Dal tip-tap al tutù

Dal tip-tap al tutù Il New York Cily Ballet trionfa a Vigliale Dal tip-tap al tutù Aperta la tournée italiana con «Who Cares?» di Balanchine e «Lato Suite» di Bonnefous, protagonista una sfolgorante Patricia McBride, ultima stella di Balanchine - Di minor spessore il resto del programma VIGNALE — Russi e americani si contendono le piazze d'Italia della danza in questo periodo di mezza estate, così come avevano fatto al suo inizio. Prima ci sono stati il Kirov da una parte e l'American Ballet, il Joffrey e il Feld dall'altra. Ora, arrivato il Bolscioi, tocca ai gruppo del prestigioso New York City Ballet a tenergli testa. Il complesso, che ha debuttato a Vignaledanza, è capitanato da Patricia McBride, ultima stella di Balanchine ancora in attività dopo il ritiro di Suzanne Farrell. Una stella sempre limpida e splendente dopo 30 anni d'ininterrotta fedeltà a «Mr. B.», quasi un simbolo di continuità in un complesso che ha conosciuto momenti di appannamento dopo la scomparsa del suo grande demiurgo. Per la verità il gruppo che rappresenta oggi la gloriosa compagnia americana appare degno, contrariamente a quanto era avvenuto un paio di anni or sono in altra formazione in Italia con diversa guida. I dodici solisti sono capitanati da una coppia di eccezione come quella costituita dalla stessa McBride, dalla immensa classe, e dal ben più giovane Robert La Fosse, brillante e temperamentoso danzatore, dotato di grande simpatia c di carisma scenico senza confini. I due hanno danzato insieme in «Wlw Cares?» di Balanchine e in 'Lato Suite» di Bonnefous, dimostrando oltretutto di sapere affrontare due versanti stilistici abbastanza diversi, se non proprio antitetici. Il Balanchine su musica di Gershwin coniuga infatti il classico col musical, le punte dell'accademia con il tip-tap di Ginger e Fred. I due lo interpretano con simpatia e disinvoltura. Lei ne è stata creatrice nel 1970 e si può dire che la fosforescente pagina l'ha da sempre nelle gambe e nel suo smagliante sorriso. Lui, aereo ed estroverso, sembra divertirsi un mondo a fare il Gene Kelly, con il risultato di scatenare l'entusiasmo del pubblico. Nello spirito della più sontuosa tradizione imperiale rus- sa è invece la «Lalo Suite» di Bonnefous, fin dagli splendenti tutù argentati. Sembra di assistere ad un balletto-divertissement di Petipa, o meglio ad una creazione russa corretta da esprit francese così come la concepiva Lifar. Le difficoltà della più estesa grammatica accademica vi sono disseminate con generosità, soprattutto nello stupendo passo a due di alta scuola affidato appunto a Patricia McBride e a La Fosse. Accanto a loro in ottima evidenza anche la seconda coppia solistica costituita dalla solida Kyrii Nichols, stella emergente del N.Y.C.B. e dall'aitante francese Alexandre Proia. Purtroppo non tutto il programma, per altro eseguito al massimo livello da tutti, era di tale spessore. Non dei migliori balletti concertanti di Balanchine -Allegro brillante» su musica di Ciaikovski e ancor più pallida la creazione del suo successore Peter Martins sulla «Valse triste» di Sibelius. Ancora nella cerchia dei seguaci di Balanchine, John Clifford con la neo-romantica «Fantasies», su musica di Vaughan Williams datato l%9. Ma anche qui mirabile interpretazione delle due coppie costituite da Marisa Ccrveris e da Patrick Hinson e da Catherine Ryan e Peter Boal. Nella serata di sabato si era avuta la finale del terzo concorso coreografico «Vignaledanza» che ha presentato dieci gruppi italiani, francesi e svizzeri di buona levatura. Ha vinto di misura lo spiritoso «Jcia a la barre'- di Donatella Bianchini, eseguito dal gruppo milanese «On stage». Come finale di spettacolo si sono esibiti anche, tra accoglienze entusiastiche. Andre de la Roche e Deborah Plant, popolari anche per le loro frequenti apparizioni, televisive. A3j Luigi Rossi Patricia McBride e Robert La Fosse nello spettacolo a Vignale

Luoghi citati: Italia, New York, Vignale