«Le foche del Nord rischiano l'estinzione»

«Le foche del Nord rischiano l'estinzione» Appelli, convegno di Greenpeace, ma il virus che invade i mari sfugge all'identificazione «Le foche del Nord rischiano l'estinzione» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Nel Paese dell'ambientalismo militante si parla ormai di bancarotta ecologica. Alle due ossessioni ormai tradizionali, le piogge acide che uccidono i boschi e la mortale ferita nella cintura protettiva di ozono, si è aggiunto l'incubo di una nuova catastrofe. Le foche del Mare del Nord muoiono ormai da mesi, e continuano a morire. Ne sono già morte più di seimila, in una popolazione che non supera di molto i ventimila capi n fenomeno riguarda ormai parecchi Paesi, dalla Germania alla Danimarca, . dall'Olanda alla Svezia, dal Belgio fino alla Francia. Scienziati e laboratori sono al lavoro, ma nessuno è riuscito finora a dare una spiegazione convincente di quello che accade. E' in causa, naturalmente, il mare inquinato: ma questa diagnosi è tanto ovvia quanto semplicistica. Certo quel mare è ridotto in condizioni pietose, come dimostra l'altro grave fenomeno degenerativo, la moltiplicazione patologica di un'alga, nutrita dagli scarichi eccessivi di sostanze azotate e fosfati, che finisce con l'assorbire tutto l'ossigeno disponibile facendo morire per asfissia pesci, molluschi, crostacei. Ma non c'è rapporto diretto fra questa moria e la moria delle foche: i mammiferi marini non muoiono per mancanza di ossigeno. A uccider li è piuttosto un virus, misterioso quanto implacabile. Sulle strategie da adottarsi per affrontare il fenomeno il dibattito è aperto. E si è determinata una frattura apparentemente insanabile. Da una parte c'è chi propugna il salvataggio degli animali malati: qua e là, soprattutto in Germania e in Olanda, sono sorte vere e proprie cliniche del mare, in cui le foche ammalate, o i piccoli senza ma¬ dre, vengono assistiti e curati. Dall'altra c'è chi sostiene che tutto questo è inutile, se dopo l'eventuale guarigione le foche vengono di nuovo cacciate nello stesso mare in cui evidentemente hanno incontrato il virus. In Danimarca, per esempio, alle foche malate si preferisce sparare. Tutti concordano, del resto, sul fatto che per risolvere il problema alla radice occorre risanare il mare. Si tratta di una scommessa necessaria ma costosissima: qualche giorno fa il ministro tedesco dell'Ambiente, Klaus Toepfer, ha fatto sensazione quantificando il fabbisogno finanziario in una cifra enorme: venti miliardi di marchi, quasi quindicimila miliardi di lire. A pagare sono chiamati un po' tutti: dai singoli cittadini attraverso le tariffe dell'acqua allo Stato e ai Laender, fino alle industrie che devono dotarsi di seri impianti di depurazione, e alle aziende agricole che devono ridurre le concimazioni chimiche. Come osserva Bemdt Heydemann, ministro dell'Ambiente nel governo regionale dello Schleswig-Holstein, in materia di politica ecologica bisogna uscire dalla fase dell'indignazione verbale e passare urgentemente a quella dei fatti Altrimenti i vari processi degenerativi in corso rischiano di diventare irreversibili E' una gara contro li tempo: da una parte i guasti all'ambiente che progrediscono, dall'altra un progresso della consapevolezza pubblica cui non corrisponde un progresso altrettanto rapido degli interventi risanatori. Lo stesso discorso vale anche a livello internazionale: per esempio ci sono state già due* conferenze fra i Paesi rivieraschi del Mare del Nord, ma ogni volta le parole hanno sommerso i fatti. Un convegno è in corso in queste ore. Scienziati ed ecologi di tutta l'Europa settentrionale sono riuniti da martedì a Londra per un «vertice di emergenza» per mettere al riparo dall'estinzione questi animali II «summit» è stato voluto dagli ecologisti di Greenpeace e dall'università di Londra. «Mentre i governi litigano sul problema dell'attribuzione della colpa del disastro — ha detto Andrew Booth, che ha curato per conto di Greenpeace l'organizzazione del convegno—la foca comune rischia di scomparire aefinitivamente». La strage delle foche potrebbe avere un risvolto positivo, si confida: rappresentando il punto di svolta fra la tradizionale retorica ambientalista e una concreta strategia d'intervento. Infatti lo spettacolo degli animali morenti sulle spiagge del Nord ha profondamente impressionato l'opinione pubblica. a.v.

Persone citate: Andrew Booth, Holstein, Klaus Toepfer