Ma sono finiti i tempi del samba negli stadi

Ma sono finiti i tempi del samba negli stadi Ma sono finiti i tempi del samba negli stadi Saccheggiato il Brasile calcistico di cui vedremo ben dodici giocatori nel prossimo campionato. Ricacciata in seconda linea l'Argentina campione del mondo (Maradona & C. saranno in sette, malgrado gli arrivi di Careggia, Dezotti e Troglio). Con l'aggiunta del cileno Rublo, degli uruguaiani Ruben Sosa e Gutierrez, i sudamericani nella serie A '88-89 saranno ventidue, contro i venticinque europei (se non salta il nebuloso contratto del magiaro Vincze col Lecce). Per l'Europa fanno blocco con quattro elementi ciascuno tre Paesi: la Jugoslavia, la Germania, soprattutto l'Olanda. Contro il trio composto da Gullit, Rijkaard e Van Basten, che in fatto di fantasia sono anch'essi sudamericani, l'attacco di un football più fantasioso e imprevedibile. Junior dice che nella imminante annata del pallone comincieremo veramente a divertirci. Che lo spirito di bandiera non lo tradisca. La «svolta brasiliana» era nell'aria, ma non pareva dovesse concretizzarsi in modo così marcato. Si sapeva di interessamenti (la Roma per Miller poi finito al Toro, il Torino per Douglas fermatosi in Portogallo, la Juve per Alemao partito per Napoli), ma c'era confusione. E l'accorrere di mediatori e procuratori in Germania al capezzale del campionato europeo, autorizzava a pensare ad altri indirizzi dei club. Invece, attacco al Brasile la cui selegao adesso giocherà nei nostri stadi. A Rio e San Paolo stanno già intensificando i con tratti per trasmissioni radio foniche e televisive, quel Totocalcio inserirà sempre più partite del nostro campionato. I club italiani che hanno pescato i brasiliani (anche uruguaiani e argentini) hanno badato ai costi, oppure hanno seguito una reale con vinzione tecnica?.'Non, che 1 carioca postjÈtuj'potp, ina pur alzando i prezzi i loro club' non hanno ancora raggiunto (nelle richieste) i livelli europei. Il mercato del vecchio continente è salito a cifre assurde. I tredici miliardi paga- ti in Grecia per il non facilmente valutabile magiaro Detari lo dimostrano (e dimostrano che la Juventus ha fatto benissimo a mollare la presa). Tanto Brazil, allora. Ci aveva dato una lezione di calcio già nel mondiale '82. Solo la voglia di spettacolo, la spinta corale e musicale degli splendidi tifosi, avevano tradito Falcao, Junior, Zico e gli altri gialloverdi. Hanno lasciato a Paolo Rossi, per quanto toccato dalla grazia del gol, corridoi chiudibili con meno orgoglio e più attenzioni. Da quel pomeriggio del 5 luglio '82 allo stadio Sarria di Barcellona qualcosa però è cambiato nell'animo, e nella mentalità, del calciatore brasiliano. Lo disse Junior al suo arrivo al Torino: «Ci avete insegnato che il football non è solo fantasia, ma non ci cambierete del tutto. Non ci toglierete la voglia di divertire, soprattutto di divertirci-. Già in passato un grande giocatore come Dino Sani (Milan) aveva capito in anticipo — o era una eccezione? — che si doveva trovare la misura giusta nel miscelare il gioco nato ai ritmi delle scuole di samba con le esigenze del campionato, del risultato. Vedremo, quest'anno, se riusciremo a peggiorarli. La speranza è che reggano al contagio possibile. Sono già cambiati un poco, hanno colto del nostro football i suggerimenti migliori, ma hanno ancora saputo darci molto con gli esempi. Ha fallito il dottor Socrates, troppo duro (si dovrebbe dire troppo intelligente, ma c'è il rischio di offendere gli altri) per cedere. Falcao, Junior, Cerezo, Careca hanno dato risposte precise. Maestri sul campo e di vita, del modo di gestire il loro ruolo di campioni. Il filone del Brasile ne ha prodotti altri come loro?. Un margine di dubbio esiste, la prossima stagione ci dirà se «l'affare* è stato buono- " .•ar™VKVn'' Bruno Peracca