In corso alla Continassa i lavori per dotare Torino dell'impianto per i Mondiali 90

Un inedito modo di gestire Un inedito modo di gestire VENTI mesi di lavoro e, se il programma sarà rispettato, all'inizio del 1990 Torino avrà il nuovo stadio per il calcio, con tutti gli annessi e connessi: spazi per l'atletica, verde, parehéggi, aree commerciali. E soprattutto manifestazioni, concerti, pubblicità. Quest'ultima sarà uno dei motori del business, previsto in una gestione trentennale affidata dal Comune all'Acqua Marcia di Roma. Nelle intenzioni e nelle speranze dovrebbe, infatti, voler dire affari per miliardi: remunerazioni che, in parte, ritorneranno alla pubblica amministrazione per nuovi investimenti. Difficile, per ora, dire quanto varrà l'operazione. Certo che, se allo stadio nudo e crudo si aggiungeranno i palazzetti per il nuoto e per il tennis, in una cittadella dello sport che davvero potrebbe riqualificare questa periferia Nord-Est, l'investimento potrebbe considerarsi «davvero sostanzioso», non solo sotto il profilo economico ma sopratutto ambientale: per far fiorire di nuova vita l'intero quartiere. Sinora, dicono numerosi abitanti della zona, le giunte che si sono succedute negli anni non hanno fatto altro che «regalarci il carcere, il mattatoio, o prevedere discariche pericolose», quale potrebbe essere la contestata Baricalla della Savonera. «E' quindi giusto che adesso tentino di ricrearci un effetto città sempre promesso, mai arrivato». Sarà la volta buona? Alla «Publigest», la società dell'Acqua Marcia destinata alla gestione dei prossimi 30 anni dello stadio, sono sicuri di «sì». Dice l'amministratore delegato, ingegner Brasso: «Lavoriamo in città da oltre un anno. Abbiamo gestito la pubblicità per alcune manifestazioni internazionali con la finalità di prepararci a gestire in termini efficienti il futuro stadio». Che vuole dire «efficienza»? Far funzionare un complesso sportivo che, se destinato soltanto al calcio, sarebbe aperto la domenica con qualche appendice settimanale, non è semplice. «Stiamo cercando esempì ovunque», confida Brasso, che, da quando si occupa di questa «partita» è diventato un giramondo, passando dagli Stati Uniti al Messico, dalla Spagna al Nord Europa. «Le idee più percorribili — aggiunge — le abbiamo trovate in California. Ma dagli Usa si possono prendere per buoni soltanto gli "imput", l'abito culturale deve essere di fattura italiana». L'operazione stadio, quindi, non è solo una questione d'ingegnerìa ad alto livello ma una vera e propria «novità manageriale che rientra in un rapporto mai instaurato, la concessione, tra Comune e società privata». L'esempio, definito nei particolari dall'assessore municipale agli Affari legali, Andrea Galasso, ci arriva, ancora una volta, da oltre Atlantico. Negli Usa, le Amministrazioni danno intere città in concessione a gruppi privati: si sta, ad esempio, discutendo dì una city da riservare a cittadini con età superiore ai 50 anni «I più giovani ci potranno entrare solo previo permesso di quella comunità», afferma l'amministratore della Publigest, per far capire come, con lo stadio di Torino, in Italia si stia tracciando solo un sentiero su un percorso che negli States è già autostrada. L'impianto della Continassa non sarà, dunque, la struttura dove, una o due volte la settimana, andranno a giocare Juventus e Torino, ma un complessò che dovrà funzionare e rendere sette giorni su sette, con una propria vita autonoma, non solo per lo sport, ma per il commercio, la promozione (dai tornei ai concerti, dalla poesia al teatro), per le altre associazioni del comprensorio. «Il nostro obiettivo — conclude l'ing. Brasso — sarà "portar gente allo stadio"». Per realizzarlo sono previsti parcheggi per 4 mila auto (in fila formerebbero una colonna lunga 20 km), 5 bar interni, tribune «a gestione differenziata», con telefono, tv, che i Vip potranno affittare, per uno o due anni, farvi anche incontri d'affari: «Più di un palco a teatro. Nel prezzo non sarà previsto l'ingresso alle partite: esso sarà" stabilito dai Club». Allo stadio come a casa propria, dunque ma, talvolta, anche come in ufficio, con la possibilità di vedere calcio, atletica o di assistere a manifestazioni: una prospettiva davvero nuova, non solo per Torino. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Andrea Galasso, Baricalla, Brasso, Giuseppe Sangiorgio