Aziende 26 mila nuovi posti

Aziende, 26 mila nuovi posti Nel buio panorama nazionale, riprende forza l'industria torinese Aziende, 26 mila nuovi posti I dati emergono da un'indagine di Unione Industriale, Camera di Commercio e sindacato sul periodo gennaio '87-gennaio '88 - Positivo il raffronto con Milano dove, nonostante un notevole recupero nel settore terziario, gli occupati sono diminuiti di 22 mila unità L'ultima indagine sul mercato del lavoro condotta dall'Unione Industriale e da Cgil, Cisl e Uil nell'area torinese, con estensione al territorio regionale, conferma una ripresa dell'occupazione e una rinnovata vitalità delle aziende. Le cifre sono pubblicate sul fascicolo 'Tendenze', che esce a cadenza trimestrale, alla cui stesura ha aderito, per la prima volta, la Camera di Commercio. Dal gennaio '87 al gennaio '88, in Torino e provincia si creano 26 mila posti di lavoro ' (37 mila in Piemonte), tutti i settori (agricoltura, indu; stria, terziario) riprendono a «tirare». 'L'industria—affer. ma Giuliano Venir, responsabile dell'Ufficio Studi della ' Camera di Commercio — aveva perso un numero cosi elevato di addetti, che ci si doveva per forza attendere un riequilibrio». , • Il panorama nazionale, ; preso come termine di paragone nell'inchiesta, al contrario, è assai sconfortante: soltanto 55 mila dei 3 milioni di iscrìtti alle liste di disoccupazione riescono a trovare un impiego in questo arco di tempo. Ma il saldo è positivo grazie ai servizi, che bilanciano i 161 mila posti persi in agricoltura e industria. In Milano e provincia, in particolare, si registra una flessione di addetti molto consistente sia nell'industria che nell'agricoltura, il terziario si espande (34 mila dipendenti in più), eppure il saldo complessivo dei tre settori rimane negativo di ben 22 mila unità. Occupati. Nell'area metropolitana torinese, l'agricoltura recupera mille addetti (da 14 a 15 mila), l'industria 2 mila (da 302 a 304 mila), il ter- ziario 10 mila (da 367 a 377 mila). Più in dettaglio. Il settore manifatturiero dell'industria registra un aumento di 4 mila addetti, ma ne perde mille quello dell'energia e altrettanti quello delle costruzioni. In provincia, al contrario, l'aumento degli occupati nell'industria (5 mila unità) è dovuto esclusivamente alla ripresa del settore edile, perché gli ingenti finanziamenti pubblici destinati alle grandi infrastrutture si stanno concretizzando. Nel terziario, riferendosi ancora all'area torinese, gii addetti nel commercio aumentano di 12 mila unità (da 135 a 147 mila, pari a un recupero del 9,4%); anche trasporti e comunicazioni danno un contributo all'occupazione (più 3 mila dipendenti, da 30 a 33 mila). Sono, invece, in netta perdita credito e assicurazioni (da 42 a 39 mila) e pubblica amministrazione e servizi vari. Su quello che i tecnici definiscono •assestamento- del settore finanziario, non è ancora possibile esprimere valutazioni; si dovranno attendere i prossimi sondaggi per capire se si tratta d'un calo dovuto a fattori contingenti (tecnologie, diversa organizzazione del personale) o d'una vera e propria inversione di tendenza. Nella provìncia di Milano, come detto, il terziario guadagna 34 mila addetti (da 954 a 988 mila); in quella di Torino, 15 mila (da 455 a 470 mila). Precisa Carlo Melzi, che fa parte dell'ufficio sindacale dell'Unione Industriale: •L'Incremento è analogo se espresso in termini percentuali, tuttavia vi è una differenza qualitativa: nel capoluogo lombardo il terziario avanzato non conosce crisi, continua a godere di un'ottima salute. Ma non credo si possa ancora parlare, come qualcuno sostiene, di "sudditanza" dei torinesi nei con¬ fronti di Milano per i servizi erogati sia ai privati sia all'industria. Piuttosto, mi sembra che da noi manchi la formazione professionale per i quadri aziendali: per questo abbiamo deciso di creare corsi specifici con l'Ait, l'Associazione delle industrie di informatica e telematica». Cassa integrazione. Nei primi 4 mesi dell'88, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria cala, nella nostra provincia, del 71% (scendendo da 11 milioni 247 mila ore a 3 milioni 191 mila) rispetto al primo quadrimestre dell'anno precedente. Situazione opposta a Milano, dove, negli stessi perìodi, all'industria vengono autorizzate 11 milioni 955 mila ore contro 8 milioni e 420 mila (più 42%). Analogamente, la cassa ordinaria scende, nel primo caso, del 14,7% e sale, nel secondo, del 9,6. Disoccupati. Il loro numero, nell'intera provincia, si riduce del 15,9%, mentre il tasso di disoccupazione subisce una flessione del 2,2% (da 13,1 a 10,9). Scendono i disoccupati del 22,8%, diminuiscono sia le persone in cerca di una qualsiasi attività (meno 19,6%) sia i giovani alla ricerca del primo impiego (meno 7,6). Analoghe tendenze si registrano nell'area metropolitana. I giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro, a Torino rappresentano il 44,1%, a Milano il 49,2. Imprese. A fine '87 operavano, in Torino e provincia, 163.848 aziende, il 64,4% individuali. In tutti i settori, l'indice di sviluppo (ricavato dalla differenza tra gli indici di natalità e di mortalità) è positivo, ad eccezione del settore energia (meno 0,4%). Le punte si registrano in credito e assicurazioni (più 9,3%), commercio (6,6), edilizia e costruzioni (4,8), servizi pubblici e privati (4,5). Carlo Novara OCCUPATI AQRICOLTURA INDUSTRIA TERZIARIO TOTALE OCCUPAZIONE* TORINO E Gen.'87 29.000 (3,3%) 394.000 (44,9%) 455.000 (51,8%) 878.000 49 % PBOVINCIA Gen.'88 34.000 (3,8%) 399.000 (44,1%) 470.000 (52,1%) 904.000 49,4% MILANOE Gen.'87 29.000 (1,7%) 699.000 (41,6%) 954.000 (56,7%) 1.682.000 54,7% PBOVINCIA Gen.'88 21.000 (1,3%) 651.000 (39,2%) 988.000 (593%) 1.660.000 53,8% * 11 lasso di occupazione e il rapporio Ira occupati e popolazione in eta lavorativa.

Persone citate: Carlo Melzi, Carlo Novara, Giuliano Venir