Bomba per Shultz a La Pam

Bomba per Shultz a La Paz Illeso il segretario di Stato Usa, l^tteirtato aiftribuito ai <<narcotraficaiites>> Bomba per Shultz a La Paz Un potente ordigno telecomandato è esploso al passàggio dell'auto sulla quale viaggiava la móglie/ mandando in frantumi i finestrini - Nessun ferito - Indagini anche tra i gruppi estremisti di sinistra DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — n segretario di Stato americano George Shultz è Ieri scampato miracolosamente ai primo attentato della stia vita a La Paz in Bolivia, dove si è recato per discutere con quel governo gli aiuti economici americani e i problemi legati alla lotta contro i produttori e i trafficanti di droga. Una bomba è esplosa sulla strada che dall'aeroporto conduce al Palazzo, dèlia Presidenza pochi secondi dopo il passaggio delia sua auto. Lo scoppio ha infranto i vetri della vettura successiva su cui viaggiava sua moglie, che peraltro non è rimasta ferita, e ha anche danneggiato gravemente altre vetture che la seguivano. Sebbene il corteo fosse composto da quindici automobili,, l'attentato non ha causato vittime. Subito dopo l'esplosione, l'incaricato d'affari americano Greenfey — che viaggiava con il segretario Shultz e con il ministro degli Esteri boli¬ viano Guilierrno Bedregal — ha diretto l'auto a tutta velocità vèrso la sua ambasciata, difesa dai marines. Un cordone di sicurezza è stato teso intomo all'edificio, mentre la polizia bloccava il tratto di strada dove era avvenuto l'attentato. Alcuni giornalisti statunitensi al sèguito del segretario di Stato hanno raccontato che lo scòppio ha aperto una voragine nell'asfalto: 'Guai se la bomba fosse esplosa nel momento in cui una macchina vi passava sopra, sarebbe stato un massacro». Le prime indagini hanno accertato che la bomba è scoppiata su comando dato a distanza con un dispositivo elettronico. «C'ero qualcuno nascosto in cima alla collina che fiancheggia la strada — hanno riferito i giornalisti — e che ha calcolato male ì tempi: ha premuto il bottono subito dopo che l'auto di Shultz, che era quasi in testa alla colonna, gli è sfrecciata sotto gli occhi». Funzionari di polizia interpellati non hanno saputo dire se l'attentato è opera di terroristi o di trafficanti di stupefacenti. Indagini a tappeto sono state subito avviate nei gruppi di estrema sinistra.' A Washington, l'attentato a Shultz ha destato grande | scalpore. Il portavoce del Di¬ partimento di Stato, la signora Oakley, ha dichiarato che «non si fanno ipotesi sugli attentatori, nessuno ha rivendicato l'indegno gesto». Ma ha insistito che viene esclusa l'eventualità di una congiura che coinvolga forze rivoluzionarie di più di un Paese, anche se la matrice della bomba risultasse politica.' -il segretario di Stato e sua moglie stanno bene, si sono ripresi dallo spavento e hanno ripreso regolarmente la loro visita», ha concluso. George Shultz sta compiendo un viaggio di dieci giorni nell'America Latina e proveniva dal Brasile. L'ipotesi più accreditata a Washington è che il capo della diplomazia americana si sia cacciato senza volerlo nel mirino dei «narcotraficantes». La Bolivia è uno dei massimi esportatori di cocaina al mondo, molti contadini vivono della coltivazióne di foglie di coca, e la politica antidroga di Washington ha creato, un profondo risenti¬ mento. La superpotenza ha minacciato di tagliare gli aiuti alla Bolivia se il governo non porrà fine alla piaga della cocaina e i cosiddetti «drugs barons», i baroni della droga, hanno reagito con una campagna Intimidatoria contro la polizia, la magistratura e il governo. In dieci giorni, il programma di Shultz, che risale il continente dall'Argentina, dove ha promesso ad Àlfonsin un finanziamento di mezzo miliardo di dollari, prevede nove soste in altrettanti Paesi. La cavalcata del segretario di Stato verso gli Stati Uniti è il congedo del reaganlsmo dai parenti poveri. Il presidente Reagan, che ha telefonato al suo ministro per sincerarsi che non avesse subito né traumi né ferite, vuole avere la certezza che l'America Latina resterà in buoni rapporti con la superpotenza, e non cederà alle tentazioni né dell'assistenzialismo né del totalitarismo. Ennio Carette George Shultz

Persone citate: Ennio Carette, George Shultz, Oakley, Shultz