L'Assia boccia i jet Usa «I cieli sono nel caos» di Alfredo Venturi
L'Assia boccia i jet Usa «I cieli sono nel caos» Negato l'ampliamento a una base presso Wiesbaden L'Assia boccia i jet Usa «I cieli sono nel caos» Ma l'America potrebbe importi come potenza vincitrice DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Altri centottanta apparecchi nella base aerea americana di Wiesbaden-Erbenheim? No grazie, risponde il governo regionale dell'Assia, che invita il governo federale di Bonn a trasmettere questo nongradimento alle autorità militari degU Stati Uniti. E' la prima volta che l'ostilità, da tempo serpeggiante in Germania nei confronti della massiccia presenza di forze aeree, si manifesta con una presa di posizione a livello di governo locale. Claudia Conrad, portavoce della Cancelleria dell'Assia, spiega che il passo è la conseguenza di una serie di consultazioni tecniche con gli esperti del traffico aereo. E' infatti sul sistema delle comunicazioni aeree che si manifesta una delle conseguenze negative dell'eccessiva densità dei voli di addestramento militare. Ormai circa un terzo dei voli di linea subisce ritardi più o meno pronunciati, e una delle ragioni consiste proprio nel fatto che tanta parte dei cieli di Germania è riservata ai voli della Luftwaffe e delle aeronautiche militari di sei Paesi alleati. La base di Erbenhelm, poi, è vicinissima al principale aeroporto te¬ desco, lo scalo di Francoforte, n progetto americano, destinarvi altri 93 elicotteri da combattimento e 88 ricognitori entro il '93, avrebbe comportato un salto da 270 mila a 370 mila voli annuali. E il sistema già abbondantemente saturo avrebbe finito con lo scoppiare. Finora il governo di Bonn non ha risposto alla sollecitazione giunta da Wiesbaden. M~a si prevede che trasmetterà agli americani la valutazione del governo dell'Assia. Questo non implica qualcosa di simile a un diritto di veto: non esistendo un trattato di pace il passo federale non avrebbe nessun valore giurìdico. Ma per ragioni di opportunità politica gli Stati Uniti hanno sempre tenuto conto dei punti di vista tedeschi. Non a caso John Galvin, 11 generale americano che comanda le forze atlantiche, ha annunciato recentemente una diminuzione dei voli a bassa quota sul territorio federale. Non è soltanto per tenere sgombre le rotte al traffico civile, del resto, che i tedeschi sono cosi avversi alle esercitazioni in volo. Ci sono almeno altre due ragioni. La prima è l'inquinamento acustico di vaste regioni tedesche. In certi villaggi del Baden-Wuerttemberg o della Baviera le giornate serene sono scandite dal frastuono lacerante dei cacciabombardieri che sfiorano le cime degli alberi. L'altra ragione è una sequenza impressionante di incidenti, quasi sempre mortali, spesso con il brivido della catastrofe: come quando, pochi mesi fa, un caccia americano si è schiantato a pochi secondi di volo da una centrale atomica. I militari ci tengono molto ai loro voli, poiché sostengono che la simulazione a terra non è sufficiente a addestrare gli equipaggi. E i voli devono essere radenti perché così si vola in guerra, al riparo dall'Intercettazione radar, quando si tratta di attaccare obbiettivi al suolo. Ma questi argomenti non intaccano l'ostilità dei tedeschi per quelle saette sfrecciami sulle loro teste. E qualcuno, al comandi Nato, parla di euforìa da disarmo. La stessa euforìa che ha spinto alcuni esponenti socialdemocratici e liberali a scambiare per un invito formale il generico auspicio che il generale Heinz Kessler, ministro della Difesa nella Germania orientale, aveva espresso per un incontro con il suo collega tedesco occidentale Rupert Scholz. Alfredo Venturi
Persone citate: Claudia Conrad, Heinz Kessler, John Galvin, Rupert Scholz
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