«Via da Kandahar fra le imboscate»

«Via da Kandahar fra le imboscate» La Pravda: un ritiro d'inferno «Via da Kandahar fra le imboscate» Pioggia di razzi sulla capitele afghana MOSCA—Un quadro quasi apocalittico, un inferno di fuoco: così la Pravda di ieri descriveva il ritiro delle truppe sovietiche da Kandahar, l'antica capitale afghana che •da sempre è in opposizione al potere centrale di Kabul, qualunque esso sia». Nelle province meridionali del Paese — dove si trova Kandahar — è stato ormai completato il ritiro delle truppe sovietiche. Racconta la Pravda: -La notte della vigìlia del ritiro era movimentata, come peraltro tutte le notti a Kandahar, costellate di sparatorie, esplosioni, perdite di vite umane ai posti di blocco». Ma il vero inferno, scrìve il quotidiano, scoppia quando la colonna si infila nelle viuzze strette e tortuose della città e i ribelli appostati dietro le case si mettono -a sparare a bruciapelo», mentre gli automezzi blindati sovietici rispondono con sventagliate di raffiche. Entrambe le parti utilizzano anche cannoni di grosso calibro: la colonna sovietica riesce ad uscire infine dalla città solo quando l'artiglierìa dell'Armata Rossa, dislocata attorno a Kandahar, arriva a far tacere i mortai pesanti dei ribelli che tenevano sotto tiro le uscite dalla città. E' proprio a Kandahar — spiega l'organo del pcus per spiegare la virulenza della situazione — che •gli estremisti afghani trinceratisi a Peshawar, in Pakistan, si pro¬ pongono di insediare un loro governo di transizione per procedere successivamente ad una spartizione del Paese»: In totale, secondo stime occidentali, entro lunedì dovrebbe essere ritirato dall'Afghanistan un gruppo di circa ventimila soldati sovietici Ma la regione di Kandahar non avrà un futuro facile, osserva il giornale: «La situazione nella città, sempre complessa, rimane contraddittoria anche adesso. Nella provincia di kandahar infatti operano 389 gruppi armati di ribelli, che possono contare su 17 mila baionette». •I ribelli—conclude l'organo del pcus — hanno intensificato la loro propaganda tra la popolazione e tra i soldati delle forze governative, e, bisogna ammetterlo; non senza successo: vi sono stati casi di defezione verso le file nemiche e di collusione con ì banditi». Sul clima del ritiro, basti un particolare: la guarnigione sovietica di Kandahar (un battaglione di fanteria motorizzata e un battaglione di paracadutisti) prima ancora di mettersi in marcia ha riportato le prime perdite: tre morti e vari feriti. Anche a Kabul la situazione è molto tesa: tredici razzi hanno colpito ieri la capitale afghana, esplodendo in zone attorno all'aeroporto: un uomo è morto, due bambini sono rimasti feriti. (Ansa)