Maxitruffa uzbeka I capi raccontano

Maxitruffa uzbeka I capi raccontano Maxitruffa uzbeka I capi raccontano Padano i dirìgenti del pois in carcere NOSTRO 8ERY1130 MOSCA — La parola a due carcerati eccellenti: l'ex primo segretario del partito della regione di Karakalpakia in Uzbekistan e l'ex presidente del Consiglio dei ministri della stessa Repubblica raccontano dal fresco delle loro celle anni e anni di ruberie, corruzioni truffe e manipolazione di bilanci. Essi come tanti altri durante l'epoca di Breznev hanno tirato su una fortuna, con la copertura di alti funzionari del partito vicini alla «corte» moscovita dell'ex primo segretario. K. Kamalov e N. Khudaiberdiev, questi i nomi dei due alti funzionari sono stati intervistati dal quotidiano Trud mentre il loro caso è ancora in fase istruttoria; confessano apertamente i reati commessi ma chiedono che si presti la dovuta attenzione all'andazzo di quegli anni in cui la bustarella e il furto ai danni dello Stato erano pratica corrente. L'elenco di medaglie e decorazioni che i due alti funzionari hanno ricevuto durante il loro incarico è impossibile recitarlo d'un fiato; emuli di una tradizione ben radicata all'epoca nelle sale del Cremlino si sono fregiati di onorificenze e titoli d'ogni sorta. "L'analisi della dinamica di una delle maggiori frodi orchestrate ai darmi dello Stato sovietico dà il senso del grado di diffusione della politica dell'imbroglio, che coinvolgeva dall'alto in basso più o meno tutti coloro che avevano a che fare con il denaro pubblico. Si tratta della truffa del cotone, che consisteva nel gonfiare artificialmente i bilanci di produzione annuali per ottenere l'anno successivo i finanziamenti La grande mente dell'imbroglio era Sharaf Rashidov, ex primo segretario del partito della Repubblica, morto nell'83. Continua il presidente del Consiglio dei ministri: 'Tutti sapevamo benissimo che il piano di sei milioni di tonnellate di cotone greggio che Rashidov esigeva ogni anno non era reale, che una tale quantità la nostra Repubblica non l'aveva mai prodotta. Ma né io, né altri funzionari sapevamo fino a che punto arrivava la truffa e malgrado ciò ognuno aveva il proprio interesse a mantenere l'imbroglio. Anche i coltivatori ritenevano inutile affaccendarsi sotto il sole se il raccolto risultava poi sempre sufficiente: Una schiera di contabili e cassieri provvedeva infatti a sfornare in abbondanza documenti e bilanci falsi, la repubblica uzbeka figurava tra le maggiori regioni produttrici di cotone quando i suoi raccolti erano decine di volte inferiori a quanto dichiarato. «Nei registri — continua Khudaiberdiev — risultava il lavoro di persone che non sapevano neanche come era fatto un kolkhoz: invalidi, vecchi e lattanti'. n sistema basato sulla truffa veniva poi ben oliato da una catena di «regali» ai superiori che era diventata un rito, una tradizione alla quale era difficile sottrarsi. Racconta Kamalov: 'Quando ero segretario regionale del partito ricevevo regolarmente dai miei sottoposti delle bustarelle. Una parte dei soldi la passavo agli alti funzionari dell'Uzbekistan e di Mosca, poiché senza di essi non si muoveva nulla». Rashidov, che amava vantarsi dei suoi rapporti preferenziali con Breznev, aveva costruito una rete di protezione inattaccabile. Tra i suoi maggiori collaboratori risulta infatti il genero di Breznev, Jury Churbanov, attualmente in prigione e che verrà processato il 5 settembre. Paola Delle Fratte

Persone citate: Breznev, Jury Churbanov, Rashidov, Sharaf

Luoghi citati: Mosca, Uzbekistan