertura» del regime è prevedibile, secondo l'ex presidente iraniano, alla luce di una crisi politica e di un •profondo malessere» nel Paese, che rendono Impossibile il proseguimento della 'politica di rapressione» per la quale ormai — afferma Bani Sadr—da una parte manca ■il principale pretesto costituito dalla guerra con V Iraq», mentre dall'altra 'gli stessi organi delia repressione, i guardiani della rivoluzione, sono demoralizzati e si sentono umiliati dopo il cessate il fuoco». Bani Sadr rileva quindi che il successore dell'Imam Khomeini, l'ayatollah Hussein-Ali Montazeri, è 'la sola personalità di cui disponga il regime» per realizzare una eventuale evoluzione verso 'l'apertura politica», che si pone come unica alternativa ad una 'esplosione» determinata dall'«isotomento del regime», come testimonia U 'fallimento, il 2 agosto scorso, della manifestazione a sostegno di Khomeini». Dopo aver rilevato che il cessate il fuoco con l'Iraq è percepito nel Paese come una 'disfatta» imposta dagli Stati Uniti, generando un 'sentimento di malessere», l'ex presidente iraniano esprime quindi le proprie preoccupazioni per l'esito del negoziato di pace. Sebbene la delegazione iraniana sia composta «da quadri ed esperti competenti — afferma Bani Sadr —Zino a quando il potere resta nelle mani del presidente del Parlamento Hashemi Rafsanjani, esiste il pericolo che la pace costi molto cara all'Iran». In primo luogo Bani Sadr rileva che la risoluzione 598 «non prevede il pagamento di indennità da parte dell' Iraq» e «non precisa che le frontiere internazionalmente riconosciute sono quelle previste dagli accordi di Algeri del 1975». Inoltre 'accettando negoziati diretti con Baghdad, i dirigenti iraniani — afferma Bani Sadr—hanno legittimato il regime iracheno», che rimane invece «un pericolo per l'Iran» dal momento che non è stata ottenuta alcuna garanzia contro una nuova aggressione. (Ansa)