Dove il sequestro è un lavoro di Angelo Conti

Dove il sequestro è un lavoro Visita a Piatì, il paese che negli ultimi cinque anni ha «gestito» 15 rapimenti Dove il sequestro è un lavoro In mezzo secolo la 'ndràngheta ha ucciso 50 volte, ma nessun assassino è stato arrestato - Fra le vittime anche due sindaci E dall'Australia arrivano i dollari degli emigrati, ora boss della droga DAI. MOSTRO IKVIATO • FLATI' — I carabinieri sono tornati ieri: uh rapido' blitz per' controllare gli alibi di una decina di pregiudicati. Per mezz'ora l'incredibile silenzio di questo paese è stato rotto dal rombare delle jeep e dai sécchi' ordini degli Ufficiali. Un intervento annunciato dagli elicòtteri, che da 48 óre volavano bassi sui tornanti della statale 112, ma anche dalla televisione di Stato, che ha anticipato di 12 ore 1 programmi 'dei «baschi neri» dèibattaglioni mobili. { Piatì è il paese dei sequestri.. Nel suo territorio, negli ùltimi cinque anni, sono state prese In ostaggio 15 persone e ne sono state liberate 20. .Oli omicidi, dal '50 ad oggi, sono stati una cinquantina: 'nessun assassino è stato arrestato.' Geograficamente è ita posizione chiave: a 17 chilometri da Bovalino Marina, a 14 dai Piani dello Zervò, è collegato con strade non sempre agibili a Cimlnà e Girella. E' un paese fantasma: nel '51 contava quasi 9000 abitanti, impegnati soprattutto nella coltivazione di ulivi e nella pastorizia. Poi, una notte di dicembre, l'alluvione the cambia la storia del paese:'.l'acqua piomba verso la pianura dai 1160 metri dello Pilastro, dai 1023 dell'Aria di Vento, dai 1572 dello Scorda. Il torrente Ciangio non può Smaltire il fango e le rocce che rotolano a valle, si ostruisce: la forza dell'acqua colpi¬ sce uliveti, boschi di castagni, orti ed ovili. Al mattino si contano 1 morti (Una ventina) ma soprattutto ci si accorge che è distrutta la vitalità economica della zòna Cominciano le partenze,, cambia il volto della 'ndrangheta. Adesso gli abitanti sono poco più di 3000: Da Piatì ci si muove, verso Milano (soprattutto a Corsico), verso Torino (Volpiano è la zona preferita) ed anche alla volta dell'Australia (Griffith, Adelaide e Sydney). 'S'andava per fare il muratore -r racconta Salvatore Agrino, 62 anni, che è tornato al paese dopo trentanni in Lombardia r-y poi ..ehi ha avvio fortuna è riuscito, a diventare piccolcbimprenditore. Pochi, comunque, hanno fatto come me: Piatì è un paese che non offre nulla, per chi si è abituato alla vita di una metropoli. Forse. ripartirò anch'io». E' anche cambiato il volto della 'ndrangheta che, sino al 1960, riconosceva l'autorità di un capo-cosca: poi, dopo lunghi contrasti, è arrivata l'anarchia Oggi all'interno del paese agiscono almeno 4-5 bande. Le. più spietate sono quelle composte da giovani. La vita di Piatì (quattro bar, un forno, un solo telefono pubblico funzionante, un ufficio postale che per anni non ha accettato banconote da 50 e 100 mila lire perchè quasi tutte provenienti da sequestri) si svolge tutta sul «corso», una strada lunga 150 metri. Qui gli Uomini si ritrovano alle 7 del mattino. 'Aspettano le 9,30 quando arrivano i giornali — continua Agrino —, poi passano la giornata a guardarsi negli occhi ed a commentare quel che accade: si parla del comune e di parenti lontani. Si, anche dei sequestri e di quanto accade in tribunale. Negli ultimi mesi ha fatto scalpore il processo alla banda che sequestrò Castagno, ma anche quello ai due sottufficiali dell'Arma coinvolti nella morte di 'Ciccio» Sergi, un ragazzo di Piatì avvenuta nella caserma di Locri. 1 militari dicono di averlo sorpreso con Domenico Agresto mentre stava telefonando ai famigliari di Castagno, a Torino, e che è morto durante l'interrogatorio per broncopolmonite. Qui non ci crede nessuno». Di cosa vive Piatì? 'Duecento sono gli operai della Forestale, poi c'è l'olio ed il bestiame. Ma la ricchezza maggiore viene dalle rimesse degli emigranti». Le più consistenti arrivano dall'Australia, dove alcuni emigrati di Piati reggerebbero le fila di un gigantesco traffico di «marianna», come viene chiamata qui l'inpronunciabile marijuana. La coltivazione dell'«erba» (piuttosto difCUsa sui contrafforti più impervi dell'Aspromonte) è stata ripresa anche nella terra dei canguri: in Italia si viene solo per le se¬ menti, che sono migliori. La 'ndrangheta nella zona di Grifflth, avrebbe robusti agganci anche nel mondo politico: nessuno -. dimentica, qualche anno fa, la visita a Flati del ministro Ali Grassby. Rocco Crea vigile urbano, ha un «passato» alle spalle. 'Mi hanno tenuto in carcere diciannove giorni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Poi sono stato assolto, ma ho avuto la vita segnata- per quel fatto non posso portare la pistola e mi hanno sempre negato l'indennità di pubblica sicurezza». Parla di Piati come di un paese vittima dello Stato: «Si ricordano di noi solo quando è il momento di scrivere di ostaggi e di sequestri Si dimenticano invece che qui non c'è una banca, un campo sportivo, nemmeno una pompa di benzina. Per fare il pieno dobbiamo scendere sino a Bovalino: fra andare e tornare sono 34 chilometri. E giù, sul mare, bisogna stare attenti a non incappare in una pattuglia dei carabinieri: vogliono sempre sapere perché siamo scesi a valle, cos'abbiamo fatto, quando pensiamo di tornare su. A volte ci fanno perdere 2-3 ore». C'è poi la storia senza fine della statale 112 dell'Aspromonte: interrotta nel '51, durante l'alluvione, non è stata mai ripristinata (attualmente è percorribile ad una me¬ dia di 15 chilòmetri all'ora, ma solo dalle camionette: per salire allo Zervò impiegano quasi un'ora. L'Anas ci lavora da anni, ma non si fanno previsioni sui tempi dell'intervento. 'E' l'ennesima prova — sostiene 11 vigile — del disinteresse delle istituzioni». Ma c'è anche un'altra spiegazione: 'La 'ndrangheta vorrebbe fare a meno di quella strada — spiega un ufficiale dei carabinieri — perché consentirebbe alle forze dell'ordine rapidi interventi sullo Zilastro. Finché resta in quello stato sulla montagna arriverà sempre prima una staffetta di pastori che non una nostra pattuglia. Se riusciamo a concludere qualcosa lo dobbiamo agli elicotteri». Si calcola che le famiglie di Piatì abbiano controllato, in 28 anni, almeno una quarantina di rapimenti e in almeno altrettanti abbiano offerto «appoggio logistico». Stupisce non trovare traccia di tanta ricchezza: almeno venti miliardi di lire, al valore attuale. 'La povertà del paese — continua l'ufficiale dei carabinieri — non deve trarre in inganno. Le famiglie del luogo hanno sempre preferito investire altrove il provento dei traffici illegali: di solito acquistano immobili sulla costa, a Bovalino, Ardore Marina, Siderno, Locri. E' una ricchezza che viene solo accumulata: non si cerca, singolarmente, di tradurla in un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Ci sono pastori che posseggono, al mare, appartamenti per centinaia di milioni e che continuano a vivere in un ovile». L'opera dei carabinieri è limitata da una profonda incomunicabilità con la gente: ai militari non si è nemmeno perdonata la morte per infarto di un'anziana cardiopatica durante una perquisizione due anni fa Comunicazioni giudiziarie sono piovute sugli ufficiali del reggimento «Tuscania», che allora operò: il processo dovrebbe essere imminente. Nella stazione del paese vivono cinque militari, comandati da un brigadiere. Anche la vita politica è spenta strangolata dalla povertà dei bilanci. Il sindaco è un ragioniere democristiano, Natale Marando, e fa l'impiegato di banca a Bovalino. E' un personaggio schivo. Forse non può dimenticare che negli ultimi cinque anni due suoi colleghi sono stati assassinati: il democristiano Domenico De Maio ed il comunista Francesco Prestia (ucciso a sprangate, insieme con la moglie Domenica). Sconosciuti movente, mandanti ed esecutori. Sul muro del Municipio, accanto alla finestra dell'ufficio del sindaco, ci sono tracce di colpi di lupara: 'Niente 'ndrangheta. — dice un impiegato — E' successo l'anno scorso a Capodanno». Angelo Conti Reggio Calabria. Durante le battute sull'Aspromonte un carabiniere perquisisce una casa