Una raccolta di dipinti degna di un re
Una raccolta di dipinti degna di un re In permanenza alla Galleria Sabauda la rinnovata «Sala dei Francesi» Una raccolta di dipinti degna di un re LA Galleria Sabauda ha da pochi mesi riaperto il salone detto «dei Francesi- al secondo piano accanto alla collezione Guaiino: chi sta incittà potrà visitarla anche ad agosto (soltanto la mattina). La soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte, grazie al finanziamento della Cassa di Risparmio di Torino, ha riordinato e restaurato più di cento opere con le relativi cornici (la cornice è un'importante testimonianza dello stile dell'epoca e della sensibilità estetica del collezionista) giunte nelle collezioni reali durante il regno di Carlo Emanuele in fino all'avvento di Carlo Alberto: inoltre ha pubblicato il prezioso volume «Arte di corte a Torino da Carlo Emanuele IH a Carlo Felice» a cura di Sandra Pinto. Carlo Emanuele ni, raffigurato nel 1734 dopo la battaglia di Gustalla (Guerra di Successione Polacca) dalla ritrattista di corte Maria Giovanna Clementi detta la Clementina. Introduce i visitatori nel clima artistico torinese tra 1740 e 1773. Il gusto del sovrano, dopo il matrimonio nel 1737 con Elisabetta di Lorena (sorella di Francesco I, il marito di Maria Teresa d'Austria), la pace di Vienna del 1738 e l'acquisto della collezione dei dipinti fiamminghi ed olandesi del principe Eugenio di Savoia-Soisson nel 1741 (difensore dell'Austria e dell'Europa dall'invasione turca) è in sintonia con le maggiori corti europee, dal regno di Napoli di Carlo in Borbone alla Prussia di Federico il Grande. Retaggio del carattere cosmopolita del padre Vittorio Amedeo n e del suo architetto Filippo Juvarra. Scelta aggiornata risulta il «San Giovanni di Nepomuk che confessa la regina di Boemia» del bolognese Giuseppe Maria Crespi: un capolavoro della pittura del Settecento italiano. Il Longhi definisce alcuni particolari di stile a metà strada tra Velàzquez e Manet. Nel 1745 Carlo Emanuele m non perde l'occasione di invitare Bernardo Bellotto prima del suo peregrinare in Europa orientale alla volta di Dresda. Vienna, Monaco e Varsavia. Il nipote del Canaletto dipingerà «Torino dal lato del giardino reale» e 1"«Antico ponte sul Po», due capolavori di inestimabile valore artistico e documentario. Nel 1773 con la successione al trono di Vittorio Amedeo III le inclinazioni della corte, in campo figurativo, propendono al classicismo accademico internazionale di Batoni e di Mengs. Del Batoni il pubblico può apprezzare le due tele con •Ercole al bivio» e «Enea che fugge da Troia». Vittorio Amedeo in fonda nel 1778 l'Accademia di Pittura e Scultura di Torino e nomina presidente e primo pittore di corte il francese Lorenzo Pecheux. La presenza di un cospicuo numero di sue opere (in parte provenienti da aquisti recenti) testimonia la sua formazione culturale a contatto con l'Accademia di Francia e la sua predilezione verso i grandi maestri del passato come Nicolas Poussin e Guido Reni. Citazioni dall'antico non risultano estranee a Giuseppe Pietro Mazzola e al suo celebre dipinto le -Nozze con Peleo e Teti». omaggio al matrimonio di Vittorio Emanuele duca d'Aosta e Maria Teresa d'Austria-Este, celebrate nel 1789. Allo scadere del XVm secolo notiamo attraverso i documenti figurativi superstiti un notevole impegno a descrivere Torino e dintorni da parte di disegnatori e pittori. Pregevoli gli acqua¬ relli dell'architetto topografo Giuseppe Pietro Bagetti e le cinque vedute di Jules Cesar Van Loo dove il dato documentario si asseconda ad una visione poetica del paesaggio. L'originale raccolta di smalti su porcellana della Manifattura di Sevres del ginevrino Abraham Co- stantin. legata alla figura di Carlo Alberto, conclude idealmente un secolo di collezionismo sabaudo. Il 2 ottobre 1832 le sale di Palazzo Madama con opere scelte dalle residenze roaii furono aperte al pubblico: il primo passo verso la realizzazione della Galleria Sabauda Marco Voena Van Loo, «Veduta dei Castello di ColWgmo con il temperale»
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