Cossiga: «Bentornato a casa»
Cossiga: «Bentornato a casa» La gioia del Papa a Castel Gandolfo, alla famiglia messaggi da tutt'Italia Cossiga: «Bentornato a casa» Il Presidente della Repubblica ha inviato il telegramma al piccolo Fiora nella caserma dei carabinieri di Locri - Nel paese della madre di Marco il parroco fa suonare le campane a festa ROMA — Forse mai l'Italia si era emozionata cosi tanto per un sequestro di persona come nel caso del piccolo Fiora. Ieri sono arrivati alla famiglia centinaia di messaggi. «Marco Fiora, bentornato a casa», è il testo del telegramma inviato dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, al padre di Marco. Il telegramma è stato letto ai giornalisti, nella caserma della compagnia di Locri dei carabinieri, dal comandante del gruppo di Reggio Calabria dell'Arma, tenente colonnello Sabato Palazzo. Grande soddisfazione anche in Vaticano e a Castelgandolfo per la liberazione del piccolo Marco. Il Papa è stato prontamente avvertito da Roma della liberazione del bambino, appena la notizia è stata diffusa dalle agenzie di stampa, nella sua residenza estiva, nei castelli romani. Giovanni Paolo II era intervenuto personalmente, lan¬ ciando uno speciale appello in favore di Marco Fiora il 28 febbraio, parlando ai fedeli in piazza San Pietro a mezzogiorno, dopo la recita dell'Angelus. Nella stessa occasione il Pontefice aveva avuto parole di commozione anche in favore della quindicenne Esternine Ricca, di Civitella Marittima, liberata poi a giugno. "Sento il dovere di intercedere presso i responsabili — aveva detto il Papa — affinché vogliano restituire quanto prima l'uno e l'altra ai genitori. Io li prego, nel nome del Signore, di far cessare tanta sofferenza, che può segnare per sempre, se non ha già segnato, l'esistenza di due innocenti. Confido che queste mie parole non rimangano inascoltate». n Pontefice aveva aggiunto: "Sono due casi umani assai delicati e dolorosi, anche in considerazione della giovane età dei rapiti». Oggi Giovanni Paolo II è atteso per l'udienza generale in Piazza San Pietro o nella ba silica vaticana. E' probabile che faccia un accenno alla felice soluzione della vicenda. A Torino l'arcivescovo cardinale Anastasio Ballestrero, ha cosi commentato il rilascio di Marco Fiora: "Ho appreso con grande emozione la notizia della liberazione del piccolo Marco Fiora. Ringraziamo la Madonna per la fine di questo calvario». Il cardinale ha parlato davanti a migliaia di fedeli nel santuario della Madonna di Belmonte, nei pressi di Rivarolo, a pochi chilometri da Torino. Ballestrero ha ricordato, inoltre, i suoi numerosi appelli lanciati ai rapitori in questi mesi. "Siamo vicini alla famiglia — ha concluso — e al bimbo, vittima di una violenza brutale». Ieri le campane hanno suonato a festa a Castell'Alfero, paese astigiano d'origine della mamma di Marco. «Ho saputo la notizia verso le dieci — ha detto il parroco, don Piero—ernie sembrato bene esprimere in questo modo la gioia di tutti gli abitanti, che più volte avevano pregato per la liberazione di Marco». Poco dopo, gruppi di persone si sono radunate davanti alla chiesa; altre sono andate a trovare la nonna di Marco, Palmina, 73 anni, che abita ancora nel paese dove, tra l'altro, il piccolo era solito passare parte della vacanze. Anche la Federcasalinghe ha espresso in un comunicato "la gioia di tutte le socie» per la liberazione di Marco. La Federcasalinghe, che aveva organizzato il 22 luglio a Torino una manifestazione patrocinata dal Comune per chiedere la liberazione del piccolo, ed alla quale avevano partecipato migliaia di persone, ha sottolineato come »la volontà espressa da una città per il ritorno di Marco abbia avuto un riflesso importante ed abbia contribuito alla sua liberazione». r.cri. Le lacrime di gioia della mamma
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